«Il Carro di Tespi», un progetto in costante crescita

La terza edizione della rassegna, conclusasi di recente, ha riconfermato l'interesse del pubblico per il teatro italiano in piazza. Gli organizzatori Federico Guidotto e Giulio Settimo spiegano l'importanza di far diventare la manifestazione un festival che potrebbe superare i confini regionali e snodarsi tra l'Istria e il Quarnero

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«Il Carro di Tespi», un progetto in costante crescita
Il TNC “Ivan de Zajc”, Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Il teatro portato in piazza ha una lunga e complessa storia, è presente nelle strade fin dall’antico Egitto e nella cultura greco-romana. Il tempo in cui le rappresentazioni si sono svolte in veri e propri edifici teatrali storicamente è molto limitato rispetto alle fasi dove lo spazio scenico era un luogo all’aperto; un mercato, una fiera, una piazza, un cortile, una via o un claustro di un monastero. Dal Cinquecento fino al XX secolo, il teatro, concepito in uno spazio chiuso (edificio teatrale) si impossessa delle particolarità e delle tecniche del teatro di strada. Quest’ultimo si trova a dover affrontare una durissima battaglia per non scomparire. L’innovazione, il progresso artistico, la sperimentazione, un nuovo approccio e la necessità di ampliare l’offerta fanno sì che l’arte teatrale sia “a portata di mano” e venga vissuta “sotto casa”.

Esperienze nuove
Tra gli aspetti che arricchiscono di più l’offerta culturale di una località ci sono gli incontri con la produzione di compagnie sia nazionali che internazionali. Confrontarsi con artisti di culture e formazioni diverse rappresenta sempre, per il pubblico locale, ma anche per i turisti, una scoperta di nuove sfaccettature dell’arte teatrale e di modi di approcciarsi allo spettacolo, mentre chi si trova in scena ha l’opportunità di aprirsi a esperienze inaspettate, mettendosi alla prova per affinare le proprie abilità performative. È quanto successo di recente in Istria, dove si è tenuta la terza edizione della rassegna teatrale itinerante “Il Carro di Tespi, teatro italiano in piazza”.
Il progetto è stato ideato dal Dramma Italiano del TNC “Ivan de Zajc” e dal COMITES Fiume, co-organizzato con l’Unione Italiana e le Comunità degli Italiani di Crassiza, “Giovanni Palma” di Torre e Salvore e i rispettivi Comuni ed Enti per il turismo (Buie, Torre-Abrega e Umago), con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e per i diritti delle minoranze nazionali e di TRY theatre, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Fiume e dell’Assessorato alla cultura e territorialità della Regione istriana.

Tre spettacoli diversi
La rassegna 2024 è stata inaugurata a Crassiza (Buie) con lo spettacolo “Dall’Istria… con amor!” del Dramma Italiano. Il testo porta la firma del noto giornalista e letterato istriano Drago Orlić, nonché della regista Petra Blašković originaria di Pola. Con un po’ di ironia e tanto umorismo, lo spettacolo presenta una serie di cartoline dall’Istria che narrano delle lingue che vi vengono parlate, usi e costumi, tradizioni, musiche, ma anche della resistenza dimostrata dai suoi popoli nei confronti delle diverse bandiere che le sono state imposte. Lo spettacolo, che ha riscosso grande successo, ha offerto una cartolina di un mondo a sé, grazie anche alla maestria degli artisti che hanno saputo trasformare la serata in un evento unico e irripetibile.
Si è proseguito a Torre-Abrega con “Cena tra amici”, un brano presentato dalle compagnie Doppeltraum Teatro/Crack24/A.M.A. Factory di Torino. La messinscena ha trasformato la piazza antistante la sede della Comunità degli Italiani “Giovanni Palma” in una casa, o meglio una sorta di ring di dibattito. In questo insolito spazio scenico, gli attori hanno recitato e citato ricette fino all’ora di cena, tra risate, urla, colpi di scena grotteschi, balli, rancori e legami profondi. Nella scena, uno scontro politico diventa uno scontro umano, e i personaggi rifiutano i ruoli imposti, svelando completamente sé stessi.
La terza e ultima tappa dell’edizione 2024 della rassegna teatrale itinerante si è tenuta a Salvore (ai piedi del faro) con “Apocalisse tascabile” (Fettarappa Sandri/Guerrieri, Roma). Durante un atto unico eroicomico, Dio appare senza preavviso in un supermercato periferico di Roma per annunciare la fine del mondo. Solo un giovane amorfo lo prende sul serio, diventando il profeta della fine dei tempi, accompagnato da un angelo dell’Apocalisse. Tra ironia e profondità, i due giovani apostoli hanno attraversato una città che già vive la propria estinzione quotidiana, offrendo uno sguardo pungente sulla decadenza umana. Lo spettacolo tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili.

Un’iniziativa grossa e costosa
I tre appuntamenti di quest’anno hanno riconfermato il successo dell’iniziativa alla cui riuscita ci tengono tanto gli organizzatori, i quali ci spiegano l’importanza di far diventare la manifestazione un festival che potrebbe superare i confini regionali e snodarsi tra l’Istro-quarnerino.
“Siamo molto soddisfatti perché abbiamo visto un crescente interesse rispetto agli anni precedenti anche da parte del pubblico – esordisce Federico Guidotto, presidente del COMITES Fiume –. Le Comunità coinvolte nel progetto sono riuscite ad animare molto bene i suoi membri. Le CI hanno riconosciuto e apprezzato il progetto e sperano che il Carro passi anche dalle loro parti”. Nell’organizzazione figurano tanti enti e l’attività del COMITES all’interno della rassegna comprende incarichi diversi.
“I membri del COMITES contattano le compagnie, inviano comunicati stampa mentre il Dramma Italiano assicura il supporto istituzionale – prosegue Guidotto –. Il DI fa anche la selezione degli spettacoli. Le compagnie che abbiamo ospitato finora dall’Italia sono tutte di altissimo livello. Gli altri enti sono enti collaboratori. Il progetto è grosso e costoso e quindi è necessaria la collaborazione di diverse istituzioni. Mi fa molto piacere che l’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Zagabria per il terzo anno consecutivo creda in quest’idea – esprime gratitudine il nostro interlocutore –. Importante il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Fiume. Fondamentale invece il sostegno finanziario dell’Unione Italiana senza la quale non si potrebbe realizzare il progetto. Colgo l’occasione per ringraziare l’UI che è l’ente che assicura la maggior parte di mezzi”.

Aprirsi ai turisti
Gli spettacoli vengono seguiti sia da connazionali che da turisti e il numero di spettatori aumenta di anno in anno. “Il primo anno abbiamo visto la necessità di rivolgersi anche ai turisti, perché d’estate ce ne sono in queste località. L’anno scorso abbiamo inserito i sottotitoli in inglese e quest’anno abbiamo deciso di continuare su questa linea inserendo anche i sottotitoli in lingua croata. Per le prime due date, nell’Istria interna, c’era sì qualche turista che ha seguito gli spettacoli. Durante la terza tappa, a Salvore, il numero è salito. C’era una grande partecipazione di turisti che si sono fermati a seguire lo spettacolo grazie appunto ai sottotitoli”. Il “Carro di Tespi” finora si è presentato a Montona, Portole, Villanova (prima edizione), Grisignada, Visinada e Gallesano (seconda edizione) e Crassiza, Torre-Abrega e Salvore (terza edizione).
I preparativi per la quarta edizione sono già in corso. “L’intento è quello di cercare tre posti nuovi dove non siamo stati finora – precisa Federico Guidotto –. Probabilmente ci sposteremo anche nella Regione litoraneo-montana. È un’anticipazione ma non è stato ancora confermato. Il progetto è grande quindi ne stiamo già lavorando siccome il tutto viene fatto all’aperto, gli spettacoli non si svolgono all’interno delle Comunità. Nel corso di queste tre edizioni abbiamo imparato tanto e quindi va organizzato tutto per tempo. Noi selezioniamo le compagnie dall’Italia. Giulio Settimo (direttore del DI, ndr) fa da direttore artistico della kermesse però abbiamo intenzione di cambiare un po’ sistema negli anni a venire – viene anticipato –. Abbiamo bisogno di ottenere finanziamenti più sicuri senza dover andare a bussare alla porta di varie istituzioni. Sarebbe bello se qualcuno credesse nel progetto dato che il COMITES e il DI non hanno le risorse per realizzarlo autonomamente. Il ‘Carro di Tespi’ potrebbe diventare un progetto regolare, potremmo fare un festival a tutti gli effetti. Pensiamo dunque alle località in cui portare gli spettacoli ma pensiamo anche al fatto di portare un certo tipo di teatro perché le Comunità hanno le loro filodrammatiche. Qui invece l’intento è di presentare le compagnie di alto livello nell’Istria, per dare una misura di qualità all’offerta anche delle Comunità. Siamo un gruppo molto entusiasta che ci tiene a portare avanti questo progetto e fare in modo che cresca” – viene confermato da parte di uno degli organizzatori.

Avvicinare i cittadini alla recitazione
Gli spettacoli proposti nell’ambito della terza edizione del “Carro di Tespi” hanno due obiettivi. “All’interno delle nostre Comunità, in questi borghi istriani, quest’anno si è scelto di fare tre spettacoli diversi, tre commedie ma con stili diversi – spiega Giulio Settimo, direttore del Dramma Italiano, uno dei due ideatori del progetto –. Abbiamo avuto ‘Dall’Istria… con amor!’, che è una commedia dialettale che ha una valenza storica, ricorda i costumi della nostra terra. Poi abbiamo presentato ‘Cena tra amici’, una commedia più classica. In tanti vi si possono riconoscere perché parla di situazioni umane tra famiglie e parenti. Abbiamo concluso con ‘Apocalisse tascabile’, una commedia graffiante quasi che volesse raccontare non solo la situazione dei giovani nella società odierna ma portare un messaggio non sono di critica e ironia ma anche di ribellione di fronte alle situazioni che i nostri giovani affrontano oggi. Il filo conduttore è sicuramente portare degli spettacoli divertenti quindi commedie però portare anche spettacoli molto diversi tra loro a livello tecnico e di metodo”.
La rassegna prende il nome dai teatri mobili realizzati attraverso strutture lignee coperte di cui si servivano i comici del teatro nomade popolare italiano per il loro teatro di strada, a partire dal tardo Ottocento. Venivano montati “su piazza” e restavano allestiti per una cinquantina di giorni durante i quali le compagnie dei “guitti” girovaghi recitavano sera dopo sera un copione diverso, esaurendo integralmente il loro repertorio. Essi devono il proprio nome alla figura mitica del teatrante Tespi d’Icaria, descritta da Orazio nell’“Ars poetica” ed erano ancorati all’idea di un teatro di massa di forte impatto emotivo e capace di veicolare la cultura teatrale fino a fasce dimenticate di popolazione. Il Fascismo si servì di questo modello e dell’esperienza del teatro girovago costruendo un progetto di teatro itinerante all’aperto a partire dal 1929: quattro enormi strutture teatrali – tre per la prosa e una per la lirica – trasportate su autocarri viaggiavano per tutte le province italiane in lunghe tournée, capaci di coinvolgere centinaia di migliaia di spettatori.
Al giorno d’oggi il teatro nelle piazze viene seguito a livello internazionale e soprattutto durante i mesi estivi.
“Il teatro nelle piazze è sempre benvisto ovunque, sia in Croazia che all’estero – fa notare Settimo –. Diventa una manifestazione di paese che si avvicina al pubblico. Si fa ritorno al teatro di una volta, è un tipo di teatro fruibile e molto accessibile a tutti. Per quanto riguarda la selezione degli spettacoli facciamo una cernita con il COMITES e con l’IIC di Zagabria. Ciascuno di noi guarda gli spettacoli e li propone al resto del gruppo. Sicuramente vorremmo provare a portare un giorno gli ‘Oblivion’ quindi commedie musicali. Ma dipenderà dalla commissione che sceglierà il programma”, conclude il direttore artistico della kermesse, Giulio Settimo.

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