Giorno del Ricordo. Ridare dignità a personaggi e vicende caduti nell’oblio

Nella provincia di Rovigo è stata celebrata la giornata dedicata alla memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo

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Giorno del Ricordo. Ridare dignità a personaggi e vicende caduti nell’oblio
Nella sede della Provincia di Rovigo, con il presidente di provincia e sindaco di Rovigo, prefetto e molte altre autorità e i ragazzi della scuola Polesella. Foto: ROSSANA POLETTI

Davanti all’Istria, dall’altra parte dell’Adriatico si trova una terra che storicamente ha sempre avuto a che fare con il nostro mondo. Si pensi anche soltanto ai traffici fra gli Istri e la città etrusca di Adria nel millennio prima di Cristo. Ed è proprio in questa provincia che fa capo a Rovigo, siamo nel Polesine devastato nel 1951 da una tremenda alluvione, nella quale il Giorno del Ricordo ha assunto un aspetto particolare. Adria dà il nome al nostro mare, anticamente vi si affacciava, poi i fiumi hanno portato avanti le terre, qui si ricordano ancora le grandi barche che arrivavano da Rovigno piene di prodotti e ripartivano cariche di cipolle.

Una via dedicata a Norma Cossetto
A Rovigo, ci ha raccontato Bruno Malaspina vicesindaco di Crespino, altro comune della zona, dieci anni fa si intitolò una strada a Norma Cossetto, le tabelle stradali indicavano N. Cossetto e la gente del luogo non sapeva chi fosse questo signore! Malaspina, che si è fatto puntiglio di conoscere a fondo le vicende del confine orientale, spiegò loro che quel lui era in realtà una lei, infoibata dai titini in quel tragico 1943. Ora i negozianti della zona affiggono ogni anno i volantini delle manifestazioni del Giorno del Ricordo. E con Norma Cossetto ricordiamo tutte le donne che subirono la medesima sorte, oggi dimenticate, come le tre sorelle Radecchi, uccise solo perché la maggiore di 21 anni, incinta, aveva la “colpa” di essere sposata con un militare italiano. Albina, Caterina e Fosca furono ritrovate nella foiba di Terli.

Una vita rifatta
Nella provincia di Rovigo si celebra in modo articolato il 10 febbraio. Ad Adria con l’assessore alla Cultura, Antonella Ravagnan, il Comune ha realizzato un incontro incentrato su un argomento molto sensibile per quel territorio: l’esodo. Come ha avuto modo di riferire Daniele Milan, delegato ANVGD, “il Polesine visse l’esperienza dei profughi, ma questi, finita l’emergenza dell’alluvione, tornarono a casa. Gli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero tagliare i ponti e non tornare più, c’è una bella differenza”. “E quelli che dai campi profughi d’Italia dovettero emigrare all’estero furono esuli due volte” – ha ricordato Rosanna Turcinovich Giuricin, che ha raccontato la sua lunga esperienza in Canada con le nostre genti, che in quel paese ritrovarono una seconda vita ed ebbero modo di dimostrare la loro dignità, forza e capacità di ripresa.

Trasmettere la storia ai giovani
Le iniziative sono proseguite nella sede della Provincia di Rovigo, dove sono state coinvolte alcune classi di studenti della città che, dopo i saluti delle autorità, hanno presentato un video “Le amiche ritrovate”, realizzato dai ragazzi dell’Istituto comprensivo Polesella. La prof.ssa Laura Fasolin ha raccontato di due bambine Vanna Martinuzzi e Mirella Bobissa che si conobbero ad Albona negli anni ‘30, una istriana e l’altra arrivata dal Polesine. Vita tranquilla e in concordia con le popolazioni slave dell’entroterra, poi il ‘43 l’esodo, la fuga. Si ritroveranno dopo l’alluvione e Mirella sposerà il fratello di Vanna, abitano ora entrambe nel quartiere giuliano dalmata di Roma e nel Giorno del Ricordo sono state accolte dal presidente Mattarella. In questa occasione Rosanna Turcinovich Giuricin ha avuto modo di affrontare l’argomento “Il mare oltre … La storia recente ha diviso, l’Europa unisce”. “Incontro straordinario questo di oggi – ha detto Turcinovich –. Ci sono vicende che sono rimaste nell’oblio. La famiglia Martinuzzi viveva ad Albona vicino ad Arsia, zona di miniere nelle quali il regime autarchico e poi la guerra costrinsero ad una produzione forzata. Nello scoppio del ‘40 morirono oltre un centinaio di persone. Arrigo Grassi si era salvato ma tornò dentro a salvare i compagni, fece due viaggi ma poi non risalì più: persona che nessuno ricorda. Guardando al futuro con l’assenza di confini che l’Europa ha favorito, si tratta di capire oggi come gestire questa nuova condizione, la nuova libertà che avanza, una sfida e un’opportunità.” La tre giorni di Rovigo si è conclusa con un incontro a Crespino e una lezione con gli studenti delle classi terze della scuola media di Rovigo, ai quali Rosanna Turcinovich Giuricin ha illustrato la travagliata storia del confine orientale.

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