I segreti del fondale marino di Morter

Il mare protagonista della mostra allestita nel Museo di Marineria di Spalato, con l’attenzione rivolta al naufragio di Mijoka

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I segreti del fondale marino di Morter
Monetine e reperti di vario genere allestiti nella grande sala del Museo. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Presso il Museo di Marineria di Spalato è in corso una mostra dedicata all’archeologia marittima. Nella grande sala del Museo è allestita l’esposizione intitolata “Il naufragio di Mijoka – Il segreto rivelato nel mare di Morter”. Le autrici della mostra sono Vesna Zmaić, archeologa del Dipartimento di Archeologia subacquea dell’Istituto croato di restauro e la consulente museale Marina Lambaša, storica dell’arte del Museo civico di Sebenico. Alla mostra hanno collaborato il curatore Bruno Brakus del Museo civico di Sebenico e le restauratrici Anita Jelić ed Antonija Jozić del Centro internazionale per l’archeologia subacquea di Zara.

L’archeologa Vesna Zmaić.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Il commercio nel XVI secolo
L’allestimento presenta un grande numero di reperti ritrovati nell’area del sito sottomarino della secca di Mijoka, nei pressi dell’isola di Morter. Nel sito giacciono relitti che testimoniano i commerci dal XVI al XVIII secolo lungo la via marittima riguardante l’Adriatico orientale il cui punto di riferimento commerciale finale era il porto di Venezia, grande centro commerciale e una delle potenze navali tra le più importanti del Mediterraneo. Le navi che trasportavano merci anche molto preziose, specialmente tra il labirinto delle isole tra Zara e Sebenico, spesso affondavano a causa di tempeste che portavano le navi lungo le pericolose scogliere sottomarine soprattutto nei bassi fondali costieri. Oltre agli incidenti e ai naufragi, l’area marina di Zara e Sebenico era frequentata dagli uscocchi che abitualmente attaccavano e depredavano le navi veneziane di ogni tipo.

Vasi e candelabri.
Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Reperti preziosi
Nella secca di Mijoka è stato così trovato nel 1972 uno strano relitto dalla forma di un veliero piccolo ed agile molto veloce perché insieme alle vele era munito di remi adatto per le incursioni a sorpresa adottate dalla strategia pirata degli uscocchi. Il relitto della nave era ricchissimo di oggetti preziosi e per 30 anni è stato oggetto di continui furti. Molti degli oggetti sono finiti nelle collezioni di privati. Il sito segnalato dagli archeologi nel 2002, malgrado i continui furti, rivelò altro materiale nascosto sotto la sabbia del fondale. Gli archeologi hanno potuto ritrovare numerosi oggetti che testimoniano il carico preziosissimo che trasportava la nave pirata. Alcuni oggetti nell’allestimento dimostrano la ricchezza del carico. Si possono osservare una moneta in oro e molte in argento, un piccolo cannone che apparteneva ad un orologio solare grande da tavolo. Questo cannone caricato con micro polvere da sparo a mezzogiorno in punto sparava un piccolo proiettile. Molti frammenti di orologi da tasca sono esposti insieme ad una serie di lucchetti del XVIII secolo molto particolari che si chiudevano con combinazioni in lettere. Questo testimonia il carico di monili che contenevano molti oggetti preziosi. In una parte dell’allestimento vi sono pietre che venivano usate per collane. La mostra esalta la fantasia dell’osservatore tramite la magia dei ritrovamenti, ma provoca anche sentimenti di rammarico per il furto continuo di reperti. La mostra può essere visitata fino al 16 febbraio 2025.

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