Cartoline, testimoni di continuità

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Cartoline, testimoni di continuità

FIUME | Le cartoline come nostalgici pezzi di storia che raccontano un’epoca. È questa l’idea di base del percorso espositivo “Un saluto da Cherso”, allestito nel Museo civico, che si compone di una ricca serie di cartoline tratte dalla raccolta del dottor Damir Kovač di Zagabria.

Questi particolari mezzi di comunicazione, che oggigiorno stanno diventando sempre più obsoleti a causa delle nuove tecnologie, hanno avuto la loro epoca d’oro a cavallo tra il XIX e il XX secolo ed erano presi per scontati fino alla fine del secolo scorso. Al giorno d’oggi in alcune località è ormai impossibile trovare una cartolina da spedire ai propri cari, mentre in altre sono ancora disponibili, ma sono rari coloro che ancora mantengono la tradizione e acquistano questi cartoncini illustrati.

Le prime risalgono al 1869

Come spiega l’autrice della mostra e direttrice del Museo di Cherso, Jelena Dunato, la storia della cartolina non è molto lunga ed è indissolubilmente legata alla storia della cartolina postale (Correspondenz-Karte), che venne messa in circolazione dalle poste austro-ungariche il 1º ottobre 1869. La cartolina postale, inventata da Emanuel Alexander Herrmann con l’intento di sostituire le lettere (più costose) e rendere più veloce la breve corrispondenza, consiste in un cartoncino rettangolare in cui da un lato era impresso il francobollo e veniva segnato l’indirizzo del destinatario, mentre dall’altro veniva scritto il messaggio. Il nuovo mezzo di corrispondenza ebbe così tanto successo che già durante il primo anno ne vennero spediti diversi milioni, mentre entro la fine del 1871 le cartoline vennero adottate dai servizi postali in gran parte d’Europa: nei Paesi tedeschi, in Gran Bretagna, Svizzera, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca.
“Fu breve il passo verso le cartoline illustrate, che nacquero nel 1872, quando la Gran Bretagna e la Germania permisero la stampa di cartoline postali private – spiega Jelena Dunato –. Ben presto nacquero quelle con piccole vignette sul lato in cui si trovava lo spazio per l’indirizzo. Solitamente, nelle vignette venivano riprodotti dei paesaggi che pubblicizzavano un albergo, ma presto queste immagini divennero la caratteristica dominante e occuparono tutto il lato, rappresentando alberghi, castelli, ristoranti, stabilimenti balneari ed eventi importanti”.

«Un saluto da…»

Nel 1877, il litografo Ludwig Zrenner di Monaco di Baviera aggiunse sulla cartolina le parole “Un saluto da…” (Gruss aus…), il che risultò in una valanga di cartoline turistiche in quanto ogni località ora poteva avere un proprio esemplare e ogni turista poteva acquistare un souvenir a basso prezzo. Nel territorio dell’odierna Croazia, le cartoline entrarono in uso nel 1869, anche se sono rari gli esemplari conservati risalenti a questo periodo. Nel 1889 apparvero le prime cartoline illustrate. È proprio in quell’anno che il quotidiano fiumano La Bilancia pubblicò una serie di articoli sulla serie più antica di cartoline nell’allora Austro-Ungheria (oggi Croazia), che raffiguravano Fiume e Abbazia.
Le cartoline che conosciamo oggigiorno – il cui lato posteriore è suddiviso in due parti da una linea verticale, una per l’indirizzo del destinatario e l’altra per il messaggio – sono entrate in circolazione nel 1905.

Un secolo di storia

La collezione del dott. Kovač conta circa 238 cartoline di Cherso, stampate tra il 1898 e gli anni Ottanta del secolo scorso, di cui gran parte appartiene alla cosiddetta “epoca d’oro”, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Le cartoline che compongono la mostra comprendono un secolo di storia di Cherso ma, anche se i cambiamenti nel corso del XX secolo rivoluzionarono la vita in tutto il mondo, il progresso non ebbe un impatto così forte sull’immagine delle città fino agli anni Settanta, nonostante nel corso dei decenni ci fossero stati interventi nel mandracchio, nella piazza principale, mentre la riva venne allungata. Questi, però, rimangono interventi superficiali, che non hanno intaccato il secolare tessuto urbano di Cherso e il suo fascino mediterraneo.
I motivi ritratti nelle cartoline sono la Torre dell’orologio d’epoca veneziana, la riva, il Palazzo Arsan, il mandracchio, il Convento francescano, il Monastero benedettino e altri suggestivi angoli della città, mentre una piccola sezione del percorso espositivo presenta pure delle riproduzioni colorate di contadini che indossano i vestiti tradizionali del Chersino.

Sviluppo del turismo

Una parte della mostra si occupa, invece, dello sviluppo del turismo sull’isola e presenta cartoline provenienti da diverse località: da Caisole e Lubenizze a Ossero e Vallon. L’isola di Cherso vanta, infatti, 170 anni di turismo organizzato. “Non possiamo sostenere che nelle cartoline non sia stato registrato lo sviluppo di Cherso – dice ancora Jelena Dunato –. Ma è necessario prendere in considerazione la loro natura: la loro funzione non è documentaria, nel senso che vuole segnalare qualcosa che sta appena nascendo. La sua funzione primaria è mostrare un motivo antico e riconoscibile, grazie al quale una località si distingue dalle altre. In questo senso, le cartoline di Cherso sono testimoni della continuità e non dei cambiamenti”, ha concluso l’autrice della mostra.
L’esposizione si può visitare fino al 3 aprile.

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