
Uno spettacolo letterario-musicale davvero… coinvolgente, quello proposto nella Sala grande della Comunità degli Italiani di Pola. Trattasi del progetto “Dante nel contesto locale del FVG”, organizzato dall’Associazione “Amici gioventù musicale – Trieste ODV”, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, del Comune e della Diocesi di Trieste e con il sostegno della Facoltà di Scienze della Formazione – Sezione italiana dell’Università “Juraj Dobrila” di Pola. L’evento si è svolto nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni della morte del Sommo poeta, il padre della lingua italiana.
Un progetto internazionale
L’appuntamento culturale, finalizzato a ricostruire la leggenda di Dante in merito alla sua presenza sul confine italo-sloveno-croato, prendendone spunto per una rivisitazione culturale per questi territori, è stato aperto da Lorena Lazarić, vicepreside della Facoltà, la quale, nel salutare i numerosi presenti (perlopiù studenti), ha inviato gli auguri da parte della preside della Facoltà, Iva Blazević. A sua volta Anna Kaira, presidente della succitata organizzazione, che ha insegnato musica a Pola e come puntualizzato, alla quale è ancora molto legata, ha fatto notare che questo progetto è partito l’anno scorso. Di carattere internazionale, la manifestazione verrà presentata in diversi Paesi a noi vicini per illustrare la grandezza di Dante.
Sulle orme del Sommo Poeta
Si è iniziato dunque, in un’atmosfera piacevole a illustrare la presenza, presunta o meno, di Dante nei nostri territori. A recitare i testi sono stati Corinna Žužić, Chiara Glavaš, Elena Čakarević, Luka Mudrić e Tea Gržinić. Immancabili i primi versi della Divina Commedia: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita…”. Si vuole soltanto cercar di capire, è stato detto, cosa Dante pensasse del confine nord-orientale dell’Italia, delle sue genti e dei loro dialetti, quali luoghi abbia personalmente visitato, quali ha conosciuto per via indiretta. Infine, quali tracce del suo passaggio, materiale o ideale, vi abbia lasciato. Al giorno d’oggi, naturalmente, non c’è la certezza assoluta che il poeta si sia recato a Pola, in Istria, passando per il Friuli-Venezia-Giulia.
Confini geografici e politici
L’ipotesi si basa sulla descrizione dei confini geografici nord-orientali dell’Italia nella sua Divina Commedia. Tra l’altro, è interessante il fatto che Dante credeva nell’unità ideale dell’Italia, anche in senso politico. Era della convinzione che la natura le avesse assegnato dei confini e che i confini naturali pressapoco coincidessero con quelli linguistici e politici, ritenendo che il Friuli (goriziano compreso), l’Istria e il Carso facessero parte dell’Italia a tutti gli effetti. Spesso tutte le terre citate sono luoghi d’incontro di tre stirpi – la latina, la germanica e la slava.
Nella parte musicale dello spettacolo si sono esibiti con bravura Milica Orlić e Danijel Trajković, studenti del Conservatorio di Trieste, rispettivamente al violino e alla viola.
I giovani talentuosi musicisti hanno proposto i brani “8 pieces for violin and cello” di Reinhold Gliere, la Suite n.3 di J. S. Bach, nonché “Passacaglia” di Johan Halvorsen. Meritati applausi infine per tutti i protagonisti di quest’originale e istruttiva rappresentazione che oggi saranno di scena a Gorizia.
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