Fiume e il suo patrimonio come ispirazione

Nell’ambito del programma residenziale «Kamov», nel capoluogo quarnerino ha soggiornato l’artista olandese Joost de Jonge, ospitato dal Museo civico

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Fiume e il suo patrimonio come ispirazione
L’artista olandese mentre dipinge al terzo piano di Palazzo dello Zucchero. Foto: HELENA LABUS BAČIĆ

Una stanza al terzo piano del Palazzo dello Zucchero, sede del Museo civico di Fiume, è stata trasformata nelle scorse due settimane in uno studio artistico, avendo ospitato l’artista olandese Joost de Jonge, giunto nel capoluogo quarnerino nell’ambito del programma residenziale “Kamov” organizzato in collaborazione con il Museo di Arte moderna e contemporanea (MMSU). Joost de Jonge vanta una carriera internazionale avendo esposto sia in Europa che negli Stati Uniti, mentre a Fiume è stato finora tre volte.

Composizioni con oggetti del fondo museale
La collaborazione di de Jonge con il Museo civico si presenta particolare, dal momento che questo ente musicale non è propriamente un Museo artistico, ma storico e del territorio. Esso è frutto di un incontro, nel 2019, del direttore del Museo civico, Ervin Dubrović, con de Jonge durante un ballo organizzato dall’Ordine di San Giorgio della Casa d’Asburgo-Lorena a Vienna. Da quel momento in poi i contatti tra l’artista e Dubrović sono proseguiti, mentre in un’occasione de Jonge aveva espresso il desiderio di voler allestire una mostra nel Museo civico di Fiume.
Questo progetto si sarebbe potuto realizzare soltanto se l’artista avesse rispettato alcune condizioni: le opere che verrebbero esposte avrebbero dovuto avere un legame con le tematiche trattate in seno all’ente museale, nonché essere un’interpretazione della storia di Fiume o degli oggetti tratti dal fondo del Museo.
Joost de Jonge, che è sia pittore che fotografo, aveva proposto di creare delle composizioni con gli oggetti del fondo museale per abbinarli ai suoi dipinti e in seguito fotografarli. Nell’ambito del suo primo soggiorno nel capoluogo quarnerino, l’artista aveva lavorato in questo modo, mentre la seconda volta aveva creato delle composizioni che coinvolgevano i dipinti di Gustav Klimt realizzati per il soffitto del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” ed esposti nel Museo. Questa volta, nell’ambito della residenza “Kamov”, ha realizzato le opere portanti della futura mostra, in programma nel 2023.

Poesia pittorica e pittura poetica
Nell’arco di due settimane di residenza, Joost de Jonge ha realizzato quattro dipinti di grande formato ispirati al suo soggiorno a Fiume, sul Carso e a Duino. A questi dipinti è necessario accostare anche la sua particolare sensibilità per la musica e la poesia, in quanto de Jonge porta avanti da anni un progetto in cui unisce la “poesia pittorica e la pittura poetica”. Nelle sue opere cerca di fondere le diverse espressioni artistiche, mentre nella pittura preferisce esprimersi attraverso l’astrattismo.

Orfeo ed Euridice
Le quattro opere che de Jonge ha realizzato a Fiume sono state ispirate a uno dei dipinti di Gustav Klimt esposti nel Museo civico, intitolato “Orfeo ed Euridice”.
“In queste opere i due tragici amanti sono insieme nell’Elisio dopo la morte di Orfeo – spiega de Jonge –. I miei dipinti si riferiscono all’idea dell’atemporale, alla necessità di comprendere una melodia o una frase che sono sempre al di sopra dell’attimo diretto perché per percepire una melodia è necessario possedere un’estensione uditiva che si dilata nel tempo. Tramite i miei dipinti cerco di creare un percorso cognitivo che può suscitare un’altra sensazione del tempo, della dimensione e delle emozioni. Tramite l’accostamento di colori e forme è possibile formare un’altra sensazione in noi stessi. Il legame con la musica, la poesia e le storie collega i tempi passati con i miti e le leggende. Mi interessa in che modo i miti vivono nella vita reale come un’esperienza concreta. Mi chiedo in che modo una persona possa vivere il mito di Orfeo che ama Euridice, di un amore vero, nella vita reale. Nella storia della pittura esiste una coesione, una successione di migliaia di anni di pittura che esprimono una qualità umana eterna, il legame tra le persone”, rileva de Jonge, che si sente molto ispirato dalla storia di Fiume. “Traggo una particolare ispirazione dal Palazzo dello Zucchero, in quanto la sua storia è legata anche ai Paesi Bassi. Mi sono sentito a casa in questo antico edificio risalente al XVIII secolo”, puntualizza de Jonge.

Il legame con il capoluogo quarnerino
Nel fondo del Museo civico sono custoditi i lavori di artisti del XIX e della prima metà del XX secolo, mentre sono pochi gli autori viventi che hanno esposto nel Museo in quanto era necessario trovare un legame con Fiume nelle loro opere. Tra questi sono da rilevare gli artisti connazionali Bruno Paladin e Mauro Stipanov, che hanno esposto al Cubetto negli ultimi anni. La collaborazione del Museo con un artista contemporaneo può sembrare insolita, ma è chiaro che de Jonge vede questa città e il Museo civico come una fonte di creatività. Partendo da Klimt, dal fondo museale, dall’impressione della città e dal suo soggiorno a Fiume sono nati i suoi quattro dipinti realizzati nell’arco delle due settimane di residenza artistica. Essi saranno il fulcro della mostra che verrà allestita nel Cubetto alla fine del 2023 e nel suo ambito si troveranno anche gli oggetti tratti dal fondo museale, i suoi bozzetti e le sue opere.

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