“Il Mediterraneo è la nostra casa e il nostro sostentamento, la nostra storia e il nostro futuro”, così nel 2020, il segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, l’egiziano Nasser Kamel, motivò la decisione di proclamare il 28 novembre “Giornata del Mediterraneo”. Un appuntamento a cadenza annuale che invita tutti coloro che si identificano con il Mediterraneo a valorizzare il millenario patrimonio di questa agorà di umanesimo, saggezza e dialogo culturale.
Promuovere un’identità comune
Nell’ambito delle celebrazioni della Giornata del Mediterraneo alla Galleria “Kranjčar” di Zagabria è stata inaugurata ieri la mostra fotografica “Volti del Mediterraneo 2.0”. L’esposizione è stata organizzata dalla Fondazione nazionale per lo sviluppo della società civile in collaborazione con la Fondazione “Anna Lindh”, dalle Ambasciate italiana (è stato coinvolto pure l’Istituto Italiano di Cultura (IIC) di Zagabria), slovena, ellenica e spagnola nonché del Ministero croato degli Affari esteri ed europei nell’ambito dell’iniziativa MED9. La Giornata del Mediterraneo si celebra tradizionalmente con l’obiettivo di promuovere una comune identità mediterranea, favorendo scambi interculturali e abbracciando le diversità della regione. La ricorrenza è stata istituita anche per offrire maggiore visibilità agli sforzi quotidiani delle organizzazioni e dei cittadini volti a rafforzare la cooperazione e l’integrazione nella regione Euro-mediterranea.
Dalla tecnologia alla demografia
Le opere esposte sono state realizzate da autori italiani (tutti gli scatti provengono dalla mostra “Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso), croati, sloveni, spagnoli e greci. I temi dei loro lavori spaziano dalle nuove tecnologie all’ambiente, dai giovani alla demografia, dalla natura alla cultura, dai cambiamenti climatici alla tutela dell’ambiente, rispecchiando un po’ in quella che è l’agenda strategica del Mediterraneo.
Le autorità
Nel corso dell’inaugurazione sono intervenuti (con un video-messaggio) l’Ambasciatore della Repubblica d’Italia in Croazia, Paolo Trichilo e i suoi omologhi sloveno, spagnolo ed ellenico, rispettivamente Gašper Dovžan, Juan González-Barba e Athanassios Paressoglou (tutti e quattro erano presenti all’inaugurazione, come pure il direttore dell’IIC, Gian Luca Borghese). È stato proiettato anche un video-messaggio del ministro croato degli Affari esteri ed europei, Gordan Grlić Radman, mentre la direttrice e il presidente del consiglio direttivo della Fondazione nazionale per lo sviluppo della società civile, rispettivamente Cvjetana Plavša-Matić e Dražen Vikić-Topić, nonché il deputato Marko Pavić – intervenuto a nome del presidente del Parlamento di Zagabria, Gordan Jandroković e in veste di membro della delegazione croata nell’Assemblea parlamentare dell’Unione del Mediterraneo – hanno parlato in presenza.
Una questione di grande importanza
“Il bacino del Mediterraneo, grazie alle sue civiltà millenarie presenta una straordinaria eredità culturale. È sufficiente dire che solo i Paesi MED9 possono vantare 220 siti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Quasi il 20 p.c. del totale. Anche per questo ringrazio la Fondazione nazionale per lo sviluppo della società civile per aver organizzato una mostra fotografica alla quale l’Ambasciata d’Italia ha aderito con grande piacere. Per sottolineare l’importanza del Mediterraneo in tutti i suoi aspetti”, ha detto Trichilo, che in precedenza ha dichiarato alla stampa che per l’Italia, la Croazia e l’Europa: “Il Mediterraneo è una questione di grandissima importanza”. “Adesso la Croazia avrà – ancora Trichilo – anche il commissario europeo per il Mediterraneo, che tra l’altro è stato istituito per la prima volta. E questa mostra, attraverso le sue belle fotografie contribuirà a sottolineare l’importanza del Mediterraneo”.
Assicurare l’accesso alla formazione superiore
L’ambasciatore sloveno ha ribadito che una delle sfide della nostra epoca è costituita dalle migrazioni illegali e che al fine di contrastare i flussi clandestini Lubiana ha proposto di costituire una Fondazione che assicuri l’accesso alla formazione superiore di qualità ai giovani delle aree del Mediterraneo in affanno. Grlić Radman ha parlato delle sfide demografiche, dell’importanza e della dedizione che la Croazia presta ai temi legati al mare e al Mediterraneo. Il capo della diplomazia di Zagabria ha inoltre notato che gli sforzi profusi in questo senso dalla Croazia sono stati coronati dalla nomina della sua rappresentante in seno alla Commissione europea, ovvero Dubravka Šuica, alla guida dei dicasteri dell’esecutivo comunitario dedicati al Mediterraneo e alla demografia. La rassegna fotografica potrà essere visitata fino al 4 dicembre prossimo.
Migrazioni, porti, vita e mutamenti
L’Italia è presente con quattro temi: migrazioni (due immagini dell’Archivio Fotografico carbone), il porto come simbolo del Mediterraneo (una ripresa dal satellite Copernicus Sentinel dell’Esa: Napoli), la vita (satellite Deimos Imaginc: Pantelleria) e mutamenti (Maxar Technologies: Siracusa). La Slovenia è rappresentata dagli scatti di Jošt Gantar (Mare e monti) e Jaka Ivančič (Panorama e Sostenibilità). La Croazia è raffigurata nelle foto di Ante Gugić sul tema “L’uomo e il mare” (“La libertà è di colore blu”, “Lo spiedo di Lagosta/Lastovo” e “Sufficiente per me”) e identità, interpretata da Ines Katić con tre fotografie della serie “La casa della memoria”. La sezione spagnola presenta i temi “Il frutteto d’Europa – Il singolare ecosistema del Mediterraneo”, “La vita in armonia degli esseri umani e della natura” e “Patrimonio culturale comune”. Tutti gli scatti sono di Angel Fitor (“La morte del mondo”, “Alambarda” e “Missione Skerki”).
Tre i temi ellenici: “Lo spazio e il tempo”, “Il simbolismo degli alberi” e “La natura come ispirazione”. A interpretarli è stata Chloe Akrithaki con le fotografie intitolate: “Echi nel marmo”, “L’abbraccio del pistacchio”, “Il pensare fa venire le rughe” e “La fragile arte dell’opuntia”.
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