«Dimela cantando», canzoni e simpatia, binomio vincente

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«Dimela cantando», canzoni e simpatia, binomio vincente

MUGGIA | Il Festival dell’Istroveneto, con “Dimela cantando 2018”, riparte da Muggia, prima delle tre tappe dedicate alla canzone d’autore nel dialetto regionale, ieri a Capodistria e questa sera la finale a Buie. La manifestazione, organizzata dall’UI, settore Cultura diretto da Marianna Jelicich Buić, si compone di molteplici contenuti, ma il canto rappresenta un momento centrale, in quanto affonda nelle radici culturali del territorio e nell’amore e la capacità di esprimere attraverso la musica parte dell’anima delle sue genti. Dopo il successo della serata canora nel 2017, svoltasi in P.zza Marconi, il “salotto buono” di Muggia, la pioggia ha costretto giovedì sera gli organizzatori a optare per il Teatro Verdi, con poco pubblico alla partenza, ma che arrivando alla spicciolata nel corso della serata, ha creato quel giusto rapporto tra spettacolo e gradimento, seguendo il tutto con ripetuti applausi e tanto entusiasmo. Complici le canzoni e la grande simpatia delle due collaudate “anime” dello spettacolo: Rosanna Bubola e Bruna Alessio, belle, inossidabili, capaci di entrare con la parola giusta in ogni situazione, spiritose, critiche ed autocritiche. Impensabile il Festival senza il loro contributo!

Generi musicali diversi

Diciassette le canzoni in gara, che concorrono per il premio del pubblico e della giuria di esperti. È un confronto ma anche un gioco per la complicità dei partecipanti, a volte solo interpreti a volte anche autori o coautori delle canzoni presentate. L’area è ben rappresentata, dalla punta dell’Istria a Trieste. La commissione che ha scelto le canzoni concorrenti ha voluto proporre diverse varianti sia di generi musicali che di contenuti. C’è la storia. Ha colpito in modo particolare la ricerca di Marko Radolović sul passato della sua città, Pola, quando “Le navi cantava”, attendendo l’arrivo dell’imperatrice Sissi. O la canzone di Martina Sanković Ivančić intitolata al “Tempo del platano”, dedicata a Fiume. C’è l’attualità con “El consumismo” di Neven Stipanov e tanto tanto sentimento. Ma cos’è quest’amore che non esaurisce la ricerca di intere generazioni, l’eterna ruota del c’è o non c’è, comunque un po’ di romanticismo non guasta: “Ma qualchedun te ga mai contà una roba del genere”, commenta Bruna scherzando con Rosanna.

Entusiasmo in crescendo

E intanto la serata avanza, in un crescendo di entusiasmo e con ritmi serrati che rivelano una regia attenta: passano in rassegna Sara Salvi con “El mar” dedicata a suo padre ma anche all’amore di un uomo, Danilo Blaškić e il gruppo vocale “Julian” che intonano a più voci il caratteristico melos della klapa, caro al sentire mediterraneo, Davor Hačić con “Oci neri” sfoggia una voce fuori dall’ordinario come del resto Adrea Dilić con “L’emosion de un ricordo eterno”. Sempre una garanzia Alida Delcaro, lanciata in “Non xe più un tango”, come del resto Sergio Preden che ha interpretato una canzone di Riccardo Bosazzi alla chitarra e in duetto con Kristina Fistrović. Anche qui un omaggio, con “Note de primavera”, alla tradizione dei canti a più voci che fanno parte del nostro patrimonio. Ivan Bottezar ha cantato “El mio mondo” mentre Kristian Marušić, voce da repertorio di musica classica, ha presentato “Bon giorno, vecia Buie” conquistando i favori del pubblico che l’hanno premiato a Muggia in ex equo con Maria Arcangela Musti con “Penso sempre a ti (Uichend)”. E ancora “Sposi de seconda man” con Andrea Bussani, “No me par vero” con Musicittà, “Me piaseva i ani ’60” con Piero Pocecco, “El tuo pensiero” con Andrea Scarcia e Stefano Hering e “Senza de ti” di Franco Trisciuzzi.

Al momento di risentire le canzoni vincitrici, partecipanti scatenati, il palcoscenico diventa uno spazio per dare libero sfogo a balletti improvvisati, saltelli, ammiccamenti per il gran divertimento del pubblico. I diciassette si rivelano un gruppo di amici, che forse a Muggia si sono calati nell’allegria che contraddistingue la città del Carnevale… ma Buie non xe de meno, per cui…spazio al pensiero positivo. Salutati dall’assessore Stefano Decolle, con delega anche al turismo, la serata si è conclusa con l’invito a ritornare l’anno prossimo (ghe mancassi altro, Decolle xe de Momian…) magari con maggiore coinvolgimento di Trieste e Monfalcone in un appuntamento che è fatto di divertimento, tanto lavoro, dedizione, sapere e un messaggio di unità che, oggi come oggi, non guasta proprio.

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