Dante Alighieri in Istria tra leggende e realtà

Presso la CI di Cittanova si è svolta la conferenza della dottoressa Valentina Petaros Jeromela che ha ripercorso le orme del Sommo Poeta lungo la penisola istriana

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Dante Alighieri in Istria tra leggende e realtà
La relazione della dott.ssa Valentina Petaros Jaromela. Foto: Nicole Mišon

Continua con successo il ciclo di conferenze “Sulle orme di Dante in Istria e oltre” di Valentina Petaros Jeromela, dottoressa in Lettere moderne con specializzazione in filologia italiana e critica dantesca, archivista senior e presidente della Società Dante Alighieri Slovenia – Comitato di Capodistria. La filologa era ospite della Comunità degli Italiani di Cittanova, dove ha incuriosito il numeroso pubblico ansioso soprattutto di scoprire se Dante, durante i suoi pellegrinaggi, fosse effettivamente giunto nella penisola istriana.
Cristina Fattori, presidente del sodalizio ospitante, ha dato il benvenuto alla relatrice, ribadendo la soddisfazione di poter trattare presso la propria sede una tematica così interessante e affascinate come quella proposta da Velentina Petaros Jeromela.
“La conferenza rappresenta il sunto degli studi che ho svolto nel corso di circa 20 anni di lavoro appassionato sul Sommo Poeta – ha commentato la professoressa –. In tutto ciò che ho fatto in questo periodo Dante è sempre stato presente, dalla ‘Divina commedia’ in sloveno ad altre ricerche e altri lavori”.
Tra storie vere o verosimili la filologa ha ripercorso, idealmente, i passi del padre della lingua italiana, le sue orme laddove si trovino degli indizi del suo passaggio. Indizi puntualmente raccolti e riproposti nel suo libro “Dante e le leggende in Istria. Com’è nato il mito di Dante, vate delle terre irredente?”. Qui troviamo una mappa dei racconti che vedono il poeta come ospite, come testimone in un processo. Le leggende però per il momento rimangono tali, in quanto nonostante gli studiosi abbiano trovato diverse tracce della presenza del Sommo Poeta tra Pola, Parenzo e Pisino, manca tutt’ora una prova definitiva e concreta del suo soggiorno in questo lembo di terra.
“Il verso più celebre, citato a riprova della consapevolezza dantesca dell’esistenza di Pola e della sua posizione geografica è quello ormai famoso del canto IX dell’Inferno ‘Sì com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna’, che forse è stato anche troppo abusato – ha commentato la dantista –. Queste parole sono spesso citate a sproposito, associando la nostra geografia a quella del poeta, mentre la sua visione del mondo era del tutto diversa, per capirlo dobbiamo pensare attraverso gli occhi di una persona vissuta nel Medioevo”.
La studiosa ha ricordato che sono passati più di 700 anni dall’errare del poeta esiliato dalla sua Firenze e il fatto che qualche testimonianza scritta sia giunta fino a noi è un evento straordinario, non si può perciò pretendere ulteriori dettagli, soprattutto considerando l’infinità di testimonianze perse nel corso di sette secoli. “Rimangono alcune prove come il ‘ce fastu’? che il Tagliapietra, il medico e poeta piranese, fissa come prova del soggiorno di Dante a Pola, dove il dialetto è ‘aspro e crudo’ rispetto alla più dolce parlata veneta istriana settentrionale – chiarisce Peteros Jeromela –. Rimane il quadro del Gianelli, rappresentante Dante pensieroso seduto sopra una pietra (la pietra di Dante) e alle sue spalle s’intravede l’arena di Pola, della quale il Sommo non fa menzione. Ci rimangono i Codici isolani con la tradizione dei commenti di Benvenuto da Imola, alle quali si aggiungono le traduzioni della ‘Divina’ in lingua slovena e croata”, studiate sempre dalla filologa.
Una serata a ritroso nel tempo, ripercorrendo quelli che potrebbero essere stati i passi di Dante, per giungere ai giorni nostri e renderci conto che l’immortalità del padre della lingua italiana sta proprio nel fatto che le sue parole e i suoi versi non passano mai di moda. Gli appuntamenti con “Sulle orme di Dante in Istria e oltre” sono proseguiti anche ieri sera a Pisino, dove Petaros Jeromela ha conquistato altri spettatori parlando tra l’altro della leggenda della locale grotta legata al Sommo Poeta.

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