
La Notte della grande lettura, appuntamento tradizionale con il gruppo letterario fiumano informale Ri Lit, è giunto l’altra sera alla decima edizione, intitolata “L’arcipelago dei racconti” (Arhipelag priča). Anche questa volta, un folto e fedele pubblico ha potuto ascoltare le ultime fatiche letterarie di nove scrittori di Fiume nelle quali hanno trattato una vasta gamma di temi. In una sala buia, illuminata soltanto da una lampada da terra collocata accanto a una poltrona rossa e a un tavolino da salotto, il pubblico ha potuto ridere, riflettere e commuoversi.
La prima storia, intitolata “Akvarij” (L’acquario), è stata letta da Zoran Krušvar, e parla dei pesciolini Pero, Marko e Đuro, la cui sorte è nelle mani di un essere umano che per loro assume le sembianze di una Madonna. Si tratta di una divertente metafora della vita umana. Ha fatto seguito Gordana Brkić Žagar, che nel suo stile sciolto e senza pretese ha letto “Nedjeljom u dvoje” (La domenica in due), un racconto pieno di spirito che riflette sulle mille sfaccettature dei rapporti umani.
Una storia horror, intitolata “Susret na kraju grada” (L’incontro alla fine della città), è stata invece letta da Milan Zagorac, mentre Davor Mandić ha proposto “Ljetna rapsodija” (Rapsodia estiva) che attraverso una conversazione tra diversi personaggi fa riferimento ai problemi tipici delle località costiere della Croazia, alle prese con la devastazione dell’ambiente naturale e urbano attraverso l’edilizia abusiva. Particolarmente incisivo è stato il racconto “Moramo razgovarati” (Dobbiamo parlarcene) di Doris Pandžić, che ha presentato il rapporto di una coppia sposata dai punti di vista del marito e della moglie. Altrettanto efficace è stato l’intervento di Zoran Žmirić con la sua storia “Ja sam riječki pisac” (Sono uno scrittore fiumano), che si presenta come una critica tagliente della città di Fiume e dei suoi numerosi problemi. Tea Tulić, nel suo stile poetico e impressionista, ha proposto “Njena smrt je takva” (La sua morte è tale). Igor Beleš ha parlato di una professione in estinzione, quella di giornalaio, nel racconto “L kao vijest” (L come notizia). A chiudere la serata con il racconto “Štulić” è stato Enver Krivac, il quale ha suscitato ilarità con la storia di un nepalese giunto in Croazia per lavorare come domestico nella casa di una coppia benestante. Attraverso l’umorismo, lo scrittore ha espresso un sentimento di profonda umanità, così necessaria nel mondo sempre più spietato e chiuso nel quale stiamo vivendo.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
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