Didattica attiva, intelligenza artificiale e ricerca personale

Prosegue nel FVG il Seminario per docenti delle scuole con insegnamento della lingua italiana

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Didattica attiva, intelligenza artificiale e ricerca personale
I docenti che stanno seguendo il Seminario. Foto: ARIANNA TERSIGNI

Il Seminario per docenti delle scuole con insegnamento della lingua italiana di Slovenia, Croazia e Montenegro che si sta tenendo in questi giorni in Friuli Venezia Giulia e organizzato dall’Università Popolare di Trieste è giunto ieri al giro di boa. La terza giornata di formazione ha visto una ricca e fitta agenda di lezioni, tenute da esperti presso il polo didattico di Gorizia dell’Università degli Studi di Trieste. Nelle aule della sede universitaria, animate da studenti impegnati nello studio della fatidica sessione estiva e in appelli d’esame, i docenti che partecipano al Seminario stanno (ri)vivendo l’esperienza di trovarsi al di là della cattedra, nuovamente in veste di allievi; esperienza che permetterà loro di tornare ad insegnare più preparati e aggiornati che mai in vista del prossimo anno scolastico.

Dal Vajont alla traduzione
Nella mattina si sono tenute due lezioni sulla diga del Vajont, affrontando vari aspetti legati a tale opera ingegneristica: da quelli geologici e ambientali fino a quelli storici e alle conseguenze della frana del 1963. Questi temi sono stati esposti e trattati da Michele Greco, ingegnere e dottore di ricerca in idrodinamica, attualmente professore presso l’Università della Basilicata; e da Michele Stoppa, professore di geografia presso l’Università di Trieste ed esperto in geostoria e geoeconomia delle regioni di confine. Nel pomeriggio invece Fabio Polidori, professore di filosofia teoretica presso l’Università di Trieste, ha tenuto un incontro sulla filosofia della traduzione. Infine Fabrizio Gherlani, consulente aziendale, ha tenuto un coinvolgente incontro che ha affrontato tematiche come la didattica attiva, l’intelligenza artificiale e la motivazione alla ricerca personale.

L’esperienza dei corsisti
Abbiamo parlato con due insegnanti che stanno partecipando al Seminario: Vesna Vojvoda Gorjan, insegnante di lingua italiana presso la Scuola elementare “Elvire Vatovec” di Prade, frazione di Capodistria; e Neven Stipanov, insegnante di educazione musicale e coro presso la Scuola elementare “Dante Alighieri” di Isola. “Partecipo a questo seminario organizzato dall’Università Popolare di Trieste per la seconda volta; dopo quello che si è tenuto gli anni passati in Basilicata, infatti, ero rimasta entusiasta dell’esperienza ed ho voluto ripeterla – ci ha detto Vesna Vojvoda Gorjan –. In questi giorni sto avendo la possibilità di incontrare colleghi che lavorano in realtà diverse, con i quali ci stiamo confrontando sulle strategie e metodologie d’insegnamento, condividendo le nostre esperienze, cosa molto importante per noi. Sono molto contenta in particolare del vasto itinerario di quest’edizione e dei seminari proposti, che affrontano tematiche interessanti e attuali”.

Prospettive interessanti
Entusiasta dell’esperienza è anche Neven Stipanov: “Durante il seminario sto facendo amicizia con molti colleghi. È tutto molto ben organizzato, i docenti sono preparatissimi; è un’esperienza formativa sotto vari aspetti e l’aggiornamento per noi insegnanti è molto importante”, ci ha confessato. I due insegnanti, lavorando in due contesti diversi, hanno condiviso con noi interessanti prospettive sull’approccio alla lingua italiana nelle loro realtà scolastiche. Vojvoda Gorjan insegna l’italiano come seconda lingua in una scuola slovena: “Sono un’insegnante molto attiva: organizzo varie attività in classe per avvicinare i miei studenti alla lingua italiana – ci ha spiegato – la mia scuola realizza vari progetti e partecipa a vari eventi collegati alla cultura italiana. Inoltre portiamo gli studenti in Italia, come per esempio a Trieste; tramite un’esperienza transfrontaliera del genere gli studenti sono incentivati ad usare la lingua”. Attività fondamentali, soprattutto se si tiene di conto il fatto che l’inglese stia mettendo sempre più a rischio lo status dell’italiano come seconda lingua. “I bambini che avevo a scuola quando ho iniziato ad insegnare, ormai 25 anni fa, ascoltavano più canzoni italiane, guardavano la televisione in italiano e generalmente conoscevano di più l’italiano – ha affermato Vojvoda Gorjan –. Le nuove generazioni, complici i social media e le nuove tecnologie, sono invece abituate ad usufruire maggiormente di contenuti in inglese, e la lingua ne risente”. Neven Stipanov, al contrario della collega, lavora in una scuola italiana: “La CNI è molto vicina alle nostre scuole e viceversa. Questa collaborazione continua è molto importante: per esempio, le scuole sono sempre invitate agli eventi culturali e agli spettacoli organizzati dalla CNI. Questo aiuto reciproco è fondamentale”, ci ha detto. Stipanov ha sottolineato inoltre l’aspetto multiculturale delle scuole in Slovenia: “Nella nostra scuola non ci sono soltanto alunni della minoranza italiana ma anche studenti russi, ucraini, turchi, albanesi, e ovviamente sloveni: si può quindi parlare di un ambiente scolastico multiculturale e aperto. Nella mia esperienza da insegnante ho notato che sia le scuole italiane che quelle slovene sono molto aperte alla multiculturalità”. Il Seminario prosegue oggi con la visita al centro storico di Grado e la conferenza della prof.ssa Maria Cristina Benussi (Università di Trieste).

Le conferenze si sono tenute presso il polo didattico di Gorizia.
Foto: ARIANNA TERSIGNI

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