Il futuro dell’architettura dalla prospettiva del legno

Chiacchierata con l'architetto fiumano Marko Franković, che firma il progetto esecutivo della nuova Scuola elementare italiana di Cittanova – di cui è investitore anche l'UI –, ideata secondo gli ultimi standard costruttivi con l'uso di un materiale pregiato, presente da secoli, ma ingiustamente trascurato, che sta a piano a piano tornando alla ribalta

0
Il futuro dell’architettura dalla prospettiva del legno
Marko Franković Foto: Goran Žiković

Mentre stiamo confezionando quest’intervista, sono in corso gli ultimi preparativi per l’assemblaggio della nuova Scuole elementare italiana di Cittanova, operazione che dovrebbe concludersi entro le prossime due settimane. Una struttura all’avanguardia, di cui il nostro quotidiano ha già scritto in diversi frangenti, come ad esempio nel luglio scorso, in occasione della firma del contratto d’appalto tra la Regione istriana, investitrice, assieme all’Unione Italiana, del progetto di costruzione dell’edificio, e l’esecutore dei lavori, l’azienda “Vladimir Gortan” di Pisino. Il progetto di massima è opera dell’architetto cittanovese Matija Luk, ma colui che firma il progetto principale e quello esecutivo è il fiumano Marko Franković, titolare dello studio architettonico Dria Architects, richiestissimo brand che racchiude e fa capo alle società MF Arhitekti ed F&F, entrambe da lui fondate e di ormai lunga tradizione. Marko lo conosciamo già. L’avevamo intervistato nel 2019, circostanza in cui ci aveva parlato del progetto di restauro – anch’esso da lui realizzato – degli spazi interni della nave Galeb, oggi ormeggiata in Molo longo a Fiume e attualmente soggetta all’allestimento della mostra permanente sulla storia della stessa, che contribuirà a rendere l’ex panfilo di Tito una delle attrazioni turistiche più forti nel capoluogo quarnerino.
Ma torniamo al nostro interlocutore e al motivo per il quale gli abbiamo chiesto di concederci quest’intervista. È successo durante una telefonata di servizio da noi voluta per ottenere da Marko un’informazione su un tema di cui stavamo scrivendo. A un certo punto è saltato fuori il discorso relativo al progetto di edificazione della nuova SEI di Cittanova, o meglio, della sua particolarità dovuta al fatto che è stata progettata per venir costruita interamente in legno, con l’uso di metodi e tecnologie d’ultima generazione, facendo di essa un edificio ecosostenibile. L’argomento ci ha ispirati a tal punto, che abbiamo voluto approfondirlo. Da qui è nato questo articolo, che ci ha fatto scoprire un mondo nuovo, di cui ci sembra si parli e si scriva troppo poco e che, a nostro avviso, meriterebbe maggiore spazio nei media. Anche perché punta su metodi che tutelano l’ambiente e amano la natura e già questo dovrebbe essere un buon punto di partenza. Il mondo a cui ci riferiamo riguarda la costruzione di edifici in legno, di cui lo studio architettonico di Marko si occupa da un bel po’ di anni. Iniziamo il discorso parlando della SEI di Cittanova, che una volta agibile, sarà la prima scuola elementare italiana del Paese, e una delle poche scuole in Croazia a essere stata costruita interamente in legno.

Il sì dell’UI
“Devo dire che quando ho proposto questo sistema costruttivo all’Unione Italiana, non ho incontrato alcun ostacolo – esordisce il nostro interlocutore –. Mi è stato dato immediatamente disco verde e trovo che l’UI sia stata estremamente lungimirante e disponibile a investire in questo progetto. Non ci ha pensato due volte, dandomi piena fiducia, cosa che forse qualcun altro non avrebbe fatto, soprattutto trattandosi di una scuola. Il progetto risale al 2017, anno in cui l’UI aveva pubblicato il bando, che poi ho vinto, e in cui mi ha consegnato il progetto di massima dell’architetto Matija Luk, chiedendomi di svilupparlo. Dopo otto anni siamo qui, a lavoro concluso, e mentre stiamo parlando si stanno svolgendo gli ultimi preparativi che porteranno all’assemblaggio dell’edificio. Perché uso la parola assemblaggio e non costruzione? Semplicemente perché le sezioni che andranno a formare il futuro edificio scolastico sono già state realizzate in fabbrica e attendono ora di venire messe assieme, appunto assemblate. La cosa curiosa è che l’assemblaggio dovrebbe concludersi nell’arco di otto giorni, per poi passare ovviamente alle rifiniture e all’attrazzamento degli interni e del cortile che comprenderà, tra l’altro, un campo da pallacanestro, un campo da pallavolo e una pista da corsa. Il piano prevede che diventi funzionale il prossimo settembre, in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico”.
Chiediamo a Marko di spiegarci meglio i sistemi costruttivi di un edificio di questo tipo. Ci risponde facendo una premessa. “Nella lavorazione con il legno, esistono e si sviluppano tre metodi, iniziando con il cosiddetto ‘frame home’ (un sistema modulare flessibile a bassissimo consumo energetico con case costituite per la quasi totalità in legno: speciali telai con funzione strutturale avvolti da un involucro ad alto isolamento termico, nda), che consiste in uno scheletro fatto in stile americano, ma con un sistema costruttivo europeo. Faccio questo appunto perché negli USA non esiste l’efficienza energetica. Gli americani semplicemente non la riconoscono – cosa che in Europa è ormai inammissibile – e pur di ridurre i costi della costruzione di una casa, mettono in secondo piano la qualità della stessa. I doppi e i tripli vetri che ci sono da noi, negli Usa non esistono. Se fa freddo, preferiscono aumentare il riscaldamento, in questo caso senza badare a spese. L’Europa, invece, è molto attenta all’aspetto ecologico, e questo è un motivo per cui i prezzi delle costruzioni sono così alti, appunto perché abbiamo degli standard molto alti, a differenza degli americani, che non se ne curano più di tanto. Un ragionamento, a mio avviso, molto capitalista. Il ‘frame’ è un metodo che da noi, invece, si usa molto nelle costruzioni in legno, e anch’io l’ho accolto volentieri, usandolo in parecchi miei progetti, tra cui l’asilo per l’infanzia di Malinska, sull’isola di Veglia, che è stato uno dei primi edifici pubblici da me progettati interamente in legno. In pochi, forse, ne sono a conoscenza, dato che il legno da fuori non si vede, ma è proprio il legno il materiale che avvolge l’intera struttura; si tratta di pilastri con ponte termico di 45 centimetri, che la rendono altamente sostenibile”.

Ecosostenibilità
In tema di sistemi costruttivi, quali sono gli altri due accennati poc’anzi da Marko? “C’è, poi, il metodo ‘log house’ (traducibile letteralmente in ‘casa di tronchi’, nda), che consente la costruzione di edifici interamente in legno, con travi a vista in cui le giunzioni d’angolo sono lavorate a coda di rondine (sistema che consente di incassare perfettamente gli angoli delle singole travi e, al contempo, offrire un solido irrigidimento della struttura, nda). Sono praticamente edifici realizzati in tronchi prelavorati, trattati e poi installati uno sull’altro”. L’amico Google ci spiega che si tratta di un “sistema semplice, antico e conveniente sotto tutti i punti di vista. Un sistema che mantiene tutti i requisiti di stabilità, solidità e sicurezza degli edifici di concezione tradizionale a cui si aggiungono evidenti vantaggi, tra cui un ottimo isolamento termico e acustico, un ottimo comportamento ai sismi, un risparmio nei costi di materiali, nei tempi di costruzione e, infine, piacevolezza e biocompatibilità dei materiali”. Marko ce lo conferma spiegando che, in effetti, i costi di una casa in legno come quelle da lui progettate, sono di gran lunga inferiori a quelli di un edificio classico in mattoni e cemento armato. “I costi sono molto più bassi quando parliamo di materiali semplici, ma da noi sono ancor sempre piuttosti alti a causa della mancanza di manodopera, di know-how, nel senso che dobbiamo importarlo dall’estero, il che rende l’assemblaggio abbastanza caro, ma nel complesso ancor sempre meno caro che la costruzione di uno stabile classico in mattone. La terza tecnica di costruzione è la ‘X-lam’, che consiste in pannelli massici in legno a strati incrociati, che reinterpretano la concezione strutturale dell’edilizia tradizionale in muratura portante, utilizzando come elemento strutturale di base il pannello massiccio in legno X-lam. Esteticamente, gli incroci non si vedono in quanto è una soluzioni puramente strutturale. Per rendere meglio l’idea, una lastra di questo tipo dello spessore di 10 centimetri, può soddisfare la portata di un edificio in cemento armato con pilastri di spessore pari a 25 centimetri. Personalmente, ne ho sentito parlare per la prima volta attorno al 2012, un sistema all’epoca troppo costoso, ma che poi a piano a piano, è stato introdotto anche in Croazia ottenendo subito grande successo. L’ho applicato per la prima volta nella costruzione dell’edificio del Centro regionale per i grandi carnivori di Stara Sušica nel Gorski kotar. Oggi questa tecnica è molto richiesta e pertanto concorrenziale sul mercato. Di conseguenza, anche i prezzi sono più convenienti. Faccio un esempio: per assemblare lo scheletro di una casa di 60 metri quadrati, bastano 15.000 euro, ma come ho detto prima, è la carenza di manodopera – sulla cui educazione in Croazia si dovrebbe assolutamente puntare –, che rende alti i costi. Tornando alla SEI di Cittanova, va detto che è stata progettata appunto secondo i sistemi X-lam e Frame, suddivisi al 50%. Un altro aspetto molto innovativo nel caso dell’istituto cittanovese, riguarda l’impianto termico. La richiesta dell’investitore era che potesse riscaldare due scuole, quella esistente e quella nuova, e due asili. Dunque, in tutto quattro edifici pubblici. Noi abbiamo proposto di progettare un impianto di riscaldamento a biomassa, che utilizzi materiali organici per produrre energia termica. Usando risorse rinnovabili come il legno, i residui agricoli e i rifiuti organici, un impianto come questo è in grado di generare calore in modo efficiente e con un impatto ambientale ridotto rispetto alle fonti tradizionali come il gas naturale, il gasolio o il carbone. Disponendo di un impianto simile, la SEI di Cittanova sarà il secondo edificio pubblico in Croazia che produrrà autonomamente calore e che, pertanto, avrà una forte componente di emissione negativa di CO2. Anche il cortile, o meglio il giardino scolastico, seguirà tutta una serie di standard ecologici e sarà molto ampio. Colgo l’occasione per rivelare che il mio studio architettonico ha progettato il giardino assieme al grande architetto-paesaggista italiano Franco Zagari, con cui, prima che purtroppo ci lasciasse due anni fa, ho stretto amicizia e ho collaborato tantissimo. Per chi non sapesse chi sia, basta dire che è stato, tra l’altro, collaboratore di Renzo Piano, che è uno dei dieci archistar del mondo. Tra gli edifici di importanza mondiale progettati e realizzati da questi due grandi dell’architettura, spicca l’Auditorium Parco della Musica di Roma, di cui Piano ha progettato la riqualificazione dello stesso, mentre Zagari ha realizzato il progetto del giardino che accompagna questo splendido complesso, noto per la sua forma che richiama quella di uno scarabeo. Ecco, questo stesso maestro dell’architettura, mi ha ispirato nel mio processo di progettazione del giardino della SEI di Cittanova, aiutandomi a ideare uno spazio bellissimo, all’avanguardia, che tuteli l’ambiente e nel quale i futuri alunni potranno imparare ad amare e a salvaguardare la natura, con la consapevolezza quanto ciò sia importante, oggi e domani”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display