Il CRS e le sue collane si rinnovano

Presentato il numero 48 di una delle collane più importanti dell’istituto, gli «Atti»: 560 pagine, 17 saggi originali prodotti da studiosi italiani, croati e sloveni

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Il CRS e le sue collane si rinnovano

Introdotti da due canti popolari – “La mia batana” e “El me paies” –, eseguiti dal Coro misto della locale Comunità degli Italiani, diretto dalla maestra Franca Moscarda, gli “Atti” numero 48 del Centro di ricerche storiche di Rovigno sono stati presentati ieri sera a Sissano. Numerose presenze e un’assenza notata da tutti, quella dell’ex direttore e cofondatore dell’istituto, Giovanni Radossi, che dopo cinquant’anni di vita e impegno professionale dedicati al Centro, è andato in pensione e non ha potuto partecipare alla serata. A Nino numerosi attestati di stima, parole di affetto e tanti ringraziamenti per tutto ciò che ha fatto e continuerà a fare, ora da ricercatore.
Tutti gli ospiti intervenuti – come il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI al parlamento di Zagabria, Furio Radin, già presidente dell’Unione Italiana, la vicepresidente della Regione istriana, Giuseppina Rajko, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, il presidente dell’Associazione delle Comunità istriane di Trieste e vicepresidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, David Di Paoli Paulovich, nonché ovviamente il “padrone di casa”, il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana e presidente della CI di Sissano, Paolo Demarin – hanno evidenziato l’importante ruolo del Crs sia in ambito storiografico – fin dal momento in cui nasceva, nel 1968, offriva un nuovo approccio alle indagini storiografiche, che si rifaceva alla scuola delle “Annales”, all’esame scrupoloso delle fonti certe, scevro da condizionamenti ideologiche, nazionali o di qualsiasi altro genere, facendo affidamento ai fiore degli studiosi non soltanto regionali, ma promuovendo il dialogo tra i ricercatori – che in riferimento alla CNI, elemento imprescindibile del territorio, di cui ha documentato, valorizzato e promosso la presenza, dimostrandosi sempre aperto e disponibile alle Comunità e alle altre istituzioni, con un’ottica più che mai necessaria, ossia quella di fare rete. Una missione che sta portando avanti pure oggi, assorbendo tutte le novità, scientifiche e metodologiche. Pieno appoggio al Centro, un’eccellenza, complimenti agli autori dei saggi contenuti nel volume; all’erede di Radossi, il nuovo direttore Raul Marsetič, gli auguri di buon lavoro.

Un appuntamento di rilievo

Il direttore Raul Marsetič nella sua allocuzione ha annunciato importanti novità

Quello di ieri sera era uno degli appuntamenti più importanti di questa stagione per il Crs, che nonostante tutte le difficoltà è riuscito a rispettare la tempistica dell’uscita delle sue pubblicazioni. “I problemi di carattere finanziario che abbiamo dovuto affrontare attendono un’approfondita riflessione – ha rilevato il direttore –. Spero si sia trattato di un’anomalia, comunque noi abbiamo dimostrato la nostra capacità di reagire a una situazione estrema”. Marsetič ha precisato che il Centro per poter proseguire con la sua attività e crescere come ha sempre fatto ha bisogno di stabilità; ha annunciato il rinnovamento delle riviste, il coinvolgimento di Comitati scientifici internazionali, l’inserimento in indici di citazioni e altri progetti ambiziosi, che non mancheranno di coinvolgere i giovani.

Dimensione sovranazionale

Nuovo anche il direttore degli “Atti”, Rino Cigui. Nel suo discorso, ha evidenziato il consuntivo di tutto rispetto per il Crs in questo primo mezzo secolo e la soddisfazione per gli obiettivi raggiunti. Cigui ha anche ricordato che il Crs è stato a Sissano altre volte con le sue opere, sempre bene accolto dalla CI e dai suoi attivisti. Degli “Atti” ha anticipato che coprono un arco temporale molto ampio, dall’antichità al Novecento, spaziando in diversi argomenti, dall’archeologia ed epigrafia alla botanica, dalla storia sanitaria alla storia militare…I contenuti del volume sono stati illustrati dal professor Fulvio Salimbeni di Trieste, che oltre a riassumere i tratti peculiari dei vari saggi, ha osservato che in generale queste 560 pagine appena uscite confermano la dimensione sovranazionale, oltre che pluridisciplinare, dell’approccio alla materia passato, la valorizzazione delle carte, ossia dei documenti d’archivio (pubblici o privati), che staccano la produzione del Crs da certa pubblicistica, basata spesso su cose ritrite.

La sezione «Saggi»

Fulvio Salimbeni, Raul Marsetič, Paolo Demarin e Rino Cigui davanti al Coro misto della CI di Sissano diretto dalla Maestra Franca Moscarda

Dunque, il tomo come da tradizione si divide in due sezioni. La prima, riservata ai “Saggi” e che comprende nove contributi, si apre con l’articolo “I nuovi notabili Duoviri Iadestini e alcune considerazioni sull’amministrazione di Iader” di Simone Don (Università di Verona) in cui si prendono in esame tre iscrizioni romane pertinenti all’antica città di Zara, relative a magistrati locali; segue l’approfondimento di Rino Cigui (Crs di Rovigno), che attraverso la figura di Giacomo Boldù, analizza la funzione che ebbe in Istria il Provveditore alla Sanità, ossia il funzionario veneziano cui la Serenissima demandò l’organizzazione della difesa sanitaria della provincia negli anni 1738-1740, e che giocò un ruolo preminente rispetto alla stessa sfera politico-militare; Giovanni Radossi (Crs di Rovigno) scopre un tassello singolare, la controversia tra la fedelissima comunità di Rovigno e i fratelli Costantini per il “forno nuovo drio Vier” (1777-1793); Marko Jelenić (Canfanaro) affronta una questione demografica, ossia l’andamento della popolazione di Valle tra il 1814 e il 1825, in particolare a fronte della carestia che colpì il territorio nel 1815; Sandro Cergna (Facoltà di studi interdisciplinari, italiani e culturali di Pola) si occupa invece del carteggio di Pietro Stancovich sul “nuovo metodo economico-pratico di fare e conservare il vino”, recuperando sedici lettere dall’Archivio della Biblioteca universitaria di Pola; Raul, Marsetič (Centro di ricerche storiche di Rovigno) conduce uno studio sul contesto storico e lo sviluppo del complesso militare di monumenti di Santa Caterina nel Golfo di Pola; Kristjan Knez (Centro di ricerche storiche di Rovigno) “entra” nel passato del Municipio di Capodistria, rilegge gli scritti di Tomaso Luciani nei manoscritti della famiglia Carli conservati a Bergamo; Tullio Vorano (Albona) propone il carteggio Oreste Baratieri – Giuseppina Martinuzzi.

«Note e documenti»

Per quanto riguarda la sezione “Note e documenti”, Ivan Milotić (Cattedra di Diritto romano, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Zagabria) firma il saggio “Il territorio della Via Gemina tra San Lorenzo (Jazero) e Monte Cocusso (Kokos)”; Slaven Bertoša (Università Juraj Dobrila di Pola, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Storia) si occupa del Castello di Mune; il contributo di fra Ljudevit Maračić ha come oggetto l’amministrazione finanziaria della Provincia di San Girolamo dei frati minori conventuali in Dalmazia (1632-1822); Dean Brhan (Cittanova) interviene su “Castro San Vincenti. L’andamento della popolazione e i flussi migratori” dalla seconda metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento; David Di Paoli Paulovich (Trieste) scende in campo musicale e religioso (rituale) ed esplora la tradizione della città di San Giorgio, ossia di Pirano; Claudio Pericin (Pola) trascrive e analizza l’elenco delle “piante economiche” presenti in Istria nel XIX secolo secondo l’elenco di Bartolomeo Biasoletto; Valentina Petaros Jeromela (Capodistria) ripercorre le vicissitudini, le esperienze e le scelte del noto biologo Artistocle Vatova (1897-1992). Come da consuetudine, al termine della cerimonia, il Crs ha offerto il volume al pubblico.
Tutte le pubblicazioni del Crs sono disponibili in rete, scaricabili dal sito dell’istituto.

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