Presso il Museo marittimo croato di Spalato è in visione una mostra del tutto originale. I visitatori giunti per la cerimonia d’apertura hanno atteso davanti all’entrata della sala in cui è allestita la mostra fotografica “Sole, il figlio del mare”. I curatori della mostra sono Ivor Igrec e Daniela Kušpilić. Entrato nella sala, il pubblico si è trovato dinanzi a una mostra di 18 fotografie e al centro della sala un uomo avvolto da corde usate da marinai per l’attracco delle navi.
Liberarsi dalle corde
Sono entrati in sala un marinaio, che pian piano toglieva le corde dalla sagoma dell’attore. Un altro marinaio si è seduto su alcune corde lanciate dal marinaio che pian piano liberava la sagoma in fondo alla sala e ha iniziato a suonare la chitarra. La sagoma è stata liberata dalle corde, il marinaio si è seduto anch’egli in fondo alla sala e ha preso una chitarra.
L’artista liberato dalle corde, come in una performance di magia, ha rivelato la sua vera identità e ha cominciato a recitare un monologo dedicato al mare e alla vita del marinaio. Il marinaio ha svelato ai visitatori la sua identità. Si trattava dell’artista e autore della mostra, Dino Grčić, che si presenta per la seconda volta al pubblico spalatino con pseudonimo Re del Sole. L’artista racconta nella mostra di un’estate in cui ha lavorato su due navi integrato nei due equipaggi nella funzione di marinaio. L’artista ha scritto durante tutto il periodo del suo imbarco un diario e ha raccolto in un album le fotografie che raccontavano e documentavano la sua esperienza vissuta insieme ad altri marinai.
La metamorfosi degli artisti
La mostra racconta, in maniera autobiografica, la storia dell’artista Dino Grčić, di un uomo abituato a vivere nel suo luogo e ambito sociale continentale della zona di Knin. Giunto a Spalato e imbarcatosi sulla prima nave, ha visto il cambiamento e la trasformazione della sua anima da continentale a marina. Il concetto della trasformazione è essenziale e di primaria importanza per molti artisti che durante i loro spostamenti, come in una metamorfosi, cambiano pelle e plasmano la loro identità nei vari luoghi in cui approdano trovando nuove risorse creative e nuovi modelli artistici a cui ispirarsi. Tra le foto in bianco e nero esposte in sala si possono vedere delle magliette disegnate che raccontano momenti della vita marina dell’artista, delle bottiglie poggiate sul pavimento che contengono degli elementi marini, come alghe, sabbia e messaggi. Questi messaggi avvolti in bottiglie rappresentano i frammenti della personalità dell’artista nel racconto del suo viaggio marittimo. Ciascun visitatore può, se interessato, leggere i messaggi avvolti in bottiglia, leggere il diario o anche sfogliare l’album fotografico disposto in sala per l’occasione. Il mare nella sua grande distesa è il protagonista del racconto dell’artista. Il mare raccontato e fotografato diventa per l’artista una grande tela pittorica e viene presentato all’immaginario collettivo un mondo ricco di elementi rappresentativo che descrive gli ambienti marini, in un percorso costante approdando tra un porto e l’altro.
Grandi sono stati gli applausi per la performance dell’artista Re Sole e le sue esperienze. L’artista ha raccontato la trasformazione estiva che si trasforma durante l’inverno rafforzando il concetto artistico della mutazione, come creazione ed evoluzione del mondo artistico intellettuale a 360 gradi. La mostra può essere visitata fino al 25 febbraio prossimo.
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