CI di Buie. Una realtà a diretto contatto con le persone

«Le giornate della Pergola della poesia». Presentata alla CI di Buie la produzione poetica dei connazionali Loredana Bogliun, Gaetano Benčić, Laura Marchig e Mauro Sambi

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CI di Buie. Una realtà a diretto contatto con le persone
Gaetano Benčić, Loredana Bogliun, Laura Marchig e Mauro Sambi. Foto: ERIKA BARNABA

“Le giornate della Pergola della poesia” è stata intitolata la serata organizzata presso la Comunità degli Italiani di Buie dove, dopo il benvenuto della presidente del sodalizio, Lena Korenika, è stato presentato il gruppo “La Pergola della poesia”. Ad anticipare l’appuntamento serale è stato quello mattutino con gli studenti della SMSI buiese “Leonardo Da Vinci”. Una serata profonda, ricca di “radici” istriane e fiumane ma anche dinamica in quanto gli autori, Loredana Bogliun, Gaetano Benčić, Laura Marchig e Mauro Sambi, si sono presentati a vicenda. È stata poi Bogliun a spiegare come è nato il gruppo che, costituitosi in modo informale il primo ottobre dello scorso anno, ha vissuto l’altra sera a Buie il proprio debutto.

Testimonianza della cultura italiana
“L’idea chiave del gruppo è di promuovere la poesia, di avvicinarla al pubblico e sopratutto ai giovani in quanto questa è una realtà che va vissuta a diretto contatto con le persone. È nostra intenzione creare visibilità alla creatività poetica degli italiani dell’Istria e di Fiume e portare questa nostra presenza creativa come una realtà della cultura italiana”, ha rilevato Bogliun citando le parole di Salvatore Quasimodo, “la poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio”, confermando che con queste motivazioni hanno pensato di fare gruppo e di creare tra loro un senso di convivialità e condivisione. Costituito anche con la collaborazione di Nelida Milani Kruljac, scrittrice polese per eccellenza che, invitandoli a casa sua, di comune accordo hanno organizzando un incontro tematico leggendo poesie. Un viaggio d’incontro dal tema “La poesia come cura di sé e del mondo” che ha avuto uno sviluppo con delle coincidenze che non potevano passare inosservate. In questo primo incontro armonioso, è nato pure il nome “La pergola della poesia” che, come spiegato da Benčić: “Per chi non lo sapesse nella parte interna della casa di Milani Kruljac si trova una bella pergola che, in un momento di serenità di gruppo, ho notato che dalla vite potata uscivano queste lacrime, questa linfa vitale. La pianta è stata presa come metafora nella poesia, vista come cosa che nasce, con la sua importanza nelle parole e nella lingua. Tutti assieme abbiamo convenuto che questo era il nome più adatto che ora noi vogliamo portare a voi con concetti chiari, esprimendo la cultura italiana dell’istro-quarnerino, parlando con l’anima attraverso la poesia”, ha concluso Benčić.

Originalità e sensibilità
Sambi, poeta e profondo conoscitore della letteratura della CNI, presentando Benčić ha sottolineato di averlo conosciuto grazie alla sua unica raccolta poetica “Scrigno di naufragio” proponendo poi la lettura della poesia “La danza del granchio”.
“L’autore incarna qualcosa di profondo dell’Istria, una specie di nuda nobiltà, tanto rara quanto immediatamente riconoscibile. Sapienza senza illusioni, profonda conoscenza degli umani limiti ma sconfinata indulgenza con un filo d’ironia e di autoironia”, ha rilevato Sambi, sottolineando l’umiltà di Benčić e confermando come i suoi testi lo abbiano portato a un momento di grandi interrogativi personali, che hanno visto da una parte il chimico e dall’altra il poeta, in quanto sotto i suoi modi di signore di campagna si cela una cultura profonda e feconda, ma ancora una più profonda e originale sensibilità. Benčić ha quindi proposto “Il canto della tenebra” di Dino Campana.
È stata poi la volta della Bogliun che ha presentato la raccolta di versi dal titolo “Par Creisto inseina imbroio” ossia “Per Cristo ma senza inganno”. È trasparito l’attaccamento al luogo d’origine a questo idioma volgare che è entrato profondamente nel suo essere poetessa, in questo caso nei versi dedicati ai genitori che le hanno dato la vita.
Ricordato poi Claudio Ugussi, uno dei protagonisti della nostra realtà culturale che ha collaborato alla costituzione del gruppo ma impossibilitato a presenziare. Per l’occasione è stata letta “La ballata” tratta dal suo volume “Pagine sparse e poesia”. Bogliun ha voluto sottolineare come Ugussi abbia pure disegnato la copertina della sua raccolta di poesie “Sfisse. Fessure spiragli”, pubblicata dalla poetessa a Roma ma parte di un progetto interamente istriano.

Arte e tradizione
Visto poi “Schmarrn” di Laura Marchig, un ricettario che va alla ricerca del nostro essere con prose e poesie che si strutturano come un romanzo che racconta una storia di famiglia che tramanda la nostra cultura, le nostre usanze e i nostri ricettari. Quindi versi che in fondo vedono protagonista il territorio istro-quarnerino contraddistinto da quella multiculturalità e plurietnicità che lo rende specifico. Proposta poi la poesia “Signore in camera da letto” e la ricetta “Palačinke a Kozala”.
Di Mauro Sambi è stata esposta la raccolta poetica “Quel tanto nella voce”, definita da Benčić una forte vocazione etica e letteraria. “Un principio di solarità e rettitudine, di disciplina, che non è soltanto di immagine ma è esistenziale. Con vocazione etica genuina, spontanea e sterminata indizione, dosata, discreta, ben pensata e strutturata, va ad arricchire la sua poesia che gli permette, nel panorama italiano, di essere l’unico poeta che sappia portare a questo connubio l’arte, che deriva dallo studio e dalla ricerca”, ha concluso Benčić.
Tra il pubblico composto da soci, scrittori e poeti connazionali, pure il vicesindaco di Buie, Corrado Dussich, la viceconsole d’Italia a Buie, Giuseppina Rajko e la soprintendente ai beni culturali per l’Istria, Lorella Limoncin Toth.

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