
Mancano pochissimi giorni allo spettacolo teatrale più atteso del cartellone di gennaio: “Evita”, musical celeberrimo, scritto da Tim Rice e Lloyd Webber e ispirato alla vita di Evita Peron, donna iconica dell’America Latina. Un colloquio con l’argentina Renata Carola Gatica, regista di questo spettacolo cult del teatro leggero di Broadway, era assolutamente indispensabile.
Dopo il grande successo dell’anno scorso ottenuto con “Sunset boulevard”, anche quest’anno si ripropone con un altro famosissimo musical. Come mai, e perché “Evita”?
“Il felice riscontro di pubblico e critica per ‘Sunset boulevard’ non era affatto scontato. È stato piuttosto un ‘assaggio’ di come il musical sarebbe stato accettato dalla platea di Fiume e se gli esiti esecutivi di questo particolare genere teatrale, da parte degli artisti, sarebbe stato soddisfacente. Nel musical infatti, tutti devono essere in grado di fare tutto. Il cantante deve saper recitare, ballare, l’attore deve essere in grado di cantare, il ballerino deve essere anche attore, se necessario, e così via. Fortunatamente abbiamo potuto constatare che tutti gli artisti impegnati nel progetto erano stati all’altezza del loro compito, ma non solo. Abbiamo constatato infatti il grande feeling che Leonora Surian Popov instaurava con il pubblico; per cui abbiamo concluso che Leonora, con la sua capacità di comunicare, meritasse di fare da protagonista principale in un musical. E abbiamo scelto, o meglio, è stato Marin Blažević a proporre di farle interpretare la parte di Evita, nell’omonimo celeberrimo musical“.
Per quanto riguarda la sua regia ha adottato un approccio classico, oppure “personalizzato“, in senso moderno?
“Non ho applicato nessun tipo di ‘rilettura’ particolare. Il mio è stato un ruolo volutamente molto discreto e tutto teso a dare massimo risalto alla musica, alle canzoni di Webber che sono molto più eloquenti delle parole. Ho messo in primo piano il rapporto di Evita con la gente. La vera Evita infatti aveva con la gente, con il popolo, un rapporto molto diretto, estremamente empatico, e quando si rivolgeva loro dal balcone li mandava in delirio. Evita Peron divise l’Argentina. Metà l’adorava, l’altra metà invece non l’amava affatto. Di Evita come persona si potrà dire quello che si vuole. Sarà stata un personaggio anche contraddittorio, controverso, ma resta il fatto incontrovertibile che fu lei a lottare per l’emancipazione delle donne argentine, a formare un partito esclusivamente femminile, a combattere per i più poveri, per i bambini, per i diritti degli operai e degli emarginati in genere. Dobbiamo tenere conto che questo è un musical e che con la politica non c’entra affatto. ‘Evita’ intende raccontare la vita di una donna non comune, delle sue lotte personali, dell’amore per Peron, del dramma della sua malattia che le stava ‘mangiando’ il corpo, proprio nel momento in cui più aveva bisogno di tutte le sue energie”.
Quali obiettivi si prefigge di realizzare nel corso del suo mandato?
“Vorrei riportare la gente a teatro. Non mi riferisco solo al teatro di prosa, ma al teatro in genere. A cominciare dai più piccoli. Le ultime generazioni si sono del tutto alienate per quel che riguarda la frequentazione del teatro. Si sono chiuse in un individualismo esasperato, con le loro tecnologie, la rete, i social. Hanno perso il senso della comunità pensante, ed è ciò che vorrei risvegliare in loro tramite un teatro che però non faccia solo ridere, ma anche riflettere. Trattando temi che riguardano la loro vita, il presente, le problematiche del nostro tempo”.
Renata Carola Gatica ha studiato presso il Dipartimento di arte drammatica della Facoltà di Filosofia dell’Università nazionale di Cordova. È la fondatrice della compagnia teatrale La Piaf, e del Centro culturale Sala K nel 2000, dove ha lavorato per tre anni come direttore artistico insegnando recitazione a bambini, ragazzi e adulti. Nel 2006, la città di Cordova le ha conferito il premio come migliore regista teatrale. Dal 2007 vive e lavora a Zagabria. Ha collaborato con il Teatro ITD, con il Teatro per bambini Cherry, con il Teatro per bambini Dubrava, e con il TNC di Fiume. A partire 2014 ha lavorato al Teatro Poco Loco, un teatro indipendente che indaga i modi più atti alla comunicazione teatrale per i più piccoli. Tra i numerosi premi rileviamo il premio per la migliore regia alle Serate al Gavella e la migliore regia per “Alice nel paese delle meraviglie” con il Teatro dei giovani di Zagabria (ZKM). Dal 2018 è direttrice del Dramma croato dell’“Ivan de Zajc” di Fiume.
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