[FOTO] Bramante, è lui il vero archistar

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[FOTO] Bramante, è lui il vero archistar

FIUME | La lingua come filo conduttore di una mostra fotografica, dove sei parole associate a sei coppie architettoniche – ognuna costituita da un’immagine di un’opera storica e da un’immagine di un’opera contemporanea, tutte realizzate in Italia – si prefigge di attualizzare il passato permettendo l’apertura di un dialogo tra epoche diverse. Si presenta così l’esposizione fotografica bilingue (italiano-croato) dal titolo “Bramante è un archistar”, a cura di Laura Calderoni, con le fotografie di Gianluca Fiore, che è stata inaugurata ieri sera nella Galleria Kortil di Sušak a Fiume, nell’ambito delle Giornate della cultura italiana. La mostra – che da oggi si sdoppia negli spazi espositivi della Comunità degli Italiani di Cittanova (apertura ore 19) – è stata organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Fiume, in collaborazione con l’Open House Roma, la Città di Fiume e la Galleria ospitante.

All’evento artistico non è potuto mancare il “padrone di casa”, ovvero il Console generale Paolo Palminteri, il quale ha salutato il pubblico – tra cui anche la presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca – alla presenza dei protagonisti dell’allestimento, appunto Laura Calderoni e Gianluca Fiore. In rappresentanza della Città di Fiume, era presente il capodipartimento per la Cultura, Ivan Šarar, al quale è spettato il compito di inaugurare ufficialmente la mostra. Nel suo intervento, Šarar si è soffermato brevemente su alcune critiche mosse di recente alla municipalità, relative al progetto Fiume – Capitale europea della cultura 2020 a Fiume CEC, e inerenti il fatto che non si farebbe abbastanza per accentuare meglio l’aspetto italiano di Fiume. Il capodipartimento ha sottolineato che la Città è fortemente impegnata a salvaguardare e tutelare la tradizione e la cultura italiane nel capoluogo quarnerino.
In riferimento alla mostra va detto che la rilettura e il confronto delle architetture storiche in relazione a quelle contemporanee, vengono ulteriormente reinterpretati utilizzando parole specifiche, come i neologismi, nati dall’utilizzo della rete e delle tecnologie dell’informazione, proprio nello spirito del tema di quest’anno della Settimana della lingua italiana nel mondo: “L’italiano e la rete, le reti per l’italiano”.
L’idea dell’esposizione, secondo il pensiero della curatrice Laura Calderoni, è proprio quella di legare la parola all’architettura per reinterpretare il patrimonio sia storico che contemporaneo dell’architettura italiana, attraverso uno sguardo diverso e singolare. I nuovi termini sono ad esempio
resiliente, parametrico, mediatico, landmark, archistar, realtà aumentata, che fanno parte dell’immaginario architettonico contemporaneo.
Attraverso l’obbiettivo dell’architetto Gianluca Fiore, sono immortalate opere storiche note, come l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo, il Tempietto di San Pietro in Montorio, detto anche Tempietto del Bramante, che è quello che dà il titolo alla mostra, o la Galleria prospettica di Palazzo Spada del Borromini. E poi ancora la Colonna Traina e la Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, sempre del Borromini. Tutte architetture della Città Eterna, Roma, che nell’esposizione sono affiancate da opere contemporanee, che per i non addetti ai lavori si presentano inedite. È il caso dell’Apple Store e del Padiglione Italian Expo 2015, entrambi di Milano, e della Città dello Sport di Roma.
Gianluca Fiore non documenta in maniera oggettiva i vari edifici, bensì propone uno sguardo da spettatore, come quando si entra nelle chiese barocche e si alza lo sguardo per venire sopraffatti dalla maestosità delle volte e delle cupole; nell’architettura del XXI secolo la grandezza e lo sfarzo barocco vengono sostituti da una tecnologia e una grafica imponenti, che travolgono il visitatore.
La mostra “Bramante è un archistar” rimarrà in visione nella Galleria Kortil fino al prossimo 28 ottobre.

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