
La musica, le belle canzoni, i tormentoni, Sanremo è tutto questo e molto di più. I protagonisti si affidano a un misto tra glamour e modernità, scintillio e provocazione per far imprimere il proprio brano tra gli ascoltatori e vincere la kermesse canora più chiacchierata d’Italia o meglio ancora scalare le classifiche radiofoniche. Il Festival porta con sé uno strascico di polemiche, che iniziano già prima della gara ufficiale e proprio da una sorta di polemica è nata la prima edizione di “Sanremo due mesi dopo”. L’iniziativa andata in scena presso il Centro per le manifestazioni e la cultura (CMC) di Cittanova ha preso vita da un’idea della presidente della Comunità degli Italiani, Cristina Fattori. “Sono stufa di sentire dire che a Sanremo non ci sono più le belle canzoni di una volta – spiega Fattori –. Ho voluto quindi dimostrare che dando tempo ai nuovi brani, anche quelli più recenti hanno il loro fascino e la loro bellezza”.
Contro la violenza
Oltre a proporre tanta musica è stata pure una serata dedicata alla beneficenza, infatti, l’intero ricavato di 1.876 euro verrà devoluto alla Casa rifugio Istria, che presta assistenza alle donne e ai bambini vittime di violenza domestica. “Prendendo in considerazione tutti gli appuntamenti e gli eventi che c’erano in programma nel territorio questo weekend il pubblico è stato molto numeroso – ha commentato Cristina Fattori –. Il mio obiettivo era quello di raggiungere i 2mila euro ed è quello che voglio fare, aggiungeremo noi la parte mancante, perché vogliamo andare a Pola con una cifra non inferiore a quella prefissata”. La solidarietà ha reso la manifestazione ancora più suggestiva, con 13 cantanti della scena musicale della CNI che si sono esibiti con entusiasmo a titolo gratuito per contribuire alla giusta causa, inoltre la Hds Zamp (servizio per la tutela dei diritti d’autore) non ha richiesto il pagamento dei diritti per l’utilizzo delle canzoni del Festival. “Sanremo due mesi dopo” vede il patrocinio del Consolato generale d’Italia a Fiume, nonché la collaborazione dell’Unione Italiana, dell’Università popolare di Trieste, dell’Ufficio per i diritti umani e per i diritti delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, della Città di Cittanova e del suo Ente per il turismo.
A condurre la serata è stata Larisa Gasperini, direttrice dell’Ente Festum di Umago, che si è meritata grandissimi applausi per la sua simpatia e la sua professionalità, oltre che un grande ringraziamento da parte degli organizzatori. La ricca scenografia floreale, in linea con quella che è la città dei fiori, è stata allestita a un prezzo poco più che simbolico dalla fioreria “Morena” di Umago. Tra i vari ringraziamenti da parte del sodalizio uno in particolare è andato alla segretaria Serena Telloli Kečkeš per la devozione, la cura e il tempo dedicati all’organizzazione e all’allestimento dell’evento.
Oltre a un folto pubblico in sala erano presenti pure numerose autorità, quali la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, il console generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, l’assessore alla Cultura e alla territorialità, Vladimir Torbica, il sindaco di Cittanova, Anteo Milos, la vicesindaca per la minoranza italiana, Viviana Fakin, il vicepresidente dell’UpT e delegato della Regione FVG, Paolo Rovis e il Segretario generale dell’UpT, Fabrizio Somma.

Rompere il ghiaccio
A rompere il ghiaccio è stato Stefano Hering nei panni di Achille Lauro con “Incoscienti giovani”. Il significato del brano rimanda a una fase della vita in cui tutto sembra essere intenso e tormentato: l’adolescenza. È stata poi la volta de “L’albero delle noci” proposta a Sanremo da Brunori Sars e interpretata per l’occasione da Davor Hačić. Il pezzo fa riferimento a un simbolo di crescita, radici familiari e continuità generazionale; l’artista riflette sul passare del tempo e sull’evoluzione personale dell’essere genitore. “Volevo essere un duro” e Lucio Corsi sono stati senza dubbio la grande scoperta e la rivoluzione emersi dal palco dell’Ariston, conquistando i cuori di tutti. Dražen Petek non è stato da meno a Cittanova, proponendo quello che sarà il brano che rappresenterà l’Italia all’Eurovision song contest 2025.
Evelin Zonta e Matija Penca hanno invece proposto la loro versione di “Battito”, canzone di Fedez che ribadisce l’importanza di trattare i problemi di salute mentale con la stessa serietà di qualsiasi altra malattia. Se a Sanremo 2025 Massimo Ranieri è stato uno dei più grandi interpreti della musica italiana a esibirsi, a Cittanova il suo posto è stato preso da Sergio Preden Gato, veterano della scena musicale della CNI. Con “Tra le mani un cuore”, Gato ha interpretato un testo potente e intenso che parla della cosa più importante: l’amore.
Stefano Hering si è nuovamente esibito con la canzone vincente del Festival: “Balorda nostalgia” di Olly, dando voce a un amore finito che però ha lasciato il segno. A cantare di fronte alla platea di casa è stata Majda Šušelj, che per l’occasione ha presentato il pezzo di Elodie “Dimenticarsi alle 7”. È quello l’orario in cui ci si dimentica di chi vorremmo scordare dopo una serata passata a ballare. Evelin Zonta è ritornata con “Eco”, canzone dedicata da Joan Thiele a suo fratello, dove investiga la paura, l’insicurezza e l’autosabotaggio, invitandoci a difendere le nostre idee.

Seconda parte
La seconda parte della serata è stata aperta da una canzone che ha commosso, non solo l’Ariston, ma tutta l’Italia: “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi. Daniele Ferro ha dato voce al brano che Cristicchi ha dedicato alla mamma Luciana, trasformando il dolore in poesia. Dopo un pezzo di grande emotività, Nicola Štule ha ravvivato l’atmosfera con la gioiosa “Viva la vita” di Francesco Gabbani, ricordando quanto sia importante essere consapevoli del fatto che siamo vivi e che dobbiamo essere grati alla vita. Giorgia è stata una delle favorite al Festival di Sanremo con un pezzo intenso a descrivere una relazione complicata in cui la cantante si sente intrappolata tra il bisogno di quella persona e la paura di rimanere sola. A interpretare “La cura per me” è stata Patrizia Svettina Jurman, in una performance che ha lasciato il segno. Se Tony Effe si è presentato sul palco dell’Ariston con una canzone a tratti in dialetto romano, Riccardo Bosazzi è salito su quello del CMC di Cittanova traducendo “Damme ‘na mano” in istriano, con l’accompagnamento di Valter Milovan. Dopo aver vestito i pani di Gabbani, Nicola Štule ha dimostrato tutta la sua versatilità interpretando “Se t’innamori muori” di Noemi, una metafora dell’abbandono quando ci lasciamo.
La serata ha visto un pubblico attivo che ha espresso la propria preferenza votando la canzone preferita. Il testo di Kekko dei Modà si concentra sulla difficoltà di superare la perdita e di custodire i ricordi.”Non ti dimentico” è stata cantata da Matteo Tromba che ha riscosso un grandissimo favore della platea, aggiudicandosi il secondo posto a “Sanremo due mesi dopo”. Uno dei tormentoni del Festival 2025 è senz’altro “Cuoricini” dei Coma Cose, interpretata per l’occasione dal duo composto da Patrizia Svettina Jurman e da Marko Radolović, aggiudicandosi il terzo posto. Gli ultimi a salire sul palco sono stati Majda Šušelj e Stefano Hering con “Tu con chi fai l’amore?” dei “The colors”. Il brano che parla dell’amore fugace, dell’insicurezza e della ricerca di connessione in un mondo fatto di incontri effimeri ha trionfato a Cittanova, conferma arrivata dal più alto gradimento espresso dagli spettatori presenti in sala.
«Tutta l’Italia»
A fine serata “Le Vibrisse”, gruppo dei minicantanti della locale Comunità degli Italiani, guidate da Majda Šušelj hanno ulteriormente rallegrato i presenti. Non poteva di certo mancare l’ultima classificata, Marcella Bella, offesa e risentita, impersonificata da una simpaticissima e autoironica Cristina Fattori. La serata si è conclusa in bellezza con tutti gli interpreti e le autorità saliti sul palco a ballare sulle note del vero tormentone di questo Festival: “Tutta l’Italia”.
L’iniziativa si è dimostrata un vero successo, costellato di applausi e tante risate, con un obiettivo ben preciso: fare del bene. “Una serata molto bella! Noi, come Consolato generale d’Italia a Fiume, abbiamo dato il patrocinio a questa manifestazione che mi era sembrata da subito estremamente interessante – ha commentato la console Iva Palmieri –. Con la presidente avevamo già avuto modo di condividere anche questa passione comune per la canzone. Del resto la musica italiana famosa in tutto il mondo è uno dei mezzi principali di diffusione della nostra lingua. Fa sempre piacere sostenere eventi di questo tipo”.
Le polemiche, le critiche e i gossip sono parte integrante della kermesse canora e gli italiani la amano proprio per questo, perché Sanremo è Sanremo!

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