CI Fiume. Un viaggio nella spensierata Belle Époque

A Palazzo Modello si è tenuto il concerto della Budapest Gipsy Orchestra e di Alessio Colautti

0
CI Fiume. Un viaggio nella spensierata Belle Époque

Il Salone delle Feste della Comunità degli Italiani di Fiume è stato troppo piccolo per accogliere tutti coloro che sabato sera hanno voluto presenziare al concerto dei bravissimi musicisti del quintetto gitano ungherese Budapest Gipsy Orchestra. La serata, intitolata “Sull’onda del bel Danubio blu”, diretta con tanta verve dal cantante Alessio Colautti, ha portato a Palazzo Modello atmosfere spensierate della Belle Époque e una buona dose di buonumore.
Spirito dell’Impero austro-ungarico
Lo spettacolo nasce dalla forte volontà di Colautti di riunire le componenti musicali e culturali che formavano la fervente attività artistico/culturale dell’Impero austro-ungarico della fine del XIX secolo. Di conseguenza, nel programma proposto non potevano mancare i valzer e le arie dei pilastri della scena musicale viennese, primo fra tutti Johann Strauss figlio, per poi toccare celebri pagine dell’Operetta Danubiana attraverso compositori quali Imre Kálmán, Franz Lehár, Paul Abrahám. Questo viaggio musicale nel passato ha offerto al pubblico anche assaggi della musica tzigana con i virtuosi della Budapest Gipsy Orchestra guidati dallo straordinario Maestro Gyula Gabora – primo violino dell’Orchestra del Teatro di Stato d’Operetta di Budapest e primo violino, violino di spalla e concertino dell’Orchestra sinfonica nazionale d’Ungheria –, il quale ha toccato i cuori dei presenti con il morbido timbro del violino “Guarneri del Gesù” del 1734, messogli a disposizione per tutta la durata della sua carriera musicale dall’Istituto magyaro per la conservazione e la custodia degli strumenti storici appartenenti allo Stato. Ovviamente, il repertorio del versatile quintetto si compone pure di brani italiani, accolti con tanto entusiasmo dal pubblico fiumano, e di qualche “contributo” internazionale come la celebre “La Paloma” messicana.
Noti brani italiani

Il concerto è stato seguito da un foltissimo pubblico

Colautti, che ha guidato la serata con disinvoltura e fatto ridere il pubblico a più riprese con i suoi commenti umoristici e scanzonati, si è cimentato nell’esecuzione di alcuni dei più noti brani italiani, tra cui “Non ti scordar di me” di de Curtis, che ha dedicato all’ex presidente della CI di Fiume, Agnese Superina, spentasi nel 2015, nonché la celeberrima “O sole mio”. Il pubblico ha cantato entrambi i brani assieme a Colautti. Nel corso della serata sono stati eseguiti, tra l’altro, anche i brani “Il ballo del castello”, il celebre “Czardas” di Vittorio Monti e la “Meditazione” di Massenet, suonati con gusto dal Maestro Gabora, mentre Colautti ha “diretto” con tanto di bacchetta il pubblico mentre batteva le mani al ritmo della Marcia di Radetzky di Strauss padre.
La tragedia di Massimiliano
Non poteva mancare nemmeno “La Paloma” di Sebastián de Iradier, che Colautti ha cantato in spagnolo, dopo avere raccontato brevemente la vicenda dell’imperatore Ferdinando Massimiliano d’Asburgo-Lorena, divenuto Massimiliano I del Messico, e che, prima di venire fucilato nel 1867 dai rivoluzionari di Benito Juárez, richiese che gli venisse cantata questa canzone.
La piacevole serata si è conclusa con un altro czardas, che Colautti ha ballato assieme alla presidente della CI di Fiume, Melita Sciucca.
È doveroso menzionare anche gli altri splendidi musicisti della Budapest Gipsy Orchestra: Józef Ökrös (contrabbasso), Lászlo Onódi (viola), Gyula Váradi (clarinetto) e Béla Vidák, uno dei più celebri cembalisti in Ungheria. Come spiegato da Colautti, il musicista si è esibito su uno strumento risalente addirittura al 1904.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display