Diego Zandel e l’indiscutibile attitudine alla convivenza

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Diego Zandel e l’indiscutibile attitudine alla convivenza

FIUME | Un uomo e uno scrittore che non nutre pregiudizi, che accomuna con la stessa simpatia italiani, croati e altri popoli. Condanna razzisti e nazionalisti d’ogni risma, tanto che nella sua creazione letteraria predomina sempre lo stesso spirito della convivenza. Sono queste alcune delle posizioni emerse alla presentazione letteraria di giovedì alla libreria antiquaria Ex Libris di Fiume, sull’intera opera letteraria dello scrittore esule fiumano Diego Zandel. L’appuntamento, organizzato da Ervin Dubrović, direttore del Museo Civico, con il patrocinio della Comunità degli Italiani locale, ha visto gli interventi, oltre che dello stesso Dubrović e di Melita Sciucca, presidente della CI, del poeta e scrittore Giacomo Scotti e di Damir Grubiša, già Ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma.

Essere fedeli alla propria idea

L’appuntamento si è snodato lungo diversi momenti del percorso biografico e letterario dell’autore. Ervin Dubrović, ha presentato un excursus storico sulla produzione di Diego Zandel, concentrandosi sulle opere “I testimoni muti. Le foibe, l’esodo, i pregiudizi” (Milano, Mursia, 2011), ovvero un libro di memorie e di riflessione “ispirato a fatti veri, così come li ha vissuti, ne ha sentito parlare e ricorda l’autore”, e “Una storia istriana” (Milano, Rusconi, 1987), un romanzo intenso e scabro, che narra una dolorosa storia familiare. Nelle sue opere, ha evidenziato Dubrović, Zandel reagisce ai pregiudizi delle vittime innocenti dei nazionalismi, sia quelle slave, croate che slovene del fascismo, poi quelle italiane del comunismo titino, senza trascurare coloro che, fedeli alla propria idea, affrontarono l’inferno di Goli Otok.
Scotti ha rievocato alcuni dei momenti incisivi che lo legano al protagonista della serata, un’amicizia lunga sessant’anni. Tra queste “briciole di fraternità”, la partecipazione al Festival della poesia di Sarajevo nel 1969, fino al primo forte legame tra i due autori, con il libro scritto a quattro mani, “Invito alla lettura di Ivo Andrić” (Milano, Mursia,1981), destinato agli studenti delle Università italiane.

Intrecci culturali da salvaguardare

La presidente della CI, Melita Sciucca, ha evidenziato l’importanza per Fiume e per la CNI dell’intervento di importanti personaggi alla serata, ma anche la valenza di patrocinare eventi di questo spessore, per dimostrare quanto gli intrecci culturali italiani e croati, che rappresentano l’essenza della nostra città, vadano diffusi e salvaguardati. Damir Grubiša ha ricordato i tempi del suo incarico e quello dell’istriano Drago Kraljević, Ambasciatori della Repubblica di Croazia a Roma – il primo nel periodo 2012-2017, il secondo invece, nel quinquennio 2000-2005 – e della collaborazione intercorsa con Zandel per promuovere a più riprese la letteratura croata, ma anche quella della CNI della Croazia e della Slovenia in Italia. A chiudere la serata, è stato l’autore stesso, Diego Zandel, che, innanzitutto, ha rievocato i momenti, i luoghi e i volti che lo legano alla città quarnerina, per parlare poi anche del suo nuovo libro, “Balcanica. Viaggio nel Sud-Est europeo attraverso la letteratura contemporanea”, uscito per i tipi della casa editrice Novecento di Roma. Al centro la letteratura dei Balcani fino alla Grecia, che è oggetto di una speciale attenzione da parte di Zandel, un vero dizionario enciclopedico delle letterature che comprendono l’area balcanica, con schede informative e riflessioni dell’autore su scrittori tradotti in italiano, ma anche illustrazioni storiche e culturali necessarie per capire il collocamento di questi autori citati nel contesto storico, geopolitico e culturale dell’Europa contemporanea.
All’appuntamento a cui ha preso parte un nutrito pubblico, erano presenti anche il Console generale d’Italia, Paolo Palminteri, e la scrittrice fiumana Vedrana Rudan.

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