«Il mondo inesistente» e l’ignoto nei dipinti di Mauro Stipanov

Alla Galleria Kortil di Fiume è stata inaugurata ieri la mostra del rinomato pittore connazionale che quest’anno celebra i cinquant’anni di illustre carriera artistica

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«Il mondo inesistente» e l’ignoto nei dipinti di Mauro Stipanov
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Lo spazio e i fenomeni astronomici sono il tema della mostra del rinomato pittore connazionale Mauro Stipanov inaugurata ieri sera alla Galleria Kortil di Fiume e intitolata “Il mondo inesistente”. L’allestimento comprende una serie di dipinti di grandi dimensioni che evocano l’infinito dell’universo facendo uso di ampie superfici colorate su uno sfondo scuro.

A salutare i presenti è stata la responsabile della Galleria Kortil, Ivana Lučić, la quale ha osservato che l’autore ha fatto i primi passi pittorici sotto la guida di una delle più importanti personalità artistiche fiumane del XX secolo, Romolo Venucci, dopodiché ha studiato all’Accademia delle Belle arti di Venezia e ha partecipato a diversi soggiorni di studio all’estero. Nel corso della carriera ha partecipato a più di 200 mostre collettive e realizzato più di settanta mostre personali.

Mauro Stipanov dinanzi a un suo dipinto.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La conclusione di una trilogia
“Stipanov è spesso ospite della Galleria Kortil, soprattutto negli ultimi dieci anni, mentre, stando al curatore della mostra Zlatko Tot, ‘Il mondo inesistente’ è la conclusione di una trilogia avviata nel 2016 e presentata in questa galleria, che si compone degli allestimenti ‘Retrospettiva’, ‘La giungla della vita’ e ‘Il cielo’ – ha precisato Lučić –. Si tratta di mostre che hanno tematizzato questioni esistenziali, ovvero la natura della vita, la sua fugacità, la morte e l’infinito del cielo. Chi ha seguito le mostre precedenti può notare che questa esposizione si lega perfettamente a quelle realizzate negli anni recenti, soprattutto al ‘Cielo’, dove la pastosa ‘macchia colorata’ che caratterizzava quei dipinti qui si riversa sulle superfici. Mauro Stipanov ha realizzato anche questa volta un allestimento interessante e audace”, ha osservato Ivana Lučić, accennando a una parete della galleria ricoperta da dodici dipinti del ciclo “Pulsar” che evocano un murale e che si possono visionare separatamente oppure come un’opera unica. I titoli dei dipinti, “Pulsar” e “Quasar”, richiamano inequivocabilmente i vari fenomeni astronomici.

Zlatko Tot, Ivana Lučić e Mauro Stipanov.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

«Un instancabile esploratore del dipinto»
“Stipanov parte sempre da concetti legati alla scienza, alla filosofia o all’etica che elabora attraverso i suoi lavori. Per citare Boris Toman dalla sua monografia di Stipanov del 2014, ‘egli è un instancabile esploratore del dipinto, di ciò che il dipinto è stato, che è e di ciò che potrebbe diventare’”, ha concluso Ivana Lučić.
Il curatore Zlatko Tot, autore della prefazione alla mostra, ha ricordato che quest’anno “celebriamo anche i cinquant’anni di carriera artistica di Mauro Stipanov. Si tratta di un traguardo davvero rispettabile. Inoltre, mi chiedo come un artista possa reinventarsi dopo cinquant’anni di lavoro pittorico, dove sia il limite della pittura. In tanta bibliografia specializzata è stata proclamata tantissime volte la morte della pittura, ma essa continua a vivere nonostante tutto”, ha puntualizzato Tot, aggiungendo che “questa mostra è una dimostrazione che dopo cinquant’anni di lavoro, studio, ricerca, cicli e tendenze artistiche Stipanov riesce ancora a trovare un modo di creare qualcosa di nuovo. Quest’ultimo ciclo si compone di gesti e colore, ovvero di pittura pura, dove gli interventi sono minimi. Ad ogni modo, credo che qui ci sia materiale per altri cinquant’anni di lavoro creativo”, ha concluso il curatore.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La liberazione dal superfluo
Abbiamo voluto sentire anche le riflessioni del pittore in riguardo all’importante traguardo artistico e alle opere con le quali si è presentato. “Direi che gli anni di lavoro siano anche più di cinquanta – ha osservato –. Per quanto riguarda i lavori, questi sono la continuazione del ciclo sul cielo, allargato sui fenomeni astronomici, e scaturiscono dall’interesse verso l’astrofisica e l’astronomia, come pure verso l’ignoto, lo sconosciuto, il misterioso. Pensando al contempo a certi principi della pittura quali la macchia, lo sfumato e la liberazione dal superfluo, tirandolo fuori dallo sfondo scuro. È essenziale la libertà di espressione”, ha rilevato Mauro Stipanov.
La mostra rimarrà in visione fino al 25 marzo.

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