
Esistono personaggi in grado di cambiare il corso del tempo, figure illustri, che grazie al loro estro creativo, il loro sapere e le loro intuizioni scrivono pagine di storia indelebili. Se guardiamo alla letteratura italiana il primo nome che ci viene in mente è Dante, Sommo Poeta, padre della nostra lingua, nonché di versi memorabili. Colui che, si presume, il 25 marzo 1300 si ritrovò nel mezzo di una selva oscura e iniziò il suo viaggio nell’aldilà, dando vita a quel capolavoro di valore inestimabile che è “La divina commedia”.
Nel 2020 il Consiglio dei Ministri, su proposta dell’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, istituì il Dantedì, ovvero la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, per celebrarne la grandezza e l’estro creativo. In questo contesto il Consolato generale d’Italia a Fiume, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Zagabria, la Città di Buie e la locale Università popolare aperta, il Centro studi di musica classica “Luigi Dallapiccola” dell’UI, ha portato a Buie lo spettacolo teatrale “Le interviste impossibili: Dante e Beatrice”. Prima della messinscena, presso la locale Comunità degli Italiani, ha avuto luogo un incontro con la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, il sindaco della Città di Buie, Fabrizio Vižintin, il suo vice in quota CNI, Corrado Dussich e la viceconsole onoraria d’Italia a Buie, Giuseppina Rajko, i quali hanno accolto i vari presidenti dei sodalizi operanti nell’area del Buiese, alcuni degli attivisti e dei soci della locale CI, nonché i presidi della SEI “Edmondo De Amicis” e della SMSI “Leonardo Da Vinci”.

Nuovi servizi consolari
Una visita per presentare ai connazionali il servizio consolare che permette agli interessati di rinnovare o richiedere il passaporto italiano presso la sede del Consolato onorario di Buie, senza dover raggiungere quella centrale di Fiume. I presenti hanno dimostrato grande interesse per le modalità di rilascio dei documenti e hanno pure chiesto informazioni riguardo alle nuove carte d’identità elettroniche. Per il momento è possibile effettuare queste ultime solo a Fiume (o a Trieste), ma la speranza è quella di allargare il servizio anche alle altre sedi, come sottolineato dalla console Iva Palmieri. “Abbiamo scelto Buie come posizione mobile per i passaporti per il gran numero di connazionali presenti nell’area, in modo da avvicinarci a loro”, ha esplicitato la diplomatica. L’altro motivo dell’incontro è stato quello delle celebrazioni del Dantedì, attraverso la promozione culturale in un territorio con una forte presenza di italiani e particolarmente disponibile ad accogliere iniziative volte alla valorizzazione dell’eredità letteraria – e non solo – italiana.
Il sindaco Fabrizio Vižintin ha dato il benvenuto a tutte le autorità e agli ospiti presenti a nome suo personale e a quello della Città, sottolineando la soddisfazione nel vede Buie confermarsi come punto logistico per il dialogo e l’incontro tra gli italiani delle due sponde dell’Adriatico, sia dal punto di vista dei servizi consolari, sia da quello culturale.

Dialogo con gli attori
La conferenza stampa ha rappresentato anche un momento di incontro con Cloris Brosca ed Edoardo Siravo, due degli interpreti de “Le interviste impossibili: Dante e Beatrice”. Un momento simpatico di condivisione per parlare del progetto, ma anche dell’attualità di Dante, della libertà di espressione del teatro e del ruolo degli attori. Cloris Brosca è famosa per aver interpretato la zingara della trasmissione televisiva “Luna Park” con la famosa luna nera, mentre Edoardo Siravo è conosciuto sul piccolo schermo per il suo ruolo nella soap opera “Vivere”. I due testi presentati a Buie prendono spunto dalle “Interviste impossibili”, titolo di un programma andato in onda sulla seconda rete radiofonica Rai nel corso degli anni ’70, dove venivano proposti dialoghi improbabili con personaggi del passato, presentando il loro punto di vista in un’ottica originale. La conversazione con Beatrice, interpretata appunto da Cloris Brosca, è stata scritta da Umberco Eco, come hanno ricordato i due attori. Tra gli autori di questo progetto si trovano anche altre personalità influenti della scena culturale e letteraria italiana dell’epoca, tra i quali lo scrittore Italo Calvino.

Brosca e Siravo hanno voluto porre l’attenzione sul fatto che Beatrice sia sempre stata presentata solo da Dante, a noi non è mai giunto il punto di vista della fanciulla e i lettori di tutto il mondo per secoli hanno sempre solo conosciuto la visione di Dante. Eco, con il suo talento e il suo sguardo acuto, ha saputo strutturare un’intervista innovativa e pungente, presentando une Beatrice sicura di sé, per niente confinata in quelli che sono i canoni della donna angelo.
Al teatro cittadino di Buie il sindaco e la console hanno dato il benvenuto alla scolaresca della “Leonardo Da Vinci”, ribadendo ancora una volta l’enorme impronta lasciata da Dante nella lingua e nella letteratura italiane. Il linguaggio utilizzato dal Sommo Poeta nella “Divina commedia” oggi è sempre più distante dal grande pubblico, i lettori hanno difficoltà a capirne i versi, per questo è sempre più necessaria la parafrasi, o come simpaticamente si è scherzato con gli attori “i ragazzi dicono che a scuola fanno la traduzione dei canti”. Parole scritte secoli fa danno però vita a un affresco di vizi e virtù del genere umano senza tempo, che valica i confini dello spazio e delle epoche.
Conflitti interiori e modernità
Il Dante interpretato da Edoardo Siravo è un personaggio roso dai conflitti interiori, deluso dalla politica e dalla condanna all’esilio che scrive i suoi versi più celebri mosso dal risentimento, trasformando “il fuoco della rabbia nelle fiamme dell’inferno”. Tra le domande della giornalista, interpretata da Gabriella Casali, e i versi scritti dal poeta fiorentino si crea un dialogo personale, in cui il padre della lingua italiana si mette a nudo intrecciando speranze, delusioni, aspettative in una riflessione universale sul senso della vita.
Beatrice, immaginata da tutti come un angelo, creatura celestiale più che donna in carne e ossa, nella sua intervista impossibile si delinea invece come una figura forte e intransigente, per niente allietata dalla notorietà che si ritrova a causa dei versi a lei dedicati da Dante. Il cosiddetto gentil sesso per millenni è stato decantato da un’orda di poeti (uomini), ma in realtà tutte queste donne angelicate non hanno mai espresso la propria opinione o fatto sentire la propria voce. Che cosa provavano le varie Beatrice, Laura, Penelope? Se ci riflettiamo un attimo non ne abbiamo idea. Siamo veramente sicuri che tutte loro fossero felice di essere le protagoniste di versi immortali? Dante e Beatrice in fondo si conoscevano a malapena, senza parlare della loro differenza d’età. Chi ci garantisce che in pieno medioevo, quando una moglie era proprietà del marito, Beatrice non abbia avuto problemi con il proprio consorte a causa dei versi a lei dedicati da un altro uomo? Questi che probabilmente non ci siamo mai posti, ma appena giungono al nostro orecchio ci aprono un universo di dubbi e ragionamenti nuovi. In questo simpatico e profondo dialogo tra le due donne emerge chiara la voce femminile. Una voce consapevole e moderna che non si accontenta di semplici parole e luoghi comuni, ma a questi preferisce il rispetto e la dignità, da sempre prerogativa degli uomini.

Sono passati più di 700 anni da quando la “Divina commedia” è stata pubblicata per la prima volta e nonostante, il tempo e le epoche che si sono susseguite, questa continua a regalare spunti di riflessione. Dopo secoli il Sommo Poeta rimane un’inesauribile fonte di ispirazione, soprattutto perché è ancora in grado di scardinare le certezze e istigare in noi il dubbio: solo ponendoci nuove domande potremo trovare nuove risposte.
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