
Visita alla mostra di Steve McCurry al Salone degli Incanti, incontro con Maurizio Sorge, due eventi e due personaggi, due modi di vivere la fotografia e di fotografia. McCurry viene considerato uno dei fotografi più importanti a livello mondiale, l’altro il re dei paparazzi italiani. I partecipanti al corso di fotografia “Fiume Foto 2025”, una trentina, hanno avuto modo di conoscerli, il primo attraverso 150 immagini straordinarie e il secondo dal vivo, nell’ambito della gita organizzata per loro a Trieste. Il corso si svolge per la seconda volta, sostenuto e finanziato dalla Comunità degli Italiani di Fiume, che ospita gli appuntamenti settimanali, da Unione Italiana, Università Popolare di Trieste e con il sostegno dell’EDIT e del nostro quotidiano. Già in occasione della prima edizione si è creato un rapporto di collaborazione con Linda Simeone, curatrice di “Le vie delle foto”, una rassegna che si svolge in queste settimane nel capoluogo giuliano. Si tratta di mostre allestite da fotografi professionisti e fotoamatori nei locali pubblici di Trieste. Quest’anno ve ne sono 67. Sarebbe stato impossibile visitarle tutte, per cui Linda Simeone ne ha scelti alcuni che agli ospiti fiumani hanno offerto caffè e aperitivo.

Foto: IVO VIDOTTO
Non ci dilunghiamo su McCurry, autore di alcune immagini iconiche della storia della fotografia, protagonista in prima persona di vicende umane straordinarie, capace di interpretare gli scenari di guerra, di miseria e degrado sociale in un modo coinvolgente e mai aggressivo, secondo quelli che sono i principi di National Geographic, la rivista con cui collabora da decenni.
Di Maurizio Sorge si potrebbe scrivere un libro. A farlo ci ha pensato lui con “Ma tu perché si vip?”, chiusa la carriera di cacciatore di celebrità. Ai corsisti di “Fiume Foto 2025” ha raccontato alcuni aspetti della professione di paparazzo, un’espressione a cui vengono attribuite connotazioni negative. Lo si pronuncia, parlando di fotografi, in un tono dispregiativo. “Io sono paparazzo e ne vado fiero. Non sono il miglior paparazzo in Italia, soltanto il più famoso. È una professione in declino e per il paparazzo c’è sempre meno lavoro. Questa professione in Italia non ha più ragion d’essere dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Inoltre, oggi ci sono i social per cui una foto scattata a un vip viene pubblicata e diffusa nell’arco di pochi minuti. In passato vi erano dei passaggi, tempi decisamente più lunghi, per elaborare un argomento”. Sorge ha avuto un rapporto con Fabrizio Corona, anche complicato, che ne ha fatto comunque il paparazzo più conosciuto dal 2004 in poi, per quasi vent’anni. L’incontro con Sorge è stato organizzato al caffè “Eppinger”, che, tra l’altro, ospita una delle tante mostre nell’ambito di “Le vie delle foto”. Lo ha intervistato e tradotto Lucio Vidotto, giornalista del nostro quotidiano, che conduce il corso di fotografia assieme al collega fotoreporter Željko Jerneić.
Ci sono buone probabilità, per cui possiamo anche anticiparlo, che in autunno Maurizio Sorge venga a trovarci a Fiume per parlare del suo libro, non solo a chi frequenta il corso, rivolgendosi a un pubblico più vasto. Inoltre, è prevista una mostra dei suoi lavori più interessanti, di quelli che hanno accompagnato la storia del gossip dai primi Anni 2000 in poi. “Invidio i miei colleghi del passato che hanno potuto dare la caccia ad Ava Gardner o Frank Sinatra. Oggi, purtroppo, non siamo a quei livelli”, ha concluso Sorge.
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