Fiume. Il Consiglio per la Cultura rigetta tutte le proposte

Tra i nuovi progetti in cantiere anche la costruzione dell’asilo «Fiume» in collaborazione con l’UI e la CI

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Fiume. Il Consiglio per la Cultura rigetta tutte le proposte
Durante la seduta si è discusso anche della nave Galeb. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

In vista di una nuova seduta del Consiglio cittadino della Città di Fiume, in piano per giovedì 25 maggio, si è riunito il Consiglio per la Cultura per discutere i punti all’ordine del giorno che riguardano pure il settore culturale. Come pure allo scorso incontro, la maggior parte della discussione si è rivolta alle entrate ed uscite, ovvero all’assestamento del bilancio dovuto alle modifiche nell’organizzazione dei Dipartimenti a partire dal mese di aprile.
A esporre tutte le novità in questo campo è stata Dženet Brkarić, direttrice dell’Ufficio per il bilancio, la quale ha assicurato, però, che a conti fatti le entrate e le uscite corrisponderanno alle stime fatte prima del mese di aprile. Nel 2023 sono previsti 184 milioni di euro di entrate e 181 milioni di uscite. I nuovi progetti in cantiere sono la costruzione dell’asilo “Fiume” in collaborazione con l’Unione Italiana e la Comunità degli Italiani di Palazzo Modello e il rinnovo energetico di alcuni asili già esistenti. Uno dei progetti che riguardano più da vicino la cultura è il rinnovo degli infissi, porte e finestre dell’edificio del TNC “Ivan de Zajc”.
A commentare l’esposizione di Brkarić è stata la presidente del Consiglio per la Cultura, Maša Magzan, la quale ha dichiarato che nemmeno questo bilancio può venire considerato ponderato e mirato allo sviluppo.
“Si continua a non investire nell’imprenditoria e nel turismo – ha spiegato – e mi sembra di capire che anche i fondi a disposizione delle minoranze nazionali e dei comitati di quartiere siano stati ridotti. Sono aumentate, però, le spese di protocollo, per il catering e i media. Anche i fondi che arriveranno dalla vendita della zona di Žabica verranno scialacquati in progetti minori come pannelli solari e interventi infrastrutturali. Tutti i progetti cofinanziati dall’Unione europea sono in ritardo e 37mila euro sono andati solo per fare una revisione del progetto dell’Agglomerato urbano. Per quanto riguarda la cultura, non abbiamo un piano di sviluppo strategico e il lascito di Fiume CEC 2020 rischia di venire perduto”.
Alcuni dei dubbi di Magzan sono stati dissipati da Brkarić, la quale ha spiegato che i finanziamenti delle minoranze e dei comitati di quartiere non hanno subito tagli, ma che le cifre presentate interessano solo il periodo che va da aprile a dicembre del 2023 e che quindi possono sembrare inferiori alle previsioni. Lo stesso vale anche per altri punti del bilancio. Nonostante le rassicurazioni il Consiglio per la Cultura ha bocciato la proposta di Bilancio e le proposte di modifica del Bilancio.
Il punto successivo dell’ordine del giorno ha riguardato gli investimenti del fondo della tassa sui monumenti, pari a 1.100mila euro. In questa categoria 14mila euro sono stati assicurati per cofinanziare i lavori di ristrutturazione di nove tombe dal valore storico dei cimiteri di Cosala e Tersatto, mentre una parte è andata, come già menzionato, per cambiare le finestre e le porte dello “Zajc”. Ai lavori dovrebbero contribuire pure la Regione litoraneo-montana e il Ministero della Cultura e dei Media con cifre da definirsi. Anche questo punto è stato bocciato. È stato interessante il dibattito legato alla nave Galeb, che presto dovrebbe venire ancorata in un punto fisso tra l’edificio del Terminal e la Dezinsekcija, all’inizio del Molo longo. Vista l’attrattività della nuova location, la Città di Fiume ha proposto un aumento dell’affitto da 3 a 11 euro. L’imprenditore che vincerà il concorso dovrà investire nell’arredo degli interni, previa approvazione dei conservatori fiumani. In questo modo la Galeb dovrebbe riproporre un arredamento consono col periodo storico che rappresenta, ma contemporaneamente adatto ai bisogni dei turisti di oggi. Accanto agli alloggi, sulla nave ci sarà pure un servizio di ristorazione. La concessione sarà di 30 anni, con la condizione che per i primi cinque anni non venga pagato l’affitto, bensì venga investito negli interni. Anche questa proposta è stata bocciata dai membri del Consiglio per la Cultura.

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