Lo scorso fine settimana, la Casa dei Castelli di Momiano, parte integrante del Museo Storico e Navale dell’Istria, ha ospitato una delle tappe del “Festival degli Angeli”, un evento di poesia internazionale giunto alla sua quarta edizione che si conferma quindi come una manifestazione di grande spessore culturale, capace di mettere in luce in più tappe la bellezza della poesia e la sua capacità di attraversare i confini del tempo e dello spazio, unendo artisti e pubblico in una riflessione condivisa sulla spiritualità e sulle sfide del nostro tempo.
L’incontro momianese ha visto la partecipazione di poeti di fama internazionale che hanno offerto al pubblico letture emozionanti e riflessioni poetiche sui temi universali della spiritualità, dell’amore e della condizione umana.
Il “Festival degli Angeli”, organizzato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, ha acquisito negli anni una crescente rilevanza, diventando un appuntamento culturale di punta per la regione. La manifestazione, che unisce poesia e musica, si inserisce nel programma degli eventi legati a GO!2025, un’iniziativa che mira a valorizzare la cultura e l’identità europea attraverso eventi di alta qualità. Il festival si distingue per la forte connessione, attraverso l’assegnazione di un premio, con la figura di Rainer Maria Rilke, il celebre poeta austriaco, la cui opera continua a ispirare riflessioni profonde sulla spiritualità, sull’esistenza e sull’amore. Nel 2025 si celebrerà il 150° anniversario della sua nascita, offrendo l’opportunità di approfondire il pensiero di un autore che ha saputo esplorare i grandi temi della vita umana con straordinaria sensibilità e profondità.
Evento d’orgoglio
L’archeologa Tanja Šuflaj, che ha accolto i partecipanti portando anche i saluti del direttore del Museo, Graziano Kešac, ha sottolineato l’importanza di eventi come questo: “La Casa dei Castelli è sempre aperta alla poesia. Siamo orgogliosi di ospitare questo evento internazionale”, ha rilevato.
Il Festival ha visto il pieno supporto delle autorità locali, con l’intervento del vicesindaco della Città di Buie eletto tra le fila della CNI, Corrado Dussich, che nel suo discorso ha espresso grande soddisfazione per il ritorno del festival, sottolineandone il valore culturale e la capacità di rappresentare la comunità. “Sono contento e fiero di ospitare nuovamente nel territorio della Città di Buie questa manifestazione. Particolarmente contento di vedere Loredana Bogliun, poetessa rinomata di questo territorio, che ci rappresenta fieramente con la sua partecipazione a questo incontro internazionale assieme ad altri altrettanto rinomati poeti. Vi ringrazio di essere venuti e auspico che questa manifestazione verrà ospitata pure negli anni a venire visto il successo,” ha concluso confermando come questa connessione tra culture, contribuisce a rafforzare l’identità europea e a valorizzare il territorio istriano come luogo di dialogo interculturale.
GO!2025
Non è mancato l’intervento del presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, Massimo Romita, che ha espresso il proprio apprezzamento per l’accoglienza ricevuta e per il successo della manifestazione: “Ringrazio di cuore per l’ospitalità in questa prestigiosa sala. Abbiamo avuto modo di visitarla in occasione di altre manifestazioni grazie a un lungo e importante percorso di collaborazioni che continua da alcuni anni,” ha affermato Romita, sottolineando i legami consolidati con il territorio. Ha poi rivolto un ringraziamento particolare alla Città di Buie e al vicesindaco Dussich, per il costante supporto sia nelle iniziative locali sia in quelle realizzate in Italia. Romita ha ricordato che il Festival, giunto alla sua quarta edizione, ha preso il via il 21 marzo, nella Giornata Internazionale della Poesia. Grazie al lavoro sinergico dell’organizzazione e alla visione del direttore artistico Christian Sinicco, il festival ha coinvolto numerosi poeti provenienti da tutta Europa, dimostrando la crescente qualità e risonanza dell’iniziativa. L’edizione di quest’anno si è aperta con un reading poetico a Oslavia, località di Gorizia, che sarà Capitale Europea della Cultura 2025, sottolineando il legame tra la poesia e i territori di confine, luoghi di incontro tra culture. Romita ha annunciato che il festival si concluderà nella prossima primavera con un importante convegno dedicato alle poesie di confine, un tema centrale per il dialogo culturale europeo. “La qualità dell’iniziativa proposta e la partecipazione dei poeti confermano il valore di questo festival, che non è solo un evento culturale, ma un ponte tra diverse comunità e tradizioni,” ha dichiarato Romita.
Pervenute ben 330 opere
Christian Sinicco, direttore artistico del Festival, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile l’evento, soffermandosi sulla complessità e il valore del processo di selezione che ha portato i poeti protagonisti sul palco. “Grazie alla giuria e a tutte le persone che hanno permesso di avere qui con noi questi incontri con i poeti, dopo un duro lavoro di selezione di tutte le categorie,” ha esordito Sinicco. Ha poi condiviso alcuni numeri significativi, che testimoniano il prestigio dell’iniziativa: “Sono arrivate 330 opere, tra raccolte inedite e libri editi. È stata una bella sfida per le giurie, ma il risultato ci ha permesso di presentare questa sera tre poeti di straordinario talento.” Il lavoro di selezione, ha sottolineato Sinicco, è stato impegnativo ma anche fonte di grande soddisfazione, confermando la qualità e l’importanza del Festival degli Angeli nel panorama culturale europeo. “Questa serata è il frutto di una sinergia tra giurati, organizzatori e, soprattutto, poeti che con le loro opere hanno contribuito a rendere unica questa edizione.” Sinicco ha voluto dedicare parte del suo intervento al racconto personale di come ha conosciuto ciascun poeta ospite della serata, lasciando poi spazio a loro e alle opere.
Loredana Bogliun ha incantato il pubblico con una selezione di poesie che esplorano il tema del viaggio, declinato sia in senso fisico che spirituale. Alcuni componimenti, come “Omo” (Uomo), dedicata al figlio Andrea presente in sala, hanno rivelato un’intensa dimensione personale e intima, mentre altre hanno condotto i presenti in un viaggio interiore attraverso le radici linguistiche e culturali del territorio istriano. Un aspetto centrale è stato il suo utilizzo del dignanese, un dialetto dell’istroromanzo originario di Dignano, oggi praticamente scomparso come lingua di comunicazione attiva. Questa scelta linguistica, come rilevato dalla poetessa in più occasioni, è il risultato di una profonda maturazione personale e del bisogno di affermare un’identità culturale unica. Nei suoi versi ha intrecciato una dolce nostalgia e la gioia di custodire un prezioso tesoro di memorie personali, un repertorio intimo che rappresenta una risorsa inesauribile di intensità poetica. Anche attraverso le poesie inedite presentate, la Bogliun ha dimostrato la sua capacità espressiva di dare forma a sentimenti universali e di creare una connessione profonda tra la storia e l’umanità del territorio.
Legami profondi
Tra i protagonisti spiccava pure la figura di Elisabeth Faller, poetessa, narratrice e scrittrice originaria della Carinzia. Conosciuta per il suo contributo alla promozione della poesia contemporanea, Faller è una figura di rilievo nella comunità letteraria carinziana e, come giurata del festival, ha portato la sua prospettiva unica in questa celebrazione internazionale della poesia. Durante la serata, Faller ha letto i suoi componimenti inizialmente in lingua tedesca, per poi proporne le traduzioni italiane. La sua poesia trae ispirazione dalla vita quotidiana e dalle relazioni umane, con un’attenzione particolare ai temi del paesaggio, della memoria e dell’identità culturale. Le tradizioni dell’area Alpe-Adria emergono con forza nei suoi testi, che riflettono un profondo legame con la natura e con la cultura della sua regione.
Il terzo poeta, Adrian Grima, ha regalato al pubblico un’immersione nei colori, nei profumi e nelle tradizioni del Mediterraneo. Figura capace di unire tradizione e contemporaneità, Grima ha incantato i presenti con versi che evocano un viaggio tra paesaggi culturali e identitari, raccontando la ricchezza della sua terra d’origine, Malta. Prima di leggere alcune poesie tratte dal suo libro, Grima ha spiegato le peculiarità della lingua maltese, un idioma che, con le sue radici arabe e le influenze italiane, inglesi e siciliane, testimonia i secoli di contatti e scambi culturali che hanno plasmato l’isola. Le poesie, che sono state introdotte dalla traduttrice italiana Virginia Monteforte, hanno trasportato il pubblico in un viaggio poetico fatto di sapori, aromi e storie d’amore. Attraverso i suoi versi, il poeta ha dipinto un Mediterraneo vivo e pulsante, dove passato e presente convivono armoniosamente. I versi hanno evocato immagini ricche e multisensoriali: i profumi della cucina tradizionale maltese, il calore dei villaggi, le influenze culturali assorbite da Malta nel corso della sua storia. Ogni poesia è stata un frammento di un’isola che, pur essendo piccola, racchiude una straordinaria complessità culturale. Durante la serata momianese, il pubblico ha avuto l’occasione di scoprire non solo la profondità della sua scrittura, ma anche l’universalità dei temi che affronta: l’amore, l’identità, la memoria e il legame indissolubile con la propria terra.
Quindi, questo festival, che coinvolge Italia, Slovenia, Austria e Croazia, unisce le tradizioni artistiche di ciascun paese in un dialogo culturale. Con uno sguardo rivolto alla Mitteleuropa e all’Est, si propone non solo di onorare Rilke, ma anche di valorizzare le specificità culturali dei territori coinvolti.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.