Fiume Foto 2025. La luce dell’arte oltre lo schermo

Nella Galleria Garbas a Fiume è stata inaugurata la mostra di scatti realizzati dai partecipanti del secondo laboratorio di fotografia bilingue patrocinato dal nostro quotidiano

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Fiume Foto 2025. La luce dell’arte oltre lo schermo
I premiati con gli sponsor e gli organizzatori. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

All’interno della storica Galleria Garbas in Cittavecchia a Fiume, si è svolta l’inaugurazione della mostra conclusiva del secondo laboratorio bilingue di fotografia Fiume Foto 2025, un’esposizione che si articola in 74 scatti (39 a tema libero e 35 incentrati sulla città di Fiume), frutto dell’impegno creativo di oltre quaranta appassionati che hanno preso parte a questa significativa esperienza formativa e artistica. La mostra è affiancata da una pagina Facebook pubblica, testimonianza digitale di un progetto che mette al centro l’umano, lo sguardo e la riflessione visiva. Svoltosi da dicembre 2024 a giugno 2025 negli spazi di Palazzo Modello, il corso è stato organizzato dalla Comunità degli Italiani di Fiume, con il sostegno finanziario dell’Unione Italiana e il patrocinio dell’Edit, del quotidiano “La Voce del Popolo” e del Ministero della Cultura e dei Media – Sovrintendenza dei Beni culturali di Fiume, guidata da Lilian Stošić.

Un’educazione all’immagine
A inaugurare la serata ê stato il presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Enea Dessardo, insieme ai promotori e docenti del laboratorio, il giornalista e appassionato di fotografia Lucio Vidotto, il pluripremiato fotoreporter Željko Jerneić, la giornalista e autrice Linda Simeone, nota per la direzione del circuito espositivo “Le vie delle foto” e per la curatela delle mostre presso il DoubleTree by Hilton di Trieste, nonché la direttrice dell’Edit, Christiana Babić. Nel suo intervento, Dessardo si è complimentato con tutti i corsisti per le bellissime opere realizzate, lodando altresì l’impegno e la costanza di Vidotto e Jerneić, “i quali evidentemente sono riusciti a trasmettere la loro passione e il loro sapere ai partecipanti al fortunato corso”. In chiusura, a nome del sodalizio fiumano, si è detto estremamente orgoglioso del bilinguismo con cui lo stesso viene efficacemente proposto. Babić ha quindi aggiunto – “mi rallegra essere qui e assistere alla fase conclusiva di questo progetto, che con grande entusiasmo ho accettato di patrocinare lo scorso anno. Ci rende particolarmente contenti che i promotori dell’iniziativa siano un nostro giornalista/fotoreporter e un fotoreporter. Ai tempi odierni, così difficili e complessi, è bellissimo fare parte della nascita di qualcosa che porta del bene”, mentre Simeone ha evidenziato di essere molto felice di essere presente e che avrebbe grande piacere portare la mostra a Trieste. A suo dire, con Vidotto e Jerneić è nata una sinergia speciale, una collaborazione molto bella che spera si manterrà nel tempo. Ha concluso l’intervento annunciando che la mostra verrà riallestita ad aprile 2026 presso l’Eppinger Caffè di Trieste, all’interno della rassegna “Le vie delle foto”.

In mostra le fotografie dei corsisti.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

L’idea, il percorso, l’orizzonte
Come spiegato dai promotori del progetto, il laboratorio, seguito da un concorso fotografico e dalla mostra attualmente in corso, era aperto a tutti gli appassionati desiderosi di avvicinarsi con consapevolezza e dedizione al mondo della fotografia. Il corso ha rappresentato un’occasione per uscire dai confini delle abitudini visive e culturali, partendo da basi tradizionali ma con uno sguardo rivolto alla contemporaneità e agli strumenti offerti dalla tecnologia. I partecipanti, pur non essendo fotografi professionisti, hanno saputo trasformare le proprie intuizioni in immagini di forte impatto visivo, assimilando con entusiasmo le nozioni tecniche apprese durante i sei mesi di incontri.
“Può sembrare un passo indietro e, per certi versi, lo è – ha affermato Lucio Vidotto –. Si tratta di un ritorno alle origini, a ciò che la fotografia rappresenta nel momento in cui si materializza nella sua forma fisica. L’immagine oggi è spesso confinata nei limiti di uno schermo, svalutata nonostante la sua qualità, perduta nel flusso inarrestabile dei social. Stampare una fotografia la restituisce al suo valore originario, la rende oggetto unico e riconoscibile. Fiume Foto nasce da questo desiderio: restituire dignità all’immagine, creare un confronto tra la creatività umana e l’intelligenza artificiale, offrendo un cammino formativo in cui l’immediatezza digitale cede il passo all’approfondimento. Il percorso si è articolato in incontri settimanali, dibattiti vivaci e momenti di confronto costruttivo con oltre una quarantina di partecipanti coinvolti”.

La mostra, le immagini, i premi
Due i temi assegnati, uno dedicato al capoluogo quarnerino e l’altro lasciato alla libera ispirazione dei corsisti. Le immagini selezionate, scattate con macchine fotografiche o cellulari, restituiscono frammenti di realtà, emozioni, dettagli, luoghi, sguardi umani e animali, paesaggi, simboli e suggestioni, testimoniando la varietà dei linguaggi visivi esplorati durante il laboratorio. La selezione finale, curata da una giuria composta da Vidotto, Jerneić e dal fotografo Istog Duško Žorž, si è svolta in due fasi: una valutazione individuale seguita da un confronto collettivo.

Željko Jerneić, Lucio Vidotto, Christiana Babić, Enea Dessardo e Linda Simeone.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

I vincitori
A seguire, Jerneić ha proclamato i vincitori di quest’anno. Per la sezione dedicata a Fiume, il primo premio è stato assegnato a Neven Ivanić per l’opera “Liceo”, seguito da Carla Čupić con “Sto affondando” e da Mirjana Marinić con “Scomparsi”. La menzione onorevole è andata a Martina Vranić per “Mareggiata a Grčevo”. Per il tema libero, a primeggiare è stato “Esploratori” di Darko Stančić, seguito da “La fanciulla e il drago” di Neven Ivanić e “Introduzione al sogno” di Loredana Bradaschia. Le menzioni d’onore sono andate a “Born in fire” di Damir Mucić, “Illuminato” di Diana Galjanić, “Bolle di sapone” di Željka Jerneić e “Perle sparse” di Valter Kenda. Novità dell’edizione 2025 è stata l’introduzione del Grand Prix, un riconoscimento assegnato a Neven Ivanić, il quale ha ottenuto il miglior punteggio complessivo, distinguendosi per originalità, impegno e qualità esecutiva. Il premio consiste in una targa realizzata dall’Art Studio MM di Fiume, a sottolineare l’unicità e il valore del percorso intrapreso.

Il conferimento del Grand Prix a Neven Ivanić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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