Il flauto magico: una fiaba dal gran peso drammatico

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume andrà in scena per la prima volta nella sua storia l'ultima opera di W.A.Mozart, la cui regia è curata dalla direttrice del Dramma Croato, Renata Carola Gatica

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Il flauto magico: una fiaba dal gran peso drammatico

Il 24 novembre il Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” porterà in scena per la prima volta nella sua storia l’opera “Il flauto magico” (Die Zauberflöte, K 620) di W.A.Mozart. Il singspiel del genio di Salisburgo fu un successo fin dalla prima rappresentazione, per cui stupisce che in quasi 140 di storia dell’ente teatrale fiumano questo non sia stato mai finora allestito. Il singspiel ”Il flauto magico” è un’opera in due atti composta nel 1791 da Mozart su libretto di Emanuel Schikaneder, un illustre personaggio teatrale, oltre che librettista. Il singspiel è una forma popolare tedesca che includeva il canto e i dialoghi parlati. Stando ad alcuni studiosi, “Il flauto magico” sarebbe stato progettato come un’opera massonica. Nonostante la specifica simbologia, l’opera non fu composta per una cerchia ristretta di iniziati, ma per un vasto pubblico, in quanto attinge alle tradizioni del teatro popolare viennese.

La première avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre 1791 con lo stesso Schikaneder (Papageno) e Josepha Hofer (Regina della Notte) diretti dal compositore. La rappresentazione ebbe molto successo, il che fu confortante per Mozart, ormai malato, che morirà poco più di due mesi più tardi, il 5 dicembre 1791. Dopo le prime recite, Mozart scrisse alla moglie Constanze Weber: “Sala piena come sempre. Il duetto Mann und Weib e il Glockenspiel del primo Atto sono stati bissati come al solito, come pure il terzetto dei Fanciulli del secondo Atto; ma quello che mi ha fatto più piacere è il plauso silenzioso della platea. Si vede bene quanto quest’opera stia crescendo sempre più nella stima del pubblico”.

Esordio alla regia di un’opera

L’allestimento fiumano del “Flauto magico” vede nei panni di regista la direttrice del Dramma Croato, Renata Carola Gatica, per la quale questa è la prima regia di un’opera. “Devo ammettere che non seguivo in maniera particolare l’opera prima di essere arrivata allo ‘Zajc’ – ha esordito la regista –. La mia formazione e il mio interesse erano interamente rivolti al teatro e non avevo mai ‘flirtato’ con altri generi teatrali. Questo Teatro mi ha permesso, invece, di cimentarmi nella regia di musical e ora, per la prima volta, mi occupo di un’opera. Quando ho iniziato a lavorare al ‘Flauto magico’ ho scoperto che quest’opera fa regolarmente parte del repertorio delle case operistiche ovunque, in tutta l’Europa e, ora che ci penso, anche in Argentina, il mio Paese natale. Di conseguenza, per me è una grande responsabilità lavorare a un’opera così amata e popolare, che il Maestro Valentin Egel, il quale dirige l’Orchestra e i solisti, ha definito un ‘patrimonio’ culturale. Di conseguenza, l’allestimento diventerà un patrimonio del Teatro fiumano.

Sono compiaciuta per il fatto che la direzione del Teatro abbia deciso di mettere in scena quest’opera che, come i musical ‘Sunset Boulevard’ ed ‘Evita’, è un allestimento al quale partecipano tutti gli ensemble dell’ente. Allo spettacolo partecipano anche gli attori del Dramma Croato e di quello Italiano che recitano e in certi momenti intervengono anche come cantanti, nonché i giovani attori del corso di recitazione dell’Accademia di Arti applicate di Fiume, dal quale sono uscite già tre generazioni di attori molto bravi”.

Renata Carola Gatica

Diverse chiavi di lettura

“Quest’opera – prosegue la regista – ha un gran peso drammatico e un contenuto che permette diverse chiavi di lettura. È per questo che ‘Il flauto magico’ è un classico: ogni artista che vi si approccia è capace di trovarvi un aspetto che suscita il suo interesse. Dalla complessa simbologia, dal contenuto fiabesco e divertente, alla comicità, che permette agli attori di mettere in mostra le loro doti. Senza contare gli eccellenti cantanti e le bellissime arie. Insomma, il materiale con il quale lavoriamo è talmente ricco che permette una miriade di interpretazioni. Noi ci siamo concentrati sul contenuto e abbiamo deciso di raccontare la storia, di creare una fiaba. Ci siamo prefissati di creare uno spettacolo destinato alle famiglie, anche se non si tratta di un allestimento per bambini. Abbiamo cercato di renderlo divertente anche ai più giovani.

Ho voluto focalizzarmi di più sulla trama e meno sull’apparato simbolico creando un allestimento che fosse accessibile a uno spettatore che assiste per la prima volta a un’opera. Infatti, uno dei miei obiettivi da quando lavoro in questo Teatro è lo sviluppo del pubblico. Per me si tratta di una missione di essenziale importanza perché è chiaro che per il Teatro c’è sempre il pericolo di perdere il suo pubblico. Il tempo passa inesorabilmente, il pubblico invecchia ed è importantissimo attirare a teatro le nuove generazioni. In questo contesto abbiamo posto un grande accento sugli spettacoli per bambini, sui progetti dedicati ai giovani, su spettacoli di grande attrattiva, sulla collaborazione tra gli ensemble… Questo intento sarebbe dovuto essere largamente appoggiato anche dal progetto Fiume Capitale europea della Cultura, ma poi è scoppiata la pandemia, che ha impedito o in gran misura ostacolato il contatto diretto con il pubblico: la cosa peggiore che potesse succedere in questo campo artistico, che non può esistere senza il pubblico”.

La crisi: un’opportunità

“Spero, però, che questa crisi possa essere anche un’opportunità per riflettere ed escogitare una strategia d’incontro con il pubblico. Si tratta di una necessità, senza la quale non riusciremo a sopravvivere. Il motto delle ultime due stagioni, sopravvivenza, è direttamente legato al rapporto con il pubblico. Per questo motivo, il compito di tutti noi dipendenti del Teatro è creare spettacoli che comunichino con il pubblico e che spronino le persone a tornare nello Zajc per un altro appuntamento.

In questo contesto, credo che ‘Il flauto magico’ sia stato una scelta azzeccata, mentre l’équipe che vi lavora è giovane e piena di entusiasmo. Credo che il pubblico apprezzerà un cast giovane che si diverte sul palcoscenico. Personalmente, sono rimasta affascinata dalla ricchezza di spunti che offre questa straordinaria opera di Mozart. Come regista, ho dovuto apprendere delle regole molto specifiche che è necessario rispettare nell’allestimento di un melodramma, il che sarebbe stato molto difficile senza l’aiuto del mio caro collaboratore, il Maestro Valentin Egel. Giovane e talentuoso, Valentin si è dedicato a questo lavoro con tantissimo entusiasmo, anche perché è un grande appassionato di opera. Aiuta molto anche il fatto che parla il tedesco e ciò vuol dire molto per chi, come me, non parla questa lingua. Per quanto riguarda il segmento musicale, possiedo una formazione musicale di base per cui conosco le note. Tutti i dialoghi saranno in croato, mentre l’opera sarà sottotitolata in inglese, così da poter essere seguita anche dai nostri spettatori dall’estero”.

È una pratica molto frequente negli ultimi vent’anni inserire la trama di un’opera in un contesto contemporaneo. In che modo è stato affrontato “Il flauto magico”?

“Comprendo il bisogno di rendere più attuali le trame dei melodrammi perché si tratta di un modo di avvicinarli al pubblico contemporaneo. Qui si verifica un interessante confronto tra un materiale arcaico e la contemporaneità. D’altro canto, noi come dipendenti del Teatro abbiamo il compito di offrire un repertorio equilibrato tra opere classiche e quelle contemporanee. ‘Il flauto magico’ ha una struttura fiabesca, mentre ogni personaggio si sviluppa nel corso della trama. Quest’opera non è stata ‘attualizzata’ perché non si svolge in un periodo storico ben definito. È una fiaba e ciò ci permette di giocare, nella cornice che ci ha dato Mozart con la sua musica e l’epoca storica in cui l’ha composta. I dialoghi sono stati un po’ accorciati, ma la musica è integrale. Abbiamo ideato anche una variante più breve dell’opera, destinata ai bambini”.

”Il flauto magico” contiene anche un’aria molto impegnativa che poche cantanti liriche sono capaci di eseguire. Si tratta della celeberrima aria della Regina della Notte, che sarà interpretata dal soprano Viktorija Đurđek. Trattandosi di una delle arie più celebri del repertorio operistico, eseguirla è anche una grande responsabilità.

“Ogni volta che sento cantare Viktorija mi stupisco della sua straordinaria voce, mentre il Maestro Egel è entusiasta, per cui sono sicura che il pubblico lo sarà pure. Ho notato che il segmento musicale dell’opera è talmente solido che già questa parte sarà sufficiente a incantare tutti i presenti. Per quanto riguarda la scenografia, questa è ispirata agli albi illustrati, per cui è creata interamente di carta. Questo strano mondo e i suoi protagonisti ‘escono’ dalle pagine del libro come nella storia di ‘Alice nel mondo delle meraviglie’. Per me era interessante vedere come le regole che è necessario rispettare nell’allestimento di un’opera siano diverse da quelle che caratterizzano un dramma o un musical. In un’opera, i solisti devono essere sempre rivolti verso il pubblico e il direttore d’orchestra e devono muoversi nella parte anteriore del palcoscenico. Inoltre, i materiali usati nella scenografia non devono assorbire troppo il suono. Sono molto felice di aver avuto la possibilità di dirigere questo spettacolo e di lavorare con un cast di grande talento, giovane, modesto e laborioso”.

Slavko Sekulić nei panni di Sarastro

Nel ruolo del principe Tamino si esibirà il tenore Filip Filipović, nei panni della Regina della Notte ci sarà Viktorija Đurđek, nel ruolo di Papageno si alterneranno Ivan Šimatović e Dario Bercich, mentre in quello di Papagena si esibirà Morana Pleše Petruševski. Nel ruolo di Pamina si alterneranno Darija Auguštan e Gabrijela Deglin, mentre Slavko Sekulić sarà il grande sacerdote Sarastro. Negli altri ruoli si presenteranno Vanja Zelčić, Lorena Krstić, Emilia Rukavina, Ivana Srbljan, Sofija Cingula e Marko Fortunato. Le scene e i costumi sono di Sandra Dekanić, le coreografie di Carlos Huerta Pardo e Michele Pastorini, mentre le luci sono di Dalibor Fugošić. Vi prendono parte anche gli attori del Dramma Italiano, Serena Ferraiuolo e Giuseppe Nicodemo.

Filip Filipović nel ruolo di Tamino

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