Fausto Leali. «A Umago un abbraccio alla mia Comunità»

La voce «black» d’Italia racconta in un’intervista la sua brillante carriera annunciando il grande evento di domani

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Fausto Leali. «A Umago un abbraccio alla mia Comunità»

Grande appuntamento sabato 30 aprile, alle ore 20, al Teatro cittadino “Antonio Coslovich” di Umago, dove si esibirà Fausto Leali, uno dei maggiori esponenti della musica pop italiana, conosciuto in tutto il mondo come la voce “black” d’Italia. L’artista, diventato una leggenda della musica leggera italiana con la sua vocalità caratteristica, ha iniziato a occuparsi di musica da giovanissimo, costruendo in seguito una carriera brillante grazie a successi come “A chi”, “Io amo”, “Mi manchi”, “Via di qua” con la grande Mina, “Un’ora fa”, “Io camminerò” e alla splendida “Ti lascerò”, con la quale nel 1989 vinse al Festival di Sanremo in coppia con Anna Oxa. Lo straordinario evento rientra tra le numerose iniziative che l’Università Popolare di Trieste e l’Unione Italiana organizzano per gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana autoctona in Slovenia e Croazia, ma non solo. Quello di Fausto Leali è un altro concerto di alto profilo dopo quello di Massimo Ranieri organizzato ad Abbazia a fine ottobre 2021. L’evento viene realizzato in collaborazione con la Città di Umago, la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In una breve intervista, abbiamo voluto conoscere più da vicino il celebre cantautore.
Domani sera sarà a Umago. È questa la prima volta che si esibirà in Croazia, oppure ha già avuto modo di cantare in questo Paese?
“È la prima volta che mi esibisco in Croazia, in Istria e ciò mi fa molto piacere”.
Ha iniziato a occuparsi di musica da giovanissimo. Com’è nata questa passione? L’ha ereditata dai suoi genitori?
“Nessuna eredità. Mia madre mi regalò una chitarra quand’ero giovanissimo ed è proprio grazie a quella chitarra che iniziò la mia carriera”.
All’età di 16 anni inizia a suonare nel complesso di Wolmer Beltrami. Quali ricordi conserva da questa esperienza?
“In realtà non iniziai a 16 anni, ma due anni prima: Beltrami mi sentì e contattò i miei genitori, proponendomi e facendomi sottoscrivere un contratto di due mesi”.
Nel 1965 partecipa con i Novelty, al Velodromo Vigorelli di Milano, come gruppo spalla ai tre concerti che i Beatles tennero in Italia. Ebbe l’occasione di conoscere il famoso quartetto britannico? È appassionato della loro musica?
“Nel 1963 avevo già inciso una cover dei Beatles con ‘Please please please’ e ‘She loves you’ e nel 1965 Leo Wächter, impresario e talent-scout e in tale veste scopritore di numerosi gruppi musicali italiani, chiamò i Beatles ed ebbi la bellissima occasione di suonare con loro a Milano, Genova e Roma”.
Negli anni Settanta e Ottanta partecipò spesso a Sanremo, mentre nel 1989 vinse il Festival con uno splendido duetto con Anna Oxa. Che sensazione fu vincere un Festival così seguito e importante?
“Io venivo fuori da un 1987 con ‘Io amo’, che ha venduto mezzo milione di copie e quindi è stato per me un ritorno a Sanremo alla ‘stragrande’. Ho avuto la conferma l’anno dopo con la canzone ‘Mi manchi’, che è tutt’ora un successo e tutt’ora viene cantata, tanto da essere stata incisa anche da Andrea Bocelli. Di conseguenza, nell’’89 io non volevo partecipare a Sanremo perché mi dicevo ‘non forziamo la fortuna’. Avevo il timore di forzarla perché fino a quel momento avevo fatto un bel percorso, nonostante fossi arrivato quarto nell’edizione precedente. Ciò che più contava per me era quanto la canzone riuscisse a mantenersi viva negli anni. Quindi, contento del mio successo, quando nell’’89 vinsi, ero davvero felice. Si è sempre contenti di una vittoria, benché l’avessi divisa a metà con Anna Oxa. È stato un anno bellissimo, anzi un triennio bellissimo per me”.
Segue le nuove edizioni di Sanremo? Qual è la sua opinione delle canzoni che vi vengono proposte? Per i giovani artisti è oggi più facile o più difficile raggiungere il successo nel mondo della musica?
“Ci sono sempre delle eccezioni e delle cose e dei numeri che nessuno può controllare. Facciamo l’ipotesi dei giovani: ce ne sono tantissimi che rimangono in Italia e non escono primi, ma poi ci sono i Måneskin, che in pochissimo tempo sono arrivati a livelli mondiali. Quindi vuol dire che c’è del talento e quando uno ce l’ha può esportarlo ed espanderlo. Poi ci sono il grande Andrea Bocelli o Il volo, che hanno sfondato nel mondo. Infine anche i giovani rapper, che però rimangono nel circondario italiano ascrivendo il genere unicamente al nostro territorio”.
È stato molto amico di Wilson Pickett e insieme avete inciso un duetto. Quale ricordo ha di questo importante artista?
“Nel 1968 cantammo la canzone ‘Debora’, in due versioni diverse e proprio grazie a questa canzone ci siamo conosciuti e siamo diventati amici. L’anno successivo, Wilson tornò a Sanremo con Lucio Battisti con la canzone ‘Un’avventura’, mentre io cantavo ‘Un’ora fa’. Combinazione ha voluto che proprio quell’anno, durante il Festival, nascesse mia figlia Debora, nata fra l’altro la sera prima della mia esibizione. Ebbene, dopo la conoscenza amicale con Wilson, lui le ha fatto da padrino: è stato un legame molto forte e stretto il nostro. Ogni volta che si recava in Italia per le sue tournée, la maggior parte delle volte eravamo assieme”.
Nel corso della sua carriera ha realizzato numerosi duetti con grandi cantanti. C’è qualche artista emergente con cui vorrebbe collaborare?
“Ce ne sono tanti, ma io ormai mi sono tolto degli ‘sfizi’ abbastanza importanti. Parlando di artisti italiani, ho fatto diversi pezzi con Loredana Bertè, Anna Oxa, Luisa Corna e soprattutto con Mina. Con lei, nell’’86, abbiamo creato una sigla televisiva. Nel 2014 mi sono esibito con il disco ‘Non solo Leali’, dove erano presenti diversi ospiti, fra i quali un’unica donna: Mina, che ha duettato con me. Altri nomi che possiamo ritrovare sono Baglioni, De Gregori, Ruggeri, Britti, Ranieri e tanti altri. Per quanto riguarda gli artisti emergenti, devo dire che ci sono un sacco di proposte interessanti. In una collaborazione è importante trovare la giusta formula per il pezzo, in quanto deve unire le due generazioni, anche a livello di testo. Comunque, ce ne sono davvero tanti e io, se qualcuno dovesse farsi avanti, sarei davvero contento e lieto di lavorarci assieme. Bisognerebbe comunque trovare una formula che unisca le due generazioni: un settantenne che parla con un ventenne e viceversa…”
Ci può anticipare un po’ il programma con il quale si presenterà al concerto di Umago?
“Se volete Fasto Leali sarà Fausto Leali… Al concerto proporrò chiaramente le canzoni del mio repertorio, ma ci saranno anche delle novità. Nella mia carriera ho inciso anche alcune cover che probabilmente proporrò durante la serata”.
Ha voluto sempre fare il musicista, oppure c’è stato un periodo nella sua vita in cui ha desiderato occuparsi di qualcos’altro?
“No, anzi mi ritengo molto fortunato perché vivere di ciò che si ama è una fortuna. Ho ricevuto questo dono che mi permette di amare ancora oggi il mestiere che faccio. Anche quando guadagnavo al pari di un qualsiasi lavoro… ero felice”.
Il concerto di domani viene organizzato dall’Università Popolare di Trieste e dall’Unione Italiana, in collaborazione con la Città di Umago con il contributo del MAECI. Che effetto le fa esibirsi davanti a tanti connazionali, appartenenti alla Comunità nazionale autoctona italiana in Istria/Croazia?
“Il bello è proprio l’autoctono perché gli italiani che sono lì si sentono italiani, sono italiani, pur vivendo in un altro Paese, quasi ‘più italiani degli italiani’. È chiaro che l’amore per la propria cultura salta fuori con un cuore pazzesco quando un italiano va lì a esibirsi perché è come rimettere un piede nella propria patria e ricevere e darsi un abbraccio con un parente. Nei miei diversi anni di carriera, esibendomi in giro per il mondo, ho potuto sperimentare cosa significhi dare e ricevere un calore di questo tipo. La vostra Comunità è molto sentita e molto unita e questo è importantissimo. Sono grato all’Università Popolare di Trieste, all’Unione Italiana e alla Città di Umago per l’occasione che mi viene data. Sarà per me una grandissima emozione esibirmi lì e su quel palco… sarà un abbraccio alla mia Comunità, una grandissima emozione”.

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