Calo del numero di lettori in Croazia

Preoccupanti i dati emersi dalla ricerca dell’agenzia Kvaka: gran parte dei cittadini non considera il libro una fonte di sapere

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Calo del numero di lettori in Croazia

Secondo i dati della recente ricerca svolta dall’agenzia Kvaka – Ufficio per l’analisi creativa (Kvaka – Ured za kreativnu analizu), nell’ultimo anno il 45 p.c. di cittadini croati ha letto almeno un libro, ovvero il 4 p.c. in meno rispetto all’anno precedente. Preoccupanti i dati secondo i quali gran parte delle persone non considera il libro una fonte di sapere.

 

Si tratta dell’analisi pubblicata in occasione della decima edizione della Notte del libro. Come gli anni precedenti, anche dai recenti risultati si evince che tra le categorie di lettori più avidi figurano le donne (52 p.c.), le persone con un alto livello d’istruzione (73 p.c.), nonché i cittadini con un reddito del nucleo familiare di oltre 13mila kune (59 p.c.). Per quanto riguarda le persone intervistate in Rete, la percentuale di lettori sale all’82 p.c.

Tra i cittadini che durante la pandemia hanno dedicato alla lettura più tempo che di solito, il 30 p.c. degli intervistati hanno preferito i libri gialli, il 20 p.c. i rosa e i romanzi di fantascienza, il 16 p.c. la prosa e libri pratici, il 15 p.c. i libri di crescita personale e spirituale. Inoltre, il 35 p.c. dei lettori si è recato più raramente in biblioteche, mentre il 9 p.c. lo ha fatto con più frequenza.

Per quanto concerne il ruolo del libro, solamente il 9 p.c. delle persone lo considera una fonte di sapere. Tuttavia, il 59 p.c. degli intervistati ritiene che la lettura dei libri contribuisca a una migliore comprensione del mondo. Quasi la metà degli intervistati (precisamente il 42 p.c.) afferma di conoscere solamente un esiguo numero di lettori avidi, nonostante il 26 p.c. delle persone considera la lettura un elemento desiderabile del proprio ambiente sociale.

La percentuale di acquirenti è rimasta pressoché invariata: il 23 p.c. dei cittadini ha acquistato almeno un libro negli ultimi tre mesi, tuttavia l’indice sale al 62 p.c. nel caso di utenti Internet.

Appare interessante il dato secondo cui addirittura il 90 p.c. degli intervistati ritiene che, nell’eventualità di una terza ondata del virus, le librerie e le biblioteche dovrebbero rimanere aperte al pubblico nel rispetto delle misure antiepidemiche.

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