Le definizioni ufficiali descrivono il dissidente come una persona che si oppone o critica apertamente il governo, il regime o l’ideologia dominante in un determinato contesto politico o sociale. È una voce solitaria che canta contro il coro e naviga controcorrente. Sulla riva del mare, il dissidente spesso rappresenta un faro di libertà che illumina le ombre del pensiero imposto e sfida le credenze irremovibili dettate dall’alto, servendosi del coraggio e della determinazione nel perseguire la giustizia.
La 17ª edizione di “Vrisak”, la Fiera del libro e Festival dell’autore, sarà sicuramente ricordata per la presenza di un dissidente d’eccezione: Boris Akunin, pseudonimo di Grigorij Šalvovič Čhartišvili, noto scrittore russo ostile al governo di Putin e quindi considerato un nemico dello Stato, che dieci anni fa ha lasciato la Russia e ora vive a Londra.
Presentazione di due libri
Akunin, venuto a presentare non uno, ma due libri (“Pelagija e il bulldog bianco” e “Pelagija e il monaco nero”), ha incontrato una folla entusiasta presso il Museo d’Arte moderna e contemporanea (MMSU), con una sala gremita di appassionati dei suoi romanzi gialli venduti in milioni di copie.
Attorno al tavolo dell’intervista erano presenti il direttore del programma della manifestazione, Drago Glamuzina, Goran Glamuzina e il traduttore di molti dei suoi libri, Igor Buljan.
Čhartišvili, grande appassionato del Giappone, ha preso ispirazione dal termine giapponese “akunin” (che significa malfattore o persona cattiva) per il suo pseudonimo. Inoltre, ha letto, tradotto e avvicinato la letteratura giapponese, sia classica che moderna, al pubblico russo e internazionale.
Negli anni Novanta, Akunin dopo aver scritto diversi saggi e realizzato numerose traduzioni si è dedicato completamente alla scrittura, dando vita al personaggio di Erast Petrovič Fandorin, un raffinato investigatore in storie ambientate alla fine del XIX secolo, che ha conquistato il pubblico internazionale con 4 milioni di copie vendute e traduzioni in tutto il mondo. Oltre a Fandorin, Akunin ha creato Pelagija, una suora detective, e una serie ambientata nella Russia contemporanea con Nicholas Fandorin, nipote del celebre investigatore, come protagonista.
L’uso degli pseudonimi
Durante l’incontro, l’autore ha parlato di vari argomenti: l’involuzione della Russia verso una crescente restrizione della libertà di parola, il declino della democrazia, e la sua prima visita in Croazia. Ha anche spiegato come l’uso degli pseudonimi gli permetta di evitare i cliché e di proteggersi dal diventare ripetitivo e noioso.
Ha discusso dei generi letterari, affermando che mentre crea un’opera, desidera scrivere un libro che lui stesso vorrebbe leggere, e cerca sempre di fare in modo che i lettori possano scoprire qualcosa di nuovo ogni volta che rileggono uno dei suoi libri. Ha ammesso di ammirare i grandi autori classici ma di divertirsi anche a provocare con una certa ironia: “Adoro i classici, ma mi piace anche stuzzicarli. Sono sicuro che Čechov ne sarebbe divertito. Dostojevskij mi irrita un po’”.
Infine, ha rivelato di essersi un po’ stancato di Fandorin e di aver desiderato creare un nuovo personaggio. Ha dichiarato di adorare Pelagija e di aver provato grande gioia e soddisfazione nella scrittura dei due libri presentati al festival.
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