Dragan Rubeša, la curiosità verso mondi meno noti

Il volume presentato a Fiume è un omaggio alla sua attività in seno all’Art cinema durata per tredici anni. Il critico ha prodotto 150 anteprime mensili, che riflettono l’offerta dell’ente

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Dragan Rubeša, la curiosità verso mondi meno noti
Tanja Vrvilo, Diana Nenadić ed Ervin Pavleković. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Al tramontare del sole e prima della comparsa della notte, l’estivo dell’Art cinema, con l’aria ancora tiepida e una leggera brezza che accarezza la pelle, ha riunito un pezzo della sua comunità alla presentazione del libro “Šifra: Rubeša. Sabrani tekstovi Dragana Rubeše pisani za Art kino” (Codice: Rubeša. Raccolta dei testi di Dragan Rubeša scritti per l’Art cinema).

In questa cornice si è parlato della dedizione del celebre critico cinematografico e uno dei fondatori dell’Art cinema a scrivere le anteprime mensili per i programmi cinematografici della cineteca. Tutti questi testi sono stati raggruppati dando vita non solo a un semplice libro, bensì a una vera e propria enciclopedia cinematografica, piena di dati e nozioni in grado di appassionare e istruire chi la legge. Il libro è un omaggio alla sua attività (2008-2021) in seno al Cinema, presentato dalla curatrice cinematografica Tanja Vrvilo e dalla critica cinematografica ed editrice della sezione cinematografica dell’HFS, Diana Nenadić. A condurre la chiacchierata è stato Ervin Pavleković, giovane leva ed esperto di cinema.
Passione per la settima arte
Belle parole sulla figura di Dragan Rubeša sono state pronunciate dalla direttrice dell’Art cinema, Slobodanka Mišković, visibilmente commossa: “Oggi presentiamo un libro speciale, dedicato a una delle figure più importanti per il nostro cinema. Rubeša non solo ha contribuito attivamente alla fondazione dell’Art, ma ha anche promosso l’idea di uno spazio per i film di alto valore artistico a Fiume. Dopo la sua prematura scomparsa nel 2021, abbiamo sentito l’urgenza di omaggiare non solo lui, ma anche l’istituzione da lui tanto influenzata. Questo libro celebra la sua passione inesauribile per il cinema e la sua curiosità verso mondi cinematografici meno noti e non mainstream, come i film amatoriali, asiatici e di nicchia. Grazie a lui, abbiamo scoperto un vasto tesoro del cinema mondiale. Siamo onorati di avere con noi il curatore del libro, Miodrag Vučinić, il designer Branimir Lazanja e la curatrice Tanja Vrvilo. Questa sera, discuteremo non solo del libro ma anche del lavoro e del ruolo del critico cinematografico. Rubeša ha scritto per tredici anni, producendo oltre 150 anteprime mensili, che non solo riflettono il suo gusto cinematografico ma definiscono anche l’offerta del nostro Cinema”.
Riguardo alla sua vita privata, Mišković ha aggiunto: “Le nostre collaborazioni mensili erano sempre fruttuose e ci aiutavano a portare avanti il programma con successo. Dragan amava il cinema profondamente, era una delle poche persone che vivevano e lavoravano con passione autentica. Per lui, non c’era distinzione tra vita e lavoro. Sono felice di commemorare il suo nome perché ha vissuto la vita secondo i suoi ideali”.

La direttrice dell’Art cinema, Slobodanka Mišković.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

La libertà di espressione
Tanja Vrvilo ha parlato del suo stile particolare incentrato sull’umorismo ma anche su una specie di linguaggio politicamente scorretto con il quale Rubeša ha spesso cercato di screditare e denaturalizzare il linguaggio politico. Nelle sue opinioni si poteva intravedere una grande libertà di espressione, incontrare la sua non convenzionalità e la volontà di stare con i deboli del cinema, i cosiddetti indipendenti, tanto lontani dal mondo blockbuster.
Rubeša accoglieva con piacere esperienze cinematografiche diverse dal comune, più intime e spesso più profonde rispetto ai grandi successi commerciali. Attratto dai film indipendenti, d’autore, capaci di offrire nuove prospettive, stili unici e storie originali, si accostava spesso a pellicole provenienti da paesi non famosi per la loro cinematografia (Filippine, Thailandia) su scala globale. “Non si può dire che stesse dalla parte dei più deboli, ma nemmeno che fosse capace di ignorare un certo tipo di creazioni: a testimonianza di ciò, anche nel libro, emergono critiche di film realizzati da cineasti locali di poco rilievo, persino dilettanti”, ha sottolineato Diana Nenadić.
Dopo la presentazione del libro, è stato proiettato il film del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul “Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti”, uno dei tanti di cui Rubeša aveva scritto.

Alcune copie del volume.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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