Elio Velan Rimembranze e ricordi istriani

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Elio Velan Rimembranze e ricordi istriani

TRIESTE | Elio Velan è tante cose ma prima di tutto “è un rovignese e ci tiene a specificarlo”. Lo sottolinea sin dall’inizio della serata Gian Carlo Damir Murković, presidente della Comunità croata di Trieste, che ha voluto organizzare all’Auditorium Revoltella, l’altra sera, la presentazione del libro “La mia Istria. Confessioni e testimonianze”. Ricorda i momenti dell’incontro e della conoscenza quando Velan si stabilì a Trieste come corrispondente del quotidiano “Glas Istre-Novi List”, prima ancora di iniziare la sua collaborazione con la RAI regionale “dove mi invitava spesso”, dichiara. Carta stampata, radio e televisione, la carriera del giornalista rovignese ha seguito gli eventi che hanno caratterizzato le vicende del confine orientale negli ultimi trent’anni, spostandosi “anche per questioni di sopravvivenza” racconta.

Un’esperienza maturata

Il volume, come ha spiegato Murković, nasce in lingua croata. “Per la traduzione – spiegherà poi l’autore – ho atteso un lunghissimo tempo di maturazione, finché sono riuscito a pormi al di fuori del contesto e a scrivere come se fosse altro da me e proprio per questo ancora più mio. Un supporto fondamentale è stato quello di mia madre, Maria Velan e della sua amica dei tempi di scuola, Franca Dapas, andata esule in Italia. Si sono rincontrate dopo settant’anni ed ora sono spesso insieme. Tutte e due con alle spalle una lunga esperienza nella scuola, attente e pazienti con il mio problema di riprendere il rapporto con la lingua scritta della mia infanzia e giovinezza. Per me un felice ritorno ad una parte del mio essere che la vita professionale aveva messo in pausa. Parlare e scrivere sono due cose molto diverse”. A soffermarsi sul libro è stato invitato Luciano Santin, giornalista e scrittore, autore teatrale di grande spessore, nato a Pola con radici rovignesi, che anche in questa occasione non ha mancato di fornire un’analisi precisa di un libro che si legge d’un fiato ma non certo con leggerezza. Ci sono i dilemmi di una vita al suo interno, gli incontri difficili con i testimoni della storia di un territorio, spiegati in molti modi “che io ho voluto esplorare, dando sfogo alla mia curiosità” spiegherà il Velan. Moderatore della serata il giornalista Giovanni Tomasin, grato alla Comunità croata per aver voluto coinvolgere, con la sua presenza, “Il Piccolo” di Trieste, perché la città sappia, perché la città partecipi. Tra il pubblico intellettuali e gente legata all’Istria per nascita o per passione nonché rappresentanti consolari della Croazia a Trieste. Altro elemento di questa serata di grande intensità e commozione, anche nella voce dell’autore “ogni tanto ancora me ingropo” dirà, spiegando la difficoltà di affrontare determinati temi, sono stati i personaggi. Ci si sofferma su personalità come Antonio Budicin, la cui vicenda emblematica spiega i dilemmi di quegli istriani comunisti che anteposero all’ideologia la ratio di una comunità dilaniata, pagando con la prigione e l’estraniamento, l’esclusione. Budicin morirà in Argentina.

Canti dedicati a Rovigno

Velan era accompagnato dal figlio Gianni, al quale si rivolge nel libro in un dialogo liberatorio e da alcuni amici dell’Associazione “Giusto Curto”: Riccardo Bosazzi alla chitarra, Massimo Braiković alla tastiera, Mirko Cetinski e Sergio Preden-Gato, voci soliste che in apertura e chiusura di serata hanno offerto un appassionato concerto, una prova della loro abilità di rappresentare un mondo antico e trasversale, al cui messaggio non possono sottrarsi menti intelligenti e creative. Hanno fatto cantare il pubblico e certo l’hanno entusiasmato con le canzoni nell’istrioto di Rovigno ma anche in croato con tema la città di Santa Eufemia. La loro professionalità ha suscitato profonda ammirazione. Sul grande schermo, a coronare il tutto, le immagini del Maestro della fotografia, Virgilio Giuricin, che appare in chiusura con la macchina fotografica. Ha proposto coste e muretti a secco, le parole affidate alla pietra che racconta l’opera dell’uomo, un romanzo scritto sul territorio. Con questa serata la Comunità croata di Trieste ha chiuso il ricco programma del 2018 nel corso del quale si sono esibiti a Trieste artisti di chiara fama, autori di libri e cinema, al fine di una conoscenza che superi i luoghi comuni e crei nuove possibilità.

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