«Giusti tra le Nazioni»: La bontà in tempi oscuri

L’esposizione all’HKD di Sušak racconta le storie di 130 eroi croati riconosciuti per aver rischiato la vita per salvare gli ebrei durante l’Olocausto

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«Giusti tra le Nazioni»: La bontà in tempi oscuri
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Presso la Casa croata di Cultura (HKD) di Sušak è stata inaugurata la mostra “Giusti tra le Nazioni – Croazia”. Curata da Branka Sömen, l’esposizione comprende 35 pannelli che raccontano, attraverso storie e fotografie, le gesta coraggiose di persone eroiche riconosciute dallo Stato di Israele come Giusti tra le Nazioni. Questi 130 individui, attivi sul territorio croato, si aggiungono ai 28.217 nel resto del mondo, e sono ricordati per aver rischiato la propria vita per salvare quella degli altri.

Questi 130 Giusti, che sarebbero potuti rimanere indifferenti, hanno dimostrato che l’umanità può emergere anche nei momenti più bui e nei periodi più pericolosi, dove spesso la scelta più sicura sarebbe stata restare in casa e agire il meno possibile. Salvare i quasi 200 ebrei in tempi come quelli della Seconda guerra mondiale è anche una grande prova di coraggio, nonché di fede nel bene che va oltre la nazionalità, la culture o la razza. Anche se, siamo tutti d’accordo, di razza è brutto parlare.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Mostra inaugurata nel 2010
La mostra, patrocinata dal Ministero degli Affari esteri ed europei e approvata da Yad Vashem, è stata inaugurata nel 2010 a Los Angeles e successivamente esposta a Chicago, Houston e presso l’ONU a New York. Negli ultimi due anni è stata allestita in diverse città croate, tra cui Zagabria, Osijek, Đakovo, Spalato, Brod Moravice e Dubrovnik. A Fiume rimarrà aperta fino al 30 settembre.
La cerimonia di inaugurazione, condotta dal direttore dell’HKD, Edvin Liverić-Bassani, ha visto i discorsi dell’autrice dell’allestimento Branka Sömen, del presidente della Comunità ebraica di Fiume Ranko Špigl, del sindaco di Fiume Marko Filipović, del presidente dell’Associazione degli Antifascisti e dei Combattenti antifascisti Vojko Obersnel, del vicepresidente della Regione litoraneo-montana Petar Mamula e di Ivo Jelinek, figlio della nota designer di moda Žuži Jelinek, anch’essa salvata dai Giusti croati. Durante l’evento è stato anche letto un messaggio dell’ambasciatore israeliano in Croazia, Gary Koren. Branka Sömen ha collegato la mostra alla recente celebrazione del 243° anniversario della Comunità ebraica di Fiume, affermando: “Sono felice che a Fiume, città che fra dieci giorni celebra 243 anni dalla fondazione della Comunità ebraica, possiamo inaugurare questa mostra. È un promemoria importante di una grande bontà nei momenti più bui della storia croata”. Sömen ha descritto i Giusti come eroi silenziosi, persone rare di cui si sa poco, ma che hanno dato molto.
Ricordiamo che il titolo “Giusti tra le Nazioni”, così potente e poetico quando pronunciato, viene conferito da Yad Vashem, Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, fondato nel 1953 e comprendente un archivio, un centro di ricerca, un museo e memoriali dedicati alle vittime dell’Olocausto. Troppo poco spazio a disposizione per scrivere di esso, ma l’iniziativa è stupenda come anche l’idea di onorare a dovere chi se lo merita, che non è ebreo ma ha lottato con tenacia contro l’oppressione di questo popolo. “Custodiamo con orgoglio il nostro passato antifascista; invito tutti a prendere questa mostra come stimolo per apprendere dalla storia”, ha dichiarato il sindaco Marko Filipović.

Ivo Jelinek.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

«La storia non è finita»
Il presidente dell’Associazione degli Antifascisti e dei Combattenti Antifascisti, Vojko Obersnel, ha aggiunto: “È importante prestare attenzione ai movimenti odierni che causano danni proprio a causa della classificazione religiosa o etnica. La storia non è finita”.
Questa è la settima volta che la mostra viene allestita in Croazia e simbolicamente sul pannello numero 7 appare la storia della messa in salvo di Žuži Jelinek. Ivo Jelinek, il figlio, ha rimarcato il significato personale dell’esposizione osservando che “questo allestimento ha un grande significato per me. Ho sentito tantissime storie legate alla vicenda della mia famiglia e alle difficoltà affrontate dai miei genitori. Mia madre ha lavorato molto per onorare le persone buone di questa regione, che l’hanno aiutata a salvarsi. Dopo essere fuggiti da Zagabria a Sušak, qui hanno trovato riparo per un po’, per poi scappare un’altra volta in Lika per unirsi ai partigiani. Non sono stati tempi facili, per cui bisogna rimanere attivi al fine di garantire che le azioni dei buoni non vengano dimenticate. I cattivi sono ovunque e ricevono molta attenzione. I buoni sono silenziosi, ma è un bene che ci siano”, ha concluso.
Branka Sömen ha infine chiosato: “L’umanità non si compra, si eredita, così come anche l’odio”.

Tra il pubblico esponenti della Città, della Regione e della Comunità ebraica.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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