History Film Festival. Il Grand Prix a Jurij Gruden

La Rassegna ha visto in gara 21 titoli selezionati tra le 151 pellicole iscritte alla competizione. All’Art cinema di Fiume proclamati i vincitori delle dieci categorie

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History Film Festival. Il Grand Prix a Jurij Gruden
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Si è conclusa la sesta edizione dell’History Film Festival (HFF), che quest’anno ha visto in gara 21 titoli, selezionati da Boris Ružić, operatore culturale e ricercatore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, tra 151 film iscritti al bando di concorso. In occasione della chiusura della manifestazione dedicata al documentario storico, tenutasi all’Art cinema di Fiume, sono stati proclamati i vincitori delle dieci categorie della competizione (più due menzioni speciali). A ottenere il Grand Prix del sesto HFF è stato “Iskre v času”, del regista sloveno Jurij Gruden.

Vincitore assoluto
“L’ultimo giorno del Festival è sempre segnato da sentimenti contrastanti, con momenti bellissimi e memorabili che si uniscono a quelli malinconici”, ha esordito la direttrice esecutiva dell’HFF, Tiha Modrić, inaugurando la premiazione e ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione della sesta edizione della rassegna, tra cui la Città e l’Ente turistico di Fiume, nonché l’Art cinema come partner della manifestazione. Il vincitore assoluto dell’HFF di quest’anno è Jurij Gruden, che oltre ad avere conseguito il Grand Prix della Rassegna, è stato proclamato miglior regista, rappresentando con maestria “una storia delle opportunità mancate della Jugoslavia”, come espresso nella motivazione del premio. La giuria internazionale del Festival è stata composta da Branko Schmidt, pluripremiato regista e redattore televisivo croato (la cui filmografia include titoli come “Metastaze” e “Ljudožder vegetarijanac”), Beate Thalberg, regista, sceneggiatrice e redattrice televisiva con sede a Vienna, vincitrice di riconoscimenti quali la Rosa d’oro (dell’omonimo Festival di Montreaux) e il Premio Romy (assegnato dal quotidiano austriaco Kurier) e Sandra Rančić, regista cinematografica e televisiva serba, nonché giornalista e direttrice artistica del Festival Dok’n’Ritam di Belgrado, da lei fondato nel 2016 e dedicato al documentario musicale.

I titoli premiati
Il Premio “Bernardin Modrić” (che prende il nome dal fondatore dell’HFF, scomparso a novembre dell’anno scorso) per la miglior produzione è andato a Sophie Faudel per il film “Un été à la Garoupe”, scritto e diretto da François Lévy-Kuentz, mentre il miglior montaggio è stato quello di Tomasz Wolski per “1970”, da lui diretto. La giuria ha premiato “Pesänlikaajat – erään kirjakohun anatomia” di Arthur Franck per la miglior colonna sonora, firmata da Salla Luhtala. La miglior sceneggiatura è stata invece quella di Vedrana Pribačić e Mirta Puhlovski, autrici del film “Veće od traume”. Il riconoscimento per la miglior fotografia è stato consegnato a Hardi Qadir e Haider Omar per il documentario “Sleeping in ruins”. Stando alle valutazioni della giuria, il miglior documentario televisivo presentato nell’ambito del sesto HFF è stato “La femme sans nom, l’histoire de Jeanne et Baudelaire”, diretto da Régine Abadia, mentre il titolo di miglior documentario indipendente è stato assegnato a “Bosanski Brodvej”, scritto e diretto da Jasmina Beširević. In aggiunta, la giuria internazionale ha conferito due menzioni speciali a “10 days in may” del regista sudcoreano Hyung-suk Kim e a “The oath of Cyriac” di Olivier Bourgeois. Quest’ultimo, inoltre, si è aggiudicato il premio del pubblico “per l’innegabile messaggio di speranza e della vittoria del bene sul male che emana”.

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