
“The mediation of touch” (L’elogio del toccare) è il titolo del nuovo libro della filosofa, linguista, psicanalista e femminista belga, direttrice di ricerca al CNRS di Parigi, Luce Irigaray, alla quale è stata dedicata ieri una conferenza internazionale organizzata dal Centro di Studi femminili e dal Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Fiume. Il convegno, tenutosi in lingua inglese, ha riunito studiosi che hanno discusso e presentato da diversi punti di vista il succitato libro della filosofa.
Un testo che richiede un lettore attento
La conferenza, tenutasi via Zoom, è stata avviata con i saluti del vicepreside del Dipartimento per gli Affari commerciali e lo Sviluppo della Facoltà di Filosofia dell’Ateneo fiumano, Boris Ružić, della capodipartimento del summenzionato Centro, Nadja Čekolj e dalla capodipartimento di Italianistica, Corinna Gerbaz Giuliano, al che, nella prima parte della conferenza, a inaugurare i lavori è stata Biljana Kašić (Zara – “Communion: Aporias of thoughts, potentials of touch”/Comunione: aporie dei pensieri, potenzialità del tatto), la quale ha osservato che il libro di Irigaray è una lettura che richiede un lettore molto attento. Ha pure sottolineato il concetto di comunione che l’autrice invoca come un modo di uscire dal confinamento metafisico che ci siamo imposti attraverso la tecnologia.
Aljoša Pužar (Lubiana – “Meet me at my skin: Fragments in East Asian anthropology of touch”/Conoscimi dalla pelle: frammenti di antropologia del tatto dell’Asia orientale) si è soffermato sul modo in cui il tatto e la sessualità vengono percepiti ed espressi nella cultura coreana, che, come spiegato da Pužar, è molto patriarcale, sessista e androcentrica. Nel linguaggio coreano, la donna è sempre sottomessa, nell’atto sessuale essa viene “occupata” e “cede” il proprio corpo; è in atto una guerra fra i sessi.
Le parti del corpo e il tatto
Brigita Miloš (Fiume – “Body parts in ‘The mediation of touch’”/Le parti del corpo ne “L’elogio del toccare”) si è soffermata sulle parti del corpo nel rapporto con il tatto: le mani, le labbra, i piedi sono mezzi con i quali l’essere umano viene a contatto con il mondo. Miloš ha aggiunto pure che la membrana mucosa è un’altra parte del corpo umano con la quale esso viene a contatto con altri esseri umani. Essa, infatti, è il confine tra l’esterno e l’interno del corpo e non è immediatamente accessibile.
Ai presenti si è quindi rivolta Eva Bahovec (Lubiana – “The gaze and the touch in Beauvoir and Irigaray”/Lo sguardo e il tatto in Beauvoir e Irigaray), la quale ha incentrato il suo intervento sullo sguardo maschile come questo viene inteso nell’opera di Simone de Beauvoir e di Luce Irigaray, in quanto questo è stato uno dei temi principali del femminismo fin dal suo inizio, in relazione con il diritto all’aborto, la violenza fisica, la appresentazione del corpo femminile nell’arte e nel cinema, ecc.
La crisi emotiva relazionale
Mia Biturajac (Zagabria – “Relational ethics and the mediation of touch”/Etica relazionale e mediazione del tatto) ha trattato il problema della crisi emotiva relazionale, osservando come la solitudine e l’isolamento siano stati riconosciuti a livello mondiale come una questione di sanità pubblica e come anche l’Organizzazione mondiale della sanità abbia intrapreso delle misure per arginarle. Martina Sanković Ivančić (Fiume – “Overcoming nihilism through a fleshly transcendence”/Superare il nichilismo attraverso una trascendenza carnale) si è soffermata su Nietzsche e la critica del femminismo, in quanto secondo il filosofo tedesco le donne non dovrebbero parlare delle donne. Hanno fatto seguito le relazioni di Stephen D. Seely (Newcastle – “From a technically mediated being to a sexuate individuation”/Da un essere tecnicamente mediato a un’individuazione sessuata) e Silvia Locatelli (Lisbona – “‘The mediation of touch’: Luce Irigaray on germ cells”/”L’elogio del toccare”: Luce Irigaray sulle cellule germinali).
La natura come rimedio
Il convegno si è concluso con la lectio magistralis da remoto della filosofa Luce Irigaray, la quale ha parlato delle restrizioni che erano state imposte durante la pandemia da Covid, osservando come queste ci abbiano privato del contatto fisico, che è essenziale per comprendere il mondo. Ha rilevato pure che il mondo contemporaneo è basato sulla vista, mentre invece è il tatto il senso che ci permette di percepire e conoscere veramente il mondo, come pure per sviluppare il pensiero. Ha infine rilevato che per liberarsi dal confinamento metafisico dei lockdown sia necessario osservare la natura e i miracoli della vita. Il convegno si è concluso con una tavola rotonda.
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