
Q uest’anno presso il Peristilio di Spalato in occasione dell’apertura del 70esimo Festival dell’Estate spalatina è stata eseguita la cantata “Carmina Burana” composta da Carl Orff. La cerimonia di apertura è stata condotta dagli attori del TNC di Spalato, Donat Zeko e Stipe Jelaska. I due hanno introdotto l’ingresso sul palcoscenico del sindaco Ivica Puljak, il quale, con il suo discorso ufficiale, ha decretato l’apertura del 70esimo Festival che si snoderà fino al 14 agosto prossimo per un totale di 54 spettacoli che comprendo programmi di opera, balletto, dramma, concerti ed eventi culturali di vario genere. Molti sono stati gli spettatori presenti per assistere alla prima dell’opera. Presenti tra il pubblico anche la ministra della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, il presidente della Regione di Spalato e della Dalmazia, Blaženko Boban, l’arcivescovo di Spalato e Makarska, Mons. Zdenko Križić e altri rappresentanti di istituzioni culturali locali.
Poesie risalenti al XII e XIII secolo
L’opera porta il titolo intero di “Carmina Burana: Cantiones profanae cantoribus et choris, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis” e appartiene alla raccolta di un trittico intitolato “Trionfi”. Comprende opere composte dal compositore a distanza di diversi anni. La prima opera del trittico in ordine compositivo cronologico è “Carmina Burana” del 1937, a seguire “Catulli Carmina” del 1943 e infine “Il Trionfo di Afrodite” del 1953. “Carmina Burana” è dunque una cantata scenica, opera di goliardi e di clerici vagantes di cui il compositore Orff trasse ispirazione dopo aver scoperto una raccolta di 325 poesie medievali raccolte dal 1660 nel “Codex latinus monacensis”. Questa raccolta era una serie di poesie medievali appartenenti al XII e XIII secolo scritte in lingua latina, tedesca e francese e custodite dal 1803 presso la Biblioteca nazionale di Monaco di Baviera.
Il destino dell’umanità
Le poesie erano una serie di riflessioni su temi fondamentali, riguardanti l’esistenza umana, i desideri, le speranze, le paure, la vulnerabilità umana che si ripetono costantemente nella storia dell’umanità e rappresentano una dimensione senza spazio e tempo in cui i pontefici, gli imperatori e i re sono coinvolti nella spirale del turbinio con la gente comune. Il manoscritto del Codex Buranus arrivò con le sue raffigurazioni a Monaco di Baviera dall’Abbazia bavarese di Benediktbeuern grazie all’editto napoleonico che decretava la secolarizzazione dei monasteri. Le raffigurazioni del manoscritto rappresentavano il destino beffardo, padrone assoluto delle vite umane, il rapporto dell’uomo con la natura, il gioco, il vino e con i sentimenti dell’amore fugace e quello vero. Carl Orff fu talmente rapito dal fascino di queste opere medievali che iniziò la stesura dell’opera “Carmina Burana” il Giovedi Santo dell’anno 1934 basandosi su 24 testi della raccolta medievale.
L’opera debuttò nel giugno 1937 presso il Teatro di Francoforte sul Meno. La prima volta che l’opera fu rappresentata in Italia fu il 10 ottobre 1942 al Teatro della Scala. La prima rappresentazione spalatina dell’opera è avvenuta nel 1957.
Tutto ha un inizio e una fine
“Carmina Burana” è composta da un prologo “O Fortuna Imperatrix Mundi”. Nella prima parte, “Primo vere”, viene descritto il tema della natura dell’amore e della bellezza, della primavera e la gioia di vivere. Nella seconda parte, intitolata “In taberna”, viene descritta una festa medievale con l’atmosfera dell’allegria conviviale. La terza parte, intitolata “Cour amours” o “Corti d’amore” esplora l’amore e le relazioni umane, visti dalla prospettiva della sua tenerezza e vulnerabilità umana. Il finale chiude l’opera con il canto corale “O Fortuna…”, uguale al prologo iniziale. In questo modo il compositore indica all’ascoltatore che tutto ha un inizio e una fine in cui la fortuna come la luna cambia forma. L’opera “Carmina Burana” è un’icona musicale del XX secolo che sino ai giorni nostri ha ispirato una vasta gamma di opere artistiche, che abbracciano performance teatrali, coreografiche, cinematografiche e adattate a varie forme di pubblicità, inserita in vari contesti sempre ad indicare grande vitalità e passione universale. Per questo l’opera è una delle più conosciute tra il vasto pubblico.
Performance eccellenti
Nel Peristilio “Carmina Burana” ossia “Cantata scenica per soli, coro e orchestra” è stata applaudita a lungo. È stata eseguita dalla solista Marcellina Román, soprano che è stata la vera sorpresa dell’opera molto gradita dal pubblico, applaudita nel finale a scena aperta perché con la sua eccellente performance vocale interpretativa e scenica, senza ombra di dubbio, ha conquistato e affascinato il pubblico. Applausi per Franko Klisović, contratenore e Ljubomir Puškarić baritono. Il coro dei bambini della Scuola di musica “Josip Hatze” è stato preparato dalla prof.ssa Nela Bujas Trpković. Applausi per il coro del TNC di Spalato, il direttore del Coro del TNC, Veton Marevci e per l’Orchestra del TNC di Spalato, diretta dal Maestro Ivan Hut. Applausi anche per i ballerini del Corpo di ballo del TNC di Spalato e per il regista Michał Znaniecki che ritorna con entusiasmo a Spalato dopo diversi anni quando fu impegnato nella regia dell’opera di Boito “Mefistofele”. I costumi sono di Magdalena Dabrowska, la scenografia di Luigi Scoglio. “Carmina Burana” sarà replicata al Peristilio oggi e sabato, 20 luglio.
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