Goran Crnković. «Conservare un patrimonio per le generazioni future»

A colloquio con Goran Crnković, a capo della Matica Hrvatska, l’organizzazione indipendente più antica

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Goran Crnković. «Conservare un patrimonio per le generazioni future»
Goran Crnković. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La Matica hrvatska è tra le più antiche organizzazioni indipendenti e non governative croate. Fondata il 10 febbraio del 1842 da un gruppo di appartenenti al Movimento illirico, con a capo il conte Janko Drašković, l’istituzione è rivolta alla promozione e alla valorizzazione della cultura croata, concentrandosi, in primis, nel campo delle arti e delle discipline umanistiche. Diventata nel corso del tempo un’istituzione nazionale, la Matica hrvatska (MH), oggi presieduta dal celebre scrittore croato Miro Gavran, ha festeggiato l’anno scorso i primi 180 anni d’attività, la cui celebrazione si è unita di recente a quella del 70.esimo anniversario della fondazione della sede fiumana dell’organizzazione, che oggi conta circa ottanta membri. Abbiamo incontrato lo storico Goran Crnković, a capo del sodalizio fiumano dal 2007 (succeduto a Darko Deković) ed ex direttore dell’Archivio di Stato di Fiume, che ci ha parlato della storia e del particolare ruolo della sede fiumana della MH nel contesto socioculturale del capoluogo quarnerino,

La MH ha celebrato di recente i primi 180 anni d’attività, mentre la sede fiumana ne ha festeggiati 70. Qual è l’importanza di questi anniversari?
“Ogni anniversario rappresenta un motivo per celebrare, per ricordare gli inizi e il tragitto compiuto per arrivare allo stato attuale. È un periodo davvero lungo, durante il quale si sono trasformate le condizioni politiche e socioculturali, nonché la complessiva funzione dell’ambito artistico-culturale nazionale e locale. Si tratta, in questo senso, di percorsi ricchi e variegati, che meritano una considerazione retrospettiva e che, al contempo, costituiscono delle pietre miliari per il futuro. Questi 180 anni contengono in sé la storia di questi territori e, in generale, del popolo croato. Va sottolineato che la MH è rimasta sempre fedele ai propri principi di base, ovvero quelli riguardanti la promozione della cultura, della lingua e dell’identità nazionale, nonché l’accesso al panorama artistico-culturale internazionale”.

In quale contesto storico nasce il sodalizio fiumano?
“Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio della Grande guerra, Fiume ha attraversato un periodo estremamente fertile a livello industriale, urbanistico e culturale. Uno sviluppo, quello, che mai più si è ripetuto nella storia fiumana e che, naturalmente, ha influito anche sulle circostanze sociali e demografiche della città. I due conflitti bellici mondiali hanno poi portato a delle conseguenze per cui si è sentita la necessità di far rivivere la vita sociale e culturale della città e in ciò è stata fondamentale l’attività della MH. In un primo momento, la sede fiumana era composta in larga misura da clerici, ma vi erano anche diversi altri personaggi storici residenti a Sušak, tra cui i membri della famiglia Nižan (Nugent), e in seguito, tutte le più grandi figure del milieu culturale fiumano, da Ivan Fiamin a Erasmo Barčić. Bisogna ricordare che la spinta all’istituzione del ‘comitato’ arrivò proprio dal governo. Durante una delle sedute della MH, Svetozar Rittig, uno storico degli ordini ecclesiastici e all’epoca ministro, sostenne la necessità della fondazione di una sede fiumana, in quanto percepiva le lacune della storiografia in merito al capoluogo quarnerino. Nonostante la MH non fosse, come non lo è neanch’oggi, legata alla politica, fu proprio uno stimolo dall’alto a portare alla fondazione del sodalizio fiumano. La prima amministrazione della filiale era presieduta da Viktor Car Emin, mentre Drago Gervais era incaricato come vicepresidente e Vinko Antić come segretario generale. Un dato poco noto è il ruolo del sodalizio nella fondazione della casa editrice fiumana Otokar Keršovani, attiva nel capoluogo quarnerino fino alla fine degli anni Ottanta. È interessante ricordare, inoltre, che il primo libro edito dalla MH fa proprio il volume ‘Fiume’ (Rijeka), pubblicato a Zagabria nel 1953: un’antologia storica sul capoluogo quarnerino, nata da un lavoro di ben sette anni da parte di storici e studiosi illustri. A mio parere, è il volume più significativo sulla storia fiumana”.

La situazione fiumana è piuttosto particolare parlando di senso d’appartenenza nazionale. In questo senso, la funzione della sede fiumana è stata storicamente diversa da quella delle altre filiali della MH?
“Assolutamente. Fiume ha attraversato dei veri e propri traumi culturologici, segnati da notevoli tagli. Il primo di questi è successo nel periodo di sviluppo economico-commerciale, che ha comportato un certo shock culturologico. Fino alla metà dell’Ottocento, Fiume non era molto diversa da tante altre città dell’Adriatico orientale. A casa solitamente si parlava il croato e negli ambienti ufficiali l’italiano, un fenomeno osservabile anche sulle isole e in altri centri della costa dalmata. Con l’improvviso sviluppo industriale, anche le politiche locali si sono modificate in quanto le autorità si sono rese conto dei vantaggi di una collaborazione con zone d’oltremare. Un secondo trauma è stato quello del periodo d’annunziano, che ha comportato letteralmente un ‘taglio’ della città, e, infine, il terzo è avvenuto al termine della Seconda guerra mondiale. La continuità della città è stata a più riprese interrotta, quindi, ed è questo ciò che distingue Fiume da altre città croate. Il comitato fiumano è stato formato in un periodo che vede l’unione tra Sušak e Fiume e ha quindi svolto un fondamentale ruolo di coesione socio-culturale della città”.

Qual è lo status del sodalizio fiumano al giorno d’oggi?
“La MH è una realtà asimmetrica, nel senso che la sede nazionale, a Zagabria, ha lo status di ‘istituzione’, mentre quella fiumana appartiene alla categoria di ‘associazione’. Ciò significa che dipendiamo da finanziamenti esterni, un aspetto che pone notevoli ostacoli alle attività. Chi porta avanti e fa parte della nostra associazione, lo fa solamente grazie al proprio entusiasmo. La sede fiumana, infatti, non conta nessun dipendente. Credo però che Fiume abbia assolutamente bisogno di un comitato della MH. Non possiamo e non dobbiamo immaginarci un mondo che non permette la cultura. Abbiamo il dovere e la responsabilità di trasmettere alle future generazioni le nostre conoscenze ed esperienze per evitare errori nella storiografia come troppe volte è accaduto. Bisogna salvaguardare il patrimonio artistico-culturale per poterlo usare come punto di partenza verso nuovi orizzonti. Sono contento dell’accoglienza della Città di Fiume in occasione degli anniversari che abbiamo celebrato e mi auguro che questo sia l’inizio di una collaborazione migliore”.

Quali sono i principali obiettivi dell’associazione fiumana per il momento?
“Quest’anno ci impegneremo a far conoscere al pubblico la funzione e il valore della MH fiumana. Presenteremo la bibliografia della ‘Riječka revija’, della rivista ‘Dometi’ e di tutte le nostre pubblicazioni, ribadendo ancora una volta che la sede fiumana dell’istituzione rappresenta la più grande casa editrice del capoluogo quarnerino. Eliminando il ruolo svolto dal consorzio, si perderebbe un grande pilastro della vita culturale della città”.

Quali sono oggi i rapporti tra la sede fiumana della MH e la Città di Fiume?
”Nel corso dei decenni, la collaborazione con l’amministrazione cittadina è variata molto. I finanziamenti da parte della Città sono stati progressivamente ridotti, mentre ora il sostegno consiste in uno spazio a disposizione per le attività dell’associazione, all’ultimo piano della Filodrammatica. Motivo per cui ci aspettiamo un maggiore riscontro in futuro. Vorrei richiamare l’attenzione sulla questione del periodico ‘Dometi’, pubblicato dal 1968. È tra le poche riviste specializzate pubblicate sul territorio fiumano e meriterebbe un maggiore sostegno da parte delle autorità cittadine, poiché tratta di argomenti d’interesse per il capoluogo quarnerino, dalla storia di Fiume a temi d’attualità nel campo delle discipline umanistiche”.

Qual è il futuro della sede fiumana della MH?
”L’obiettivo, innanzitutto, è quello di rimanere un punto fisso della vita culturale fiumana. Ci auguriamo che la Città riconosca il valore dell’associazione e che ci possa essere una sinergia con le istituzioni. Storicamente, i migliori risultati si sono ottenuti attraverso una buona interazione con la Città. La MH rimane un’organizzazione apolitica, non governativa e non esclusivistica, e non fa distinzioni di nazionalità in merito ai membri che vi fanno parte. Mantiene ancora oggi una vocazione nobile e una funzione formativa, per cui è fondamentale concentrarsi sulla trasmissione di tale ricchezza. Vorrei sottolineare, inoltre, parlando della promozione delle nostre attività, l’ottima collaborazione con il quotidiano ‘La Voce del popolo’ che è proseguita nel corso degli anni e che, personalmente, ho riscontrato anche durante la mia attività presso l’Archivio di Stato di Fiume. Credo si tratti di una pubblicazione impareggiabile per chiunque si occupi di storia del capoluogo quarnerino”.

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