
Nel contesto degli incontri organizzati nell’ambito dell’History Film Festival, che vedono la partecipazione di esponenti dei media, del pubblico e degli autori, dopo l’incontro con il regista Branko Schmidt, un altro evento di rilievo è stato organizzato presso l’angolo americano della Biblioteca civica di Fiume. Questa volta, l’ospite è stata JC Guest definita in rete come filmmaker, regista, produttrice e sceneggiatrice cinematografica. Ad accompagnarla c’era Shawn Rhodes, regista, produttore, direttore della fotografia e amico, con cui ha collaborato ai suoi film.
Una lunga carriera cinematografica
Oltre che con Shawn, JC collabora anche con il marito, il regista John Alexander, con cui condivide una lunga carriera cinematografica iniziata ai tempi di Harvard. Insieme, hanno fondato a Asheville (città natale di JC Guest), nella Carolina del Nord, la Crook & Nanny Productions, una società attiva nell’industria cinematografica. Attualmente, vivono tra Asheville e Los Angeles, dove gestiscono la maggior parte dei loro progetti.
L’incontro intitolato “Mali film s velikim utjecajem” (Piccolo film dal grande impatto) è stato un’opportunità per dimostrare come un film con un budget limitato, pur non appartenendo al mondo scintillante del mainstream, possa comunque ottenere successo e visibilità mediatica. JC, che ha collaborato con nomi del calibro di Robert Redford, Mel Gibson e Kristen Stewart e ha vinto un Emmy nel 2023 per il suo documentario “Little Satchmo”, ha discusso di come sia possibile superare le difficoltà della produzione e creare un capolavoro anche con risorse limitate. Per illustrare meglio le sue tesi, ha mostrato alcuni frammenti dei suoi film e li ha analizzati specificamente, presentando scene di pochi minuti ciascuna.
Numerosi imprevisti
Sempre sorridente e pronta a rispondere con cortesia alle domande di giornalisti e pubblico, JC si è scusata subito per il suo accento del sud degli Stati Uniti, che a volte può risultare difficile da comprendere. Ha iniziato la sua esposizione parlando di come sono nati i suoi capolavori cinematografici, “This is Love” e “Little Satchmo”.
Non vanta solo quelli, però; le prime scene che mostra sono quelle del primo lungometraggio fatto da lei e il marito John, “Bender”, che narra la storia di una famiglia di serial killer nel Kansas post-guerra civile americana. Girato nel 2013 e uscito nel 2016, il film ha rappresentato una sfida significativa che JC ci ha sintetizzato con alcuni dettagli.
“Dopo aver realizzato questo film, abbiamo capito che non è necessario avere un budget enorme per creare qualcosa di rilevante – ha spiegato –. Abbiamo commesso tutti gli errori possibili: ad esempio, è sconsigliato inserire bambini e animali nei film, e noi lo abbiamo fatto. Abbiamo girato con un cast di una dozzina di persone e in un luogo per noi sconosciuto, il Kansas. Avevamo bisogno di girare all’aperto e in condizioni asciutte, ma abbiamo incontrato numerosi acquazzoni che hanno costretto a rimandare le riprese più volte. Tanti imprevisti, che ci hanno fatto crescere come autori e insegnato che l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo. Abbiamo trascorso circa quattro settimane in Kansas per le riprese imparando che non è necessario avere set giganteschi; anche se sarebbe più facile, ciò che conta è la bravura degli attori e una buona organizzazione. La sicurezza sul set, come in qualsiasi altro lavoro, è fondamentale anche nel campo cinematografico”.
La gestione dei diritti d’autore
Durante l’incontro, è stata posta dal pubblico la domanda riguardante il budget del film, e JC Guest ha spiegato che, prima di tutto, volevano investire solo denaro proveniente da fonti pulite. “Nessun denaro di origine mafiosa o guadagnato in breve tempo; siamo stati molto attenti ai capitali che abbiamo ricevuto. Curiosità: i primi 2.000 dollari sono arrivati da un amico di famiglia. All’inizio non sapevamo nemmeno cosa fare con questi soldi. Poi, tra sponsor e investitori, che non mancano mai quando si tratta di un film, abbiamo raccolto circa 150 mila dollari”.
Il discorso è proseguito in tono rilassato e interessante. Si è parlato anche di altri tipi di film, come il documentario sul mondo musicale “This is Love” del 2018, che su IMDb ha ottenuto un ottimo voto di 8.9 su 10. Questo documentario ha servito come esempio delle difficoltà legate alla gestione dei diritti d’autore. “A volte ci siamo sentiti tentati di rinunciare, ma poi abbiamo deciso di portare a termine il progetto, impacchettando la vasta quantità di musica e scene a nostra disposizione utilizzando una tecnica caleidoscopica di montaggio, dopo una lunga raccolta di materiale che abbiamo deciso di includere, trovato un po’ ovunque”.
JC ha anche rivelato che i vari film hanno stili diversi. Ad esempio, ha citato il film “Little Satchmo,” dove si è scelto di adottare uno stile in cui una donna narra tranquillamente le sue esperienze e drammi.
Quello con la filmmaker JC Guest è stato un incontro davvero interessante e formativo, e ci auguriamo che anche nella prossima edizione del festival, che si è concluso ieri sera, ci saranno appuntamenti di questa caratura.
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