
Va detto subito: non sono i “Boney M.”. Seconda cosa; che importa? Sulla Scena estiva di Abbazia è stata una serata di spensierato divertimento con “Boney M. feat”, gruppo “capitanato” da Maizie Williams, unica componente del leggendario quartetto che dominò la scena pop europea assieme agli “Abba”. Il gruppo, e molti non lo sanno, è nato in Germania nel 1976, adorato dal pubblico, mentre la critica nei loro confronti è stata quasi sempre ostile. Considerati degli impostori, si sono consolati con i record di vendite, con i primi posti nelle hit parade di tutto il mondo, ad eccezione degli Stati Uniti.
Per la Giornata di Abbazia, per la festa del suo patrono San Giacomo e per celebrare i 180 anni del turismo, è stato proposto un altro concerto di livello, un appuntamento che ha riempito una volta ancora la platea dopo il successo dei metallari “Epica”, dei “Morcheeba” con toni più gentili. Stasera arrivano, tutt’altra cosa, i “The Cult”, leggendaria band post punk.
Torniamo ai “Boney M.” e raccontiamo una serata che non ha sicuramente deluso nessuno. I componenti del gruppo attuale non sono gli stessi di quasi mezzo secolo fa, ma la capacità di coinvolgere il pubblico con lo straordinario repertorio di brani intramontabili ha posto in secondo piano l’autenticità mancante. Tra il pubblico tanti giovani, tanti turisti e non pochi coetanei di Maizie Williams, regina del palco a far risvegliare pensieri nostalgici. Nella prima metà dello spettacolo è stata sistemata “Daddy cool”, dal loro primo album “Take the heat off me” del 1976 che ebbe subito un successo straordinario. Immancabili “Ma Baker” e “Belfast” dall’album del 1977 “Love for sale”. Quello stesso anno uscì “Rivers of Babylon” che anticipò l’uscita del 33 giri “Nightflight to Venus” che includeva “Brown girl in the ring”. Questi due brani fanno parte del repertorio del tifo organizzato di molte squadre di calcio. Delirio totale per “Rasputin”, del ‘78, una canzone dedicata al mistico russo che ebbe una grande influenza nella corte imperiale. Tra l’altro, ai “Boney M.” venne anche concesso di esibirsi in Unione Sovietica alla fine degli anni Settanta. Per il bis, quasi scontata, arriva puntuale “Gotta go home”, cioè “devo andare a casa”, ideale per congedarsi dal pubblico e da Abbazia.
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