Buie. «Verdi melodie», la musica che unisce i cuori

Al Teatro cattadino è andata in scena la rassegna corale con protagonisti alcuni gruppi vocali dei nostri sodalizi e il «Quinze de Març» della Regione di Valencia

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Buie. «Verdi melodie», la musica che unisce i cuori
Il “Va pensiero” cantato da tutti i cori

La musica, linguaggio universale che nasce dal cuore e ha la capacità di unire culture, tradizioni, personalità diverse e lontane all’insegna dell’armonia e della condivisione. È stato questo il filo conduttore della 19.esima edizione di “Verdi melodie”, tradizionale appuntamento con il canto corale della Comunità degli Italiani di Buie. Una manifestazione nata per creare nuove amicizie e connettere molteplici sodalizi istriani creando una rete di legami duraturi, resi ancora più stabili dalla bellezza universale delle note.

“Ogni anno alle ‘Verdi melodie’ tentiamo di chiamare Comunità o partner che non vi hanno ancora partecipato, da qui nasce il tutto. Il punto fondamentale è cambiare: creare nuove amicizie, conoscenze e collaborazioni. Questa edizione è particolare perché ospitiamo il coro ‘Quinze de Març’ che giunge direttamente dalla Spagna – ci spiega la presidente della CI ospitante, Lena Korenica –. Siamo riusciti a inserirlo nella rassegna un po’ per caso, grazie alla collaborazione dei coristi di Buie e Umago e in particolare per mezzo di Sergio Bernich, il Maestro dei Maestri qui nei dintorni. Li ringrazio veramente per averci concesso di passere una serata con noi, perché stanno facendo il tour de force di tutta l’Istria ed è un piacere averli qui”.
L’iniziativa ha riunito all’incirca una novantina di coristi che si sono susseguiti regalando al pubblico canzoni e brani interpretati in modo originale, omaggiando sia la tradizione popolare istriana, sia i grandi classici italiani e internazionali. A condurre la serata Rosanna Bubola e Daniele Kovačić, spigliati e professionali, che si sono egregiamente destreggiati tra italiano, istroveneto e spagnolo. Presenti in sala pure Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Corrado Dussich, vicesindaco per la minoranza italiana della Città di Buie e Franko Gergorić, presidente del locale Consiglio cittadino, nonché preside della SMSI “Leonardo da Vinci” di Buie. La serata è stata organizzata dalla CI con il contributo dell’Unione Italiana, dell’Università popolare di Trieste, dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, dalla Città di Buie, della locale Università popolare aperta e del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana.

Il coro della CI di Buie

Una lunga tradizione
A rompere il ghiaccio, come da tradizione, è stato il padrone di casa: il coro misto della Comunità degli Italiani buiese, una delle compagini più longeve del sodalizio, il quale continua l’importante tradizione cittadina nata già nella seconda metà dell’800. Il gruppo vocale, diretto dal 1996 dal Maestro Maurizio Lo Pinto si è esibito in diverse sedi sia in Croazia, sia all’estero ed è da poco reduce da un’importante trasferta in Sicilia, vicino a Siracusa, dove ha ricevuto numerosi consensi di critica e di pubblico. Per l’occasione sono stati eseguiti impeccabilmente “Sanmatìo” di Bepi De Marzi, “El pescador” di Sergio Bernich e Marino Maurel, per concludere con “Marafor” di Nello Milotti. Il coro, sempre più numeroso e variegato, è stato capace di coinvolgere il pubblico in una celebrazione dell’Istria fatta di storie e atmosfere uniche nel loro genere.
La rassegna è proseguita con gli ospiti della CI di San Lorenzo Babici. Il coro misto, nato nel 1997, è formato da una quindicina di membri che dedicano con entusiasmo il loro tempo libero all’universalità del canto, proponendo un programma di canti popolari, istriani, italiani e croati. Sotto l’attenta conduzione della Maestra Giulia Fonzari ha intonato “Tanti ricordi”, “Nineta in gondola” e “Oceti neri”, il tutto con l’accompagnamento del giovane Erik Franz al bassetto istriano. Non sono mancati gli applausi di sincero apprezzamento per la loro esibizione.
Il primo ospite giunto da un po’ più lontano è stato il coro della Comunità degli Italiani di Dignano, custode di un’eredità corale ricca e variegata, intrisa di diverse culture. Il gruppo vocale operava da ancor prima della fondazione del sodalizio, allora Circolo italiano di cultura, fondato nel lontano 1948. Diversi maestri hanno diretto il gruppo nel corso di questi anni, come differenti sono stati i concerti in cui si è esibito a livello locale, regionale, nazionale ed estero. A Buie, sotto l’attenta dirigenza della maestra Tena Bevček, l’ensemble ha proposto “Improvviso”, “Però mi vuole bene”, “Donne”, “La vecia contrada” e “La canzone del sole”. Grazie ad arrangiamenti originali e spiritosi i coristi hanno fatto sorridere il pubblico con la loro simpatia e l’ottima esecuzione di brani popolari e di grandi successi della musica italiana.

Il coro della CI di Dignano

Ospiti speciali
Il momento più atteso della serata è stato senz’altro la performance del coro “Quinze de Març” di Tavernes de la Valldigna nella Regione di Valencia. Non solo musica; a unire mondi apparentemente così lontani è anche l’amore per la ricchezza culturale, elemento che mette in connessione l’Istria e la Spagna. I molti dialetti e le diverse varietà del castigliano vanno salvaguardate e tutelate, perché in questo caso il valenciano (come l’istroveneto d’altronde) non è solo una parlata legata alle storie di una volta e alla tradizione, ma è un idioma vivo e attivo e come tale, va promosso. Il Maestro Fran Lledò ha voluto ringraziare il collega Sergio Bernich per la sua collaborazione, ricordando che è nato tutto proprio dalla sua presenza qualche anno fa al Festival Sete Sois Sete Luas. Una volta rientrato in Istria, Bernich, rimasto affascinato da questo ensemble, capace di spaziare dalla musica religiosa a quella tradizionale, senza tralasciare canti dialettali e successi pop, ha costituito gli “Istravaganti” dando il via a una collaborazione proficua e affiatata.
A Buie il “Quinze de Març”, diretto dai Maestri Fran Lledò e Jordi Moreno, ha proposto 10 brani, alcuni religiosi, altri in valenciano, una ninnananna, per travolgere infine il pubblico con una serie di canzoni internazionali arrangiate e interpretate in modo brioso, creando un’atmosfera lieta e festiva. Non è mancato però un momento di riflessione e un omaggio a Papa Francesco, a cui è stata dedicata “Signora delle cime”, canzone toccante, resa ancora più suggestiva dalla dolorosa perdita. Ma come lo stesso Santo Padre aveva più volte ricordato: la musica è gioia e condivisione; non poteva perciò mancare un duetto improvvisato tra gli “Istravaganti” e il gruppo vocale spagnolo che ha dato vita a una bellissima interpretazione di “In vino veritas”. Gli spagnoli hanno dimostrato così di destreggiarsi molto bene anche con l’istroveneto…

Gli “Istravaganti” e il “Quinze de Març”

Collaborazione interculturale
“Dall’incontro con il Maestro Sergio Bernich è nata una collaborazione interculturale tra l’Istria e la Spagna che stiamo continuando a portare avanti. Il nostro coro non è una formazione numerosa, come quelle abituali, è composto da solo 8 persone e al Maestro è piaciuto tantissimo, tanto che, una volta ritornato in Croazia ha formato gli ‘Istravaganti’ – ci spiega a fine serata il Maestro Fran Lledò –. Da qui è iniziato lo scambio: il gruppo istriano è venuto a cantare in Spagna, in una cornice unica come quella di un monastero abbandonato. Noi purtroppo finora non abbiamo potuto contraccambiare l’invito a causa della pandemia dovuta al Covid-19, nonostante avessimo già i biglietti aerei. Avevamo però un grandissimo desiderio di venire a cantare in Istria, tra l’altro ieri siamo stati ospiti della Comunità degli Italiani di Cittanova e abbiamo fatto un concerto assieme alle gruppo vocale femminile delle ‘Cittanova vocalensamble’. Siamo molto contenti di essere qui per proseguire la nostra amicizia e per realizzare un sogno a cui teniamo molto. Ci vuole molta organizzazione per permettere a un coro di fare una trasferta del genere, sono necessarie risorse finanziarie per il trasporto, l’albergo e altri aspetti del genere. L’idea è quella di unirci ad altri gruppi corali per proseguire tali scambi internazionali che proponiamo a un Festival canoro a Valencia, con ospiti da diversi Paesi”.
Amicizie e incontri per promuovere l’unicità delle tradizioni e la ricchezza intrinseca dei dialetti in un mondo sempre più globalizzato e uniforme. Da “Verdi melodie” emerge la voglia di apertura ad altri mondi, perché solo attraverso il dialogo e la conoscenza si è in grado di osservare la realtà da un altro punto di vista. E a ritmo di musica è tutto più semplice e divertente…

Il coro della CI di San Lorenzo-Babici
Il coro “Quinze de Maeç”

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