Fiume. Valorizzare il patrimonio industriale dopo il 1945

Annunciata la nona edizione della Conferenza internazionale organizzata con cadenza biennale dall'associazione Pro Torpedo

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Fiume. Valorizzare il patrimonio industriale dopo il 1945
Nana Palinić, Kristina Pandža, Velid Đekić e Julija Lozzi Barković. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

A bordo del botel Marina di Fiume è stata annunciata la 9ª edizione della Conferenza internazionale sul patrimonio industriale organizzata con cadenza biennale dall’associazione Pro Torpedo del capoluogo quarnerino, in programma domani e sabato, 19 e 20 maggio. Quest’anno, il tema dell’evento è il lascito industriale dopo il 1945, all’epoca in cui i Paesi europei avviarono un processo di ricostruzione adottando anche uno stile architettonico diverso dall’Art Deco, che dominava nel periodo tra le due guerre. A presentare la conferenza sono stati i membri del comitato d’amministrazione dell’associazione Pro Torpedo Kristina Pandža, Nana Palinić, Julija Lozzi Barković e Velid Đekić. Va anche detto che la succitata associazione è stata insignita quest’anno della Targa d’oro della Città di Fiume per il suo lavoro di promozione e tutela del patrimonio industriale del capoluogo quarnerino.

Vent’anni di attività
Kristina Pandža si è detta compiaciuta per il fatto che la Conferenza, che originariamente avrebbe dovuto tenersi nel 2020, ma è dovuta essere rimandata a causa della pandemia, sia stata organizzata proprio nel 2023, quando la Pro Torpedo celebra vent’anni di attività. Ha ricordato, inoltre, che questa edizione dell’evento si svolgerà alla Facoltà di Lettere e Filosofia. L’associazione, ha rilevato, collabora ormai da anni con questa istituzione accademica, come pure con la Facoltà di Edilizia. Pandža ha riferito pure che è una tradizione portare i relatori ospiti della conferenza in gita, a visitare i vari esempi di patrimonio industriale in Regione, ma questa volta gli organizzatori hanno optato per una tappa al Quartiere artistico Benčić, che è un ottimo esempio di rivitalizzazione di stabilimenti industriali caduti in disuso.

Il lavoro e i diritti del lavoratori
Nana Palinić ha illustrato brevemente il tema portante della conferenza, il quale è articolato in diversi sottotemi. “Questa è la prima volta che alla conferenza verrà trattato un periodo storico – ha osservato –. Riteniamo che i tempi siano maturi per questo argomento. Nel periodo dopo il 1945, l’Europa era fisicamente ed economicamente distrutta, ma al contempo nell’aria c’era l’ottimismo e c’era un grande desiderio di ricostruire e creare un mondo migliore. Nel nuovo Stato jugoslavo, un forte accento è posto sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, come pure sul tempo libero della classe operaia. È necessario ricostruire tutto, dalle case all’industria, ma mancano il materiale e la manodopera. Emerge uno stile architettonico funzionale, definito come internazionale. I motivi per i quali questo viene adottato non sono soltanto pratici, bensì anche politici”, ha puntualizzato Palinić, aggiungendo che nonostante sia molto diffusa l’opinione che nel periodo dopo il 1945 non venne costruito nessuno stabilimento industriale di qualità, questo non corrisponde alla verità. All’epoca si segnano i primi successi degli ingegneri jugoslavi, che progettano stabilimenti anche all’estero, tra cui è importante Lavoslav Horvat, che realizzò, tra l’altro, uno stabilimento tessile in Etopia (Bahr-Dar). Stando a Palinić, all’epoca si sviluppa anche l’urbanistica e la pianificazione delle aree urbane secondo i suoi principi, mentre oggi si assiste a un’inversione di tendenza.
Julija Lozzi Barković ha infine elencato sommariamente i sottotemi che verranno trattati, puntualizzando che quest’anno alla Conferenza non ci saranno relatori provenienti dai Paesi occidentali, ma interverranno diversi ricercatori provenienti dalle ex Repubbliche jugoslave, che evidentemente hanno trovato interessanti gli argomenti proposti.

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