«C’era una volta a Zara». Come si viveva nel passato

Nella città dalmata venivano prodotti liquori, tra cui il più noto è il Maraschino

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«C’era una volta a Zara». Come si viveva nel passato

Per comprendere la ricchezza del presente e i vari strati che lo rendono complesso e multisfaccettato dobbiamo per forza guardare al passato e al substrato sul quale noi e la nostra cultura siamo cresciuti. Una delle città più ricche in questo senso è Zara, una comunità multiculturale ed europea, con una Comunità degli Italiani, che con le sue attività contribuisce a mantenere dinamica la vita culturale cittadina. Il presidente della CI di Zara, Igor Karuc, ha spiegato che la CI vuole mostrare che Zara è una città eterna, ma che nonostante il grande bagaglio storico, continua a mantenersi al passo con i tempi e a offrire importanti spunti di crescita interiore ai suoi cittadini.
L’apertura della mostra “C’era una volta a Zara”, nei vani della CI locale, in via Borelli 8, ha attirato moltissime persone interessate alla storia della città, il tutto, però, nel rispetto delle norme anti Covid-19.
Si tratta di un’esposizione di immagini, fotografie e cartoline storiche di Zara, che rappresentano una sorta di macchina del tempo che riporta i cittadini nel secolo scorso, ma anche prima. La mostra rimarrà in visione fino al 15 gennaio, festa di Sant’Anastasia, patrona della città.

Immagini del XIX e XX secolo
I visitatori della singolare mostra zaratina possono ammirare 80 immagini di Zara dal 1860 al 1943, realizzate da autori vari, mentre 34 fotografie raffigurano la città come è adesso e sono state scattate dai membri della CI, Ettore D’Aco e Ivo Kalajdžić, negli ultimi sei mesi.

Ettore D’Aco e il suo presepe

“Con questa mostra abbiamo voluto sbirciare nel passato e cercare di far conoscere meglio ai nostri concittadini, sia giovani che meno giovani la Zara di una volta – ha dichiarato uno degli autori delle foto recenti, Ivo Kalajdžić -. Abbiamo scelto le foto della fine del XIX secolo, fino alla metà del XX secolo, in quanto nei bombardamenti della Seconda guerra mondiale, quattro quinti della città vecchia sono andati distrutti. Ciò vuol dire che il volto della Zara di allora è stato cancellato completamente ed è scomparso per sempre. Ci restano, però, tante fotografie, cartoline e vignette, che a distanza di sette decenni guardiamo con piacere per scoprire non soltanto l’aspetto della città perduta, ma anche i suoi cittadini, gli usi e i costumi”.

Il vestito ispirato a chiese e torri cittadine

All’epoca Zara era un importante centro commerciale e culturale, la città più importante di tutta la Dalmazia, la sede amministrativa e dell’Arcivescovado, ma anche una città in cui venivano prodotte bevande alcoliche e liquori tra cui il più conosciuto è il Maraschino. Non sono da sottovalutare nemmeno i collegamenti navali e le linee degli idrovolanti che collegavano Zara con il resto d’Europa.
“Senza usare una sola parola, le immagini ci parlano di numerosi motivi zaratini, del nuovo ponte, del teatro, delle strade, le vie e le piazze, della nuova riva con edifici a più piani costruiti al posto dei vecchi gioielli architettonici e delle mura che per secoli hanno difeso la città – ha continuato Kalajdžić -. Nel 1868, con l’apertura della città al mare e l’arrivo delle brezze salmastre, tutta la città inizia a respirare a pieni polmoni”.

Uno degli abiti di Ada Duka

Multiculturalità di una città europea
Ospite dell’esposizione alla CI di Zara è stata pure Ada Duka, la quale ha contribuito alla realizzazione della mostra con tre vestiti della sua collezione ispirata alla città e alle sue chiese. Ad arricchire l’offerta culturale e a far gioire i bambini c’è pure il presepe realizzato dal membro della CI, Ettore D’Aco.
“Invito tutti i cittadini di Zara e di tutta la Regione zaratina a visitare la mostra – ha dichiarato Igor Kauc -. Con questa raccolta di fotografie abbiamo offerto numerosi spunti per parlare del passato, ma anche del presente e delle nuove soluzioni urbane che plasmano l’aspetto del centro rendendolo più attraente non soltanto per coloro che vi risiedono, ma anche i visitatori. Zara è per noi una città da vivere e da amare. Zara è ricca e multiculturale e di anno in anno ci dimostra di essere più viva che mai”, ha concluso.
La mostra si può visitare ogni giorno feriale dalle ore 9 alle 12 e il giovedì dalle 17 alle 19.

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