Eleonora Matijašić: «I ragazzi mi hanno dato un’immensa soddisfazione»

La professoressa, educatrice musicale e pomeridiana nel doposcuola della SEI «Dante Alighieri» di Isola ripercorre la sua lunga carriera trascorsa tra i banchi di scuola. Il Premio è giunto allo scadere del meritato pensionamento

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Eleonora Matijašić: «I ragazzi mi hanno dato un’immensa soddisfazione»
Foto: KRIS DASSENA

L’edizione 2024 del Premio “Antonio Pellizzer” per gli educatori e i docenti delle istituzioni prescolari e scolastiche della Comunità Nazionale Italiana si prefigge di promuovere la creatività didattico-pedagogica e culturale della CNI in Croazia e Slovenia. Volto alla valorizzazione dell’uso orale e scritto della lingua italiana nelle nostre istituzioni prescolari e scolastiche e all’affermazione sociale e professionale della categoria degli educatori e dei docenti di scuola elementare e media superiore della CNI, il riconoscimento alla carriera è andato alla professoressa Eleonora Matijašić. La candidatura avanzata dalla SEI “Dante Alighieri” di Isola, per i vent’anni trascorsi in sede quale educatrice musicale e pomeridiana nel doposcuola, ha sottolineato l’operosità e la devozione professionale. Il Premio è giunto allo scadere del meritato pensionamento. Abbiamo cercato di cogliere sfumature nel sentimento che ancora muove Eleonora Matijašić nel prosieguo della collaborazione con l’istituto promotore, in veste d’insegnante di sostegno.

I docenti scolastici comunitari incarnano, più di ogni altro, la figura del “maestro di scuola”, quale valore aggiunto del patrimonio divulgativo della nostra identità specifica. Senso pratico nel trasmettere fondamenti, in lei, com’è nata questa tacita tesaurizzazione che l’ha portata a contatto con i ragazzi nel giocoso approfondimento di lingua e note?
“È nata per caso appena conclusa la maturità. Un posto vacante all’elementare ‘Vincenzo e Diego de Castro’ e mi candidai come insegnante di musica in IVa periferica a Santa Lucia nel mio primo approccio professionale durato un anno. Pirano, Sicciole e Strugnano sono giunte solo in ripresa. Contratto indeterminato, qualcosa mi mancava. Le mie lacune non di note ma didattiche, hanno scaturito una presa di coscienza personale per cui decisi d’intraprendere gli studi presso la Facoltà di pedagogia di Capodistria per avvicinarmi ai bambini. Un integrativo personale che mi ha permesso d’arricchire formazione e tecnica nell’approccio diretto con gli alunni. Tornata tra i banchi più ricca, ho trascorso nel Piranese un ventennio alla ‘de Castro’ prima di passare all’elementare ‘Dante Alighieri’ di Isola. Avendo tanto da dare, forte d’esercizio d’insegnamento, scelsi il soggiorno prolungato. Sembrava una sfida di passaggio, invece la SEI isolana mi ha vista in sala insegnanti per ulteriori 21 meravigliosi anni regalandomi, insegnamento di materia, direzione del coro scolastico, collaborazioni con l’asilo ‘L’Aquilone’ e la Media economica, tutte esperienze professionali che forse, hanno arricchito più me che i ragazzi che ho seguito negli anni e che mi hanno dato immense soddisfazioni’.

Necessario un aggiornamento continuo
Ha lasciato un segno indelebile nei cuori forgiando generazioni che la ricordano con affetto, ma se parliamo di insegnanti CNI a cui affidare i nostri figli, com’è cambiato il ruolo del maestro-educatore, soprattutto alla luce di un’era sempre più tecnologica?
“La mia è scelta che spazia in opportunità. Un parallelo musicale nell’accademico al Conservatorio ‘Tartini’ di Trieste mi ha aperto mondi in seno e fuori ai nostri istituti. Ho insegnato alla Scuola di Musica tra Capodistria e Isola ma le note, ad ogni età, sono al contempo lingua, grammatica, dizione, tecnica, respirazione anche matematica volendo ma nell’obbligo di programma, cantando, tutto scivola naturalmente nel divertimento. Questi incontri d’aggregazione tra coetanei sono momenti ben accolti da tutti e nelle piccole cose lasciano piacevoli segni. Da spartiti bianchi scritti a mano negli irreperibili prestampati, mettevamo accordi su pentagramma per garantire l’offerta didattica alla base del sapere. Adeguarsi ai tempi è implicito perché scuola è continuo crescere insieme. La coscienza del dare ad ogni singolo eque importanza e considerazione nelle diverse modalità di sostegno, subordinate a esigenze particolari dall’adattabile approccio, dev’essere aggiornamento continuo. Ben venga se un clic trova musiche e testi nell’immediato. Nei tempi scolastici, reattività è saper semplificare la ricerca per imbastire progetti inter-istituti con un coordinamento dal riscontro istantaneo che va a beneficio di apprendimento e applicazione dei ragazzi. Tutto è in eterna evoluzione e anche noi insegnanti dobbiamo stare al passo coi tempi”.

Nel panorama operistico del bel canto, svariate le sue esibizioni da soprano d’indubbia fama a livello nazionale e internazionale. La sua primaria passione d’inquadramento lirico le riserva progetti futuri già in cantiere?
“Amo la lirica ma anche la polifonia che mi ha portata per anni ad essere corista e presidente del coro misto ‘Haliaetum’ del sodalizio ‘Besenghi’ di Isola. Ora collaboro con importanti complessi corali di Slovenia e Italia e da diversi anni faccio parte del coro della ‘Cappella Civica’ di Trieste. Ci sono tanti progetti legati al canto e alla musica e forse ora troverò il tempo per dedicarmi più approfonditamente a questa mia passione”.

Ciò che conta è il riconoscimento
Presenza costante del tessuto comunitario, Eleonora Matijašić ha toccato la filodrammatica ma è un nome che da “Baby Rock” ha firmato innumerevoli successi come autrice, compositrice e mentore al Festival per l’Infanzia “Voci nostre” e, nel profondo sguardo all’identità culturale, ha regalato le proprie vocalità anche a “Dimela Cantando” in versione dialettale. Un’infinità di premi, riconoscimenti e attestati arricchiscono a tutto tondo un medagliere vasto e diversificato a filo conduttore la musica. Alla luce di questo conferimento, il premio “Antonio Pellizzer” quale valore ha per l’Eleonora insegnante?
“Il ruolo che ricopriamo ti gratifica ogni giorno nei sorrisi che coronano la partecipazione attiva alle lezioni. Ti stupisci ancora delle manifestazioni d’affetto degli ex alunni che a distanza di anni si ricordano di te. Ecco, queste, sono gratifiche che in qualche modo fanno parte della tua vocazione, ma il riconoscimento Opera Omnia mi ha profondamente commossa perché è partito dal collettivo di colleghi dell’elementare ‘Dante Alighieri’. Quando l’intero corpo docenti ti propone e sostiene la tua candidatura, ciò significa che riconosce l’impegno e il valore di una vita. Credo che a livello umano sia una delle emozioni più forti che ti possano capitare dal punto di vista professionale”.

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