Franco Viezzoli, un uomo che vive il suo tempo

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Franco Viezzoli, un uomo che vive il suo tempo

TRIESTE | Vedere Franco Viezzoli immortalare tanti momenti importanti, è una consuetudine per il pubblico triestino, soprattutto per quello che partecipa alle tante cerimonie ed eventi delle associazioni degli esuli. Ma Franco, piranese, è un uomo che vive il suo tempo, si muove, circola, documenta, coglie i momenti più importanti sia della vita associativa che del territorio che ha percorso in ogni suo anfratto. Lo si è colto nel corso della presentazione svoltasi nella Sala Paolo Alessi del Circolo della Stampa di Trieste. A introdurlo, il presidente Pierluigi Sabatti e l’arch. Marianna Accerboni, curatrice e ideatrice dell’evento intitolato “Viaggio in Dalmazia”.

“Un amarcord interessante e poetico – così Accerboni – che racconta un itinerario percorso via mare sull’aliscafo, che oggi non esiste più. Viezzoli sa calibrare con molto equilibrio le immagini, che sono tutte foto scattate da lui stesso, a volte anche dall’aereo, con brani – pezzi della cultura musicale fiumana o del Rondò veneziano ad esempio – selezionati con grande sensibilità a seconda dei luoghi, della loro atmosfera e della loro storia. Un incontro felice fra terra, mare, architettura e arte in una Dalmazia deserta di turisti, colta nel periodo immediatamente successivo al conflitto dell’ex Jugoslavia. La storia e i luoghi, narrati con gli occhi dell’amore”.
Franco Viezzoli è originario di Pirano, come tutta la sua famiglia, ma è nato ad Albona perché nel 1937 il padre era minatore ad Arsia. Fortunatamente i Viezzoli fecero ritorno a Pirano prima del febbraio 1940, quando un violento scoppio nella miniera di carbone provocò 185 vittime e altrettanti intossicati. Nel 1951, finita la scuola media, andò a lavorare nella rimessa del tram di Pirano, dove rimase fino all’esodo del 1954, in seguito al quale si trasferì con la famiglia a Trieste, accolto in diversi campi profughi. Nel 1956 entrò nella Società Italia di Navigazione e, dopo sei mesi di Scuola Alberghiera a Bordighera, s’imbarcò come cameriere sulla motonave Saturnia e quindi sulle altre grandi navi passeggeri della stessa Società, che facevano rotta verso il Nord America. Nei primi anni ‘60 si fermò a terra, lavorando nel ristorante Suban di Trieste, e nel 1977 aprì la trattoria Trieste Mia, che condusse con notevole successo, ma che purtroppo dovette chiudere nel 2000 causa demolizione dell’edificio.
In contemporanea alla passione per il mare e per la cucina, Viezzoli ha sempre amato i viaggi, la fotografia, i documentari e i video. Già dai primi anni ‘70 aveva infatti iniziato a viaggiare in Europa, prima con la roulotte e poi con il camper, con il quale arrivò fino in Africa. Durante ogni viaggio realizzava un documentario dedicato ai luoghi visitati, soprattutto sull’Istria, la Dalmazia, la Grecia, la Turchia ecc. Un percorso che lo condusse infine alla realizzazione di un documentario puro, interamente dedicato a un personaggio o a un luogo. Ed ecco quelli ispirati a Giuseppe Tartini, Cesare Dell’Acqua, Ugo Carà, Aldo Bressanutti e altri, 10 documentari sui Castelli del Valvasor, 4 sul Liberty a Trieste, 15 sull’Istria e 15 su Dalmazia e Montenegro, per un totale di un centinaio di video. In sostanza, l’attività di realizzare e presentare documentari ha costituito l’interesse principale della sua vita, dopo il lavoro, e di tale disciplina è attualmente docente all’Università della Terza Età Danilo Dobrina di Trieste.

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