Diffondere oltreconfine la letteratura della CNI

Esce oggi dalle stampe «L’osteria della Parenzana», il primo dei tre volumi che Ronzani dedicherà, fino a giugno e con il titolo «Cronaca delle Baracche», all’opera omnia di Nelida Milani

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Diffondere oltreconfine la letteratura della CNI

È la scrittrice connazionale Nelida Milani la prima protagonista del progetto con il quale Ronzani Editore intende sostenere la riscoperta e la diffusione della letteratura prodotta dalla Comunità Nazionale Italiana in Istria e a Fiume.

 

Tale realtà letteraria è tanto viva e significativa quanto poco conosciuta e apprezzata in Italia, nonostante il suo valore intrinseco e il peculiare ruolo di testimone diretta di una parte del popolo italiano che – motivazione fondamentale della scelta di Ronzani – come tale deve essere considerata e non certo come una parte staccata o peggio periferica della collettività nazionale.

S’intitola “L’osteria della Parenzana” il primo dei tre volumi che la Casa editrice vicentina dedicherà, fino a giugno e con il titolo “Cronaca delle Baracche”, all’opera omnia della scrittrice nominata nel 2004 commendatore con stella della solidarietà dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi e collaboratrice di lunga data del nostro quotidiano.

Nelida Milani

Eventi vissuti in prima persona
Con il titolo “Cronaca delle Baracche” e l’inserimento nella collana VentoVeneto inizia dunque oggi e terminerà nel mese di giugno la pubblicazione in tre volumi dei racconti arricchita da numerosi inediti e curata da Mauro Sambi, residente a Padova ma nato e cresciuto a Pola.

Il primo appuntamento è con “L’osteria della Parenzana”. La tragedia universale della Seconda guerra mondiale e quella dell’esodo dall’Istria di gran parte della popolazione italiana sono osservate e narrate dalla scrittrice partendo dal rione operaio di San Policarpo, detto “Le Baracche”, a Pola. L’autrice intinge la penna nei suoi ricordi più intimi e traccia così una topografia fisica e degli affetti, dominata dalla presenza della Parenzana, che segna il profilo di un mondo in cui si è imparato presto che “ciò che vi è di terribile nella morte non è perdere il nostro avvenire, ma perdere il nostro passato: l’oblio è la morte sempre presente in mezzo alla vita”. A illustrarci gli argomenti dei tre volumi è stata l’autrice stessa.
“‘Cronaca delle Baracche’, divisa in tre volumi, è un’opera omnia. Nasce da un nucleo, dal rione di San Policarpo che poi il popolo aveva ribattezzato in baracche occupate da operai che venivano dalla Bosnia proprio per costruire una sequela di casermoni e che sarebbero stati adibiti ad appartamenti per sottoufficiali italiani e per tabacchine e cantierini ovvero per le donne che erano impiegate nella manifattura tabacchi e per gli uomini che lavoravano allo Scoglio Olivi. Da qui nascono questi piccoli racconti – la mia misura non è mai stata il romanzo”, ammette Nelida Milani. “I racconti oggi hanno un grande valore in quanto testimonianza di un lungo periodo di transizione e di passaggio dall’Italia alla Croazia. Credo di aver riempito quest’enorme buco nero, secondo le mie modeste possibilità, con la vita ordinaria e non troppo normale di tempi, che nei primi decenni sono stati burrascosi per la sovrapposizione di culture che hanno portato e che poi si è trasformata in colonialismo, in ibridismo e in tanti ismi malefici. Questa situazione ha portato quindi al collasso della Jugoslavia per dar vita a una pseudodemocrazia o come la chiamò Predrag Matvejević, ‘democratura’ cioè alla Croazia che abbiamo oggi e che funziona alla pari di tante altre democrazie che costellano il nostro microcosmo”.

La copertina de “L’osteria della Parenzana”

L’«io» diventa «noi»
Uscirà invece il 13 maggio “Agnus Dei”. È la scia di sangue che ha caratterizzato la storia dell’Europa e dell’Istria quella che la scrittrice indica al lettore in questo secondo volume. Un susseguirsi di violenze, di morte. E di esilio, che è una morte anch’esso.

“Quanti popoli – racconta Nelida Milani – hanno conosciuto l’esilio, con fagotti e filo spinato hanno vissuto sulla terra degli altri, hanno pregato un dio assente, hanno pianto per una mancanza che non si riesce a precisare. Spettri, non uomini. Le tre sezioni avanzano da questo primo nucleo familiare. La scrittura dei racconti è nata in modo spontaneo sotto la cappa di una forte ideologia che l’indottrinamento non permetteva di avere consapevolezza di me stessa e di noi stessi. Nel secondo libro prendo coscienza del noi anche perché c’è la collisione con le guerre, con ciò che succede nell’ex Jugoslavia. L’’io’ diventa quindi un ‘noi’. I racconti parlano dei conflitti interni; dei matrimoni misti che vengono sfasciati dagli avvenimenti che hanno interessato l’ex Jugoslavia”.

La condizione dei rimasti
“La partita”, il 16 giugno, chiuderà il viaggio tra le opere di Nelida Milani con uno sguardo sul “dopo” degli italiani rimasti in Istria successivamente all’annessione alla Jugoslavia. Questo volume si avvicina ai giorni nostri, i racconti si fanno più coraggiosi, la scrittura prende più spazio. “Da raccontino si trasforma in racconto”, precisa una delle voci più significative della letteratura degli italiani dell’Adriatico Orientale.
La condizione degli italiani rimasti in Istria dopo l’annessione alla Jugoslavia, la loro psicologia intima, il dissidio perenne tra identità e conformità, la precarietà di ogni loro riferimento sono scandagliati con straniante finezza e con punte di esilarante comicità in questi racconti. Sia per chi ha vissuto la frattura della Storia da adulto, sia per chi è nato e cresciuto col vuoto alle spalle, nel nuovo paesaggio sociale e umano, tutti accomunati da un’esistenza provvisoria, un passato pieno di lacune e un futuro precario: ciò che è in gioco è l’esito finale di un’implacabile partita tra memoria e oblio.

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