Il monumento alle donne «eretto» da Bruno Bontempo

Alla CI di Albona visitabile una mostra, con ritratti «colti con rara maestria», dedicata all'universo femminile e allestita in occasione dell'8 marzo

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Il monumento alle donne «eretto» da Bruno Bontempo
Una parte del pubblico che ha assistito all’inaugurazione. Hanno contribuito Karlo Knapić (alla fisarmonica) e Mia Šumberac (alla chitarra). Foto: Tanja Škopac

“Con questa splendida mostra Bontempo non soltanto rende omaggio alla donna, ma nel contempo le erige una specie di monumento, un prezioso, intramontabile, palpabile segno del suo rispetto, apprezzamento e ammirazione per l’universo femminile”. Lo ha sottolineato il professor Tullio Vorano, storico dell’arte, durante la cerimonia d’inaugurazione dell’esposizione fotografica “Donne” di Bruno Bontempo curata da Vorano e allestita nei giorni scorsi, in occasione dell’8 Marzo, negli ambienti espositivi della Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi” di Albona.

Fino al 19 marzo vi è possibile, così, vedere, come ha detto anche Vorano, una parte della collezione dei pregevoli ritratti o figure femminili, “colti con rara maestria”, che l’autore, il quale per più di 40 anni contribuiva alle pagine del nostro quotidiano e a quelle di “Panorama” (anche) come giornalista e redattore, ha scattato nelle più svariate parti del mondo. Sono immagini create a Fiume, in Istria, in Italia, in alcuni luoghi del continente africano, ma anche in Cina, Tibet, Nepal e India. È una parte di una collezione “riveduta e aggiornata, nata da un parziale rifacimento-digitalizzazione” della sua prima personale “Donne” allestita nel lontano 1995, con foto scattate, quindi, anche 40 anni fa, ma ci sono pure opere più recenti.
“Queste mie fotografie vogliono essere un omaggio a tutte le donne, alla donna come tale. E anche per questo non ho voluto mettere le didascalie: sono donne con la D maiuscola. È importante vedere le donne, lo sguardo… Le foto sono scattate a distanza, senza che il soggetto se ne sia neanche reso conto”, ha detto Bontempo, confermando di essere legato all’Albonese innanzitutto grazie alle origini della sua consorte.
“La foto è uno degli strumenti attraverso i quali si cerca di fare un omaggio al Paese che si è visitato e alle persone come tali”, ha concluso l’autore, per il quale la cosa più importante durante un viaggio è fotografare la gente, essendo i contatti con le persone che si incontrano una parte cruciale delle esperienze vissute in simili occasioni.
“Bontempo sapientemente, non come amatore, ma da vero professionista, alterna fotografie in bianco e nero a quelle a colori, accentuando in tal modo le caratteristiche maggiormente rilevanti del soggetto prescelto. Il caleidoscopio di queste bellissime immagini spazia dalle cose più comuni e semplici fino a quelle rare, volutamente cercate e raffinate. Inoltre, per la nostra CI l’attuale mostra ha una valenza particolare in quanto s’inserisce perfettamente nei nostri tentativi di valorizzare massimamente una donna eccellente, Giuseppina Martinuzzi, il cui centenario della morte ricorderemo quest’anno con la dovuta attenzione”, ha affermato Vorano, leggendo, come la presidente della CI, Daniela Mohorović, prima di lui, il pensiero incluso, per volere dell’autore, nel catalogo che accompagna la mostra, tratto dal Talmud, che dice, tra l’altro, che “la donna è uscita dalla costola dell’uomo (…) dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”.
A contribuire alla cerimonia d’inaugurazione sono stati due allievi della Scuola d’arte “Matko Brajša Rašan”, Mia Šumberac e Karlo Knapić, preparati, rispettivamente, dalle professoresse Anisa Parganlija e Karmen Brajuha. La mostra è stata realizzata con il sostegno dell’UI e dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali del governo croato.

Tullio Vorano, Daniela Mohorović e Bruno Bontempo.
Foto: Tanja Škopac
Alcuni degli scatti di Bruno Bontempo alla CI di Albona.
Foto: Tanja Škopac

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