Bojan Šober si dimette dal Consiglio teatrale

Le dimissioni sono pervenute in quanto il membro è stato scelto a sovrintendente f.f. dell’«Ivan de Zajc». Ciò comporta la rinuncia al posto nel Comitato del TNC di Fiume

0
Bojan Šober si dimette dal Consiglio teatrale
Marko Filipović. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Il primo punto all’ordine del giorno della 13.esima seduta del Consiglio cittadino, che si è tenuta ieri a Fiume, è stato la proposta dei membri della piattaforma Možemo! di destituzione di Šober e Peranić dalle loro funzioni nel Consiglio teatrale. La seconda parte è stata una richiesta di dimissioni inoltrata da Šober stesso. Entrambe le proposte sono state valutate e approvate dal Consiglio per la scelta, la nomina e la destituzione della Città di Fiume, con Željko Jovanović in qualità di presidente. Jovanović ha puntualizzato che le dimissioni di Bojan Šober sono giunte in quanto Šober è stato scelto a sovrintendente facente funzione e dunque deve rinunciare al suo posto nel Consiglio teatrale per poter assumere la sua nuova funzione a capo del TNC “Ivan de Zajc”.

Persa una (sola) persona
Nebojša Zelič, della piattaforma Možemo!, che ha inoltrato la prima proposta, ha invitato i consiglieri a sostenere la sua iniziativa e ha spiegato brevemente che la posizione assunta dal Consiglio cittadino alla seduta del 22 settembre scorso è chiara e che se Marin Blažević ha violato l’articolo 35 della Legge sui teatri, lo stesso è stato fatto pure dal Consiglio teatrale, che ha approvato il suo resoconto finanziario e dunque ne condivide le responsabilità.
Zelič ha criticato anche il fatto che Peranić abbia convocato la seduta elettronica del Consiglio teatrale nelle ore serali, in modo da ostacolare la direzione teatrale e impossibilitarla a partecipare. Un altro fatto che è stato reputato condannabile dal punto di vista morale, in quanto si tratta di un chiaro conflitto d’interessi, è il tentativo di insediare Bojan Šober al posto di Blažević, seppur soltanto come sovrintendente facente funzione. Per questo motivo per entrambi è stata proposta la destituzione immediata da parte del Consiglio cittadino.
Tea Mičić Badurina, dell’Alleanza litoraneo-montana (PGS), ha espresso un parere che ha destato numerose reazioni.
“Non è giusto ‘punire’ i membri del Consiglio teatrale a un mese dal sostegno che gli è stato dimostrato alla scorsa seduta del Consiglio cittadino – ha puntualizzato -. La situazione diventa assurda se Blažević rimane e i membri del Consiglio teatrale, che gli erano contrari, vengono destituiti e mi viene da chiedere se i consiglieri abbiano la memoria talmente corta o se abbiano votato per destituire Blažević con le dita incrociate in tasca”.
Maša Magzan ha spiegato che la proposta è problematica per tutta una serie di motivi. Destituire i membri del Consiglio teatrale porterebbe a una destabilizzazione del lavoro dello stesso, mentre la proposta di dimissioni consegnata da Šober è logica, visto che non potrebbe svolgere la funzione di sovrintendente facente funzione restando nel Consiglio teatrale.
Nel dibattito che è seguito sono stati numerosi i consiglieri che hanno espresso la propria opinione e a differenza dei dibattiti della scorsa seduta legati alla destituzione di Blažević, questa volta i pareri erano diversi e discordanti. La proposta di destituire Peranić e Šober è stata sostenuta da 16 consiglieri, respinta da 6, mentre 7 erano astenuti. Visto che i voti a favore non erano la maggioranza, la situazione in seno al Consiglio teatrale rimane invariata, almeno per quanto riguarda la presenza di Peranić. La proposta di dimissioni presentata da Šober stesso è stata approvata con 24 voti a favore e 8 astenuti.

Difesa della democrazia
Il settimo punto all’ordine del giorno ha riguardato il rifiuto ufficiale del ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, ad accettare la destituzione del sovrintendente Marin Blažević votata dal Consiglio cittadino alla scorsa sessione. Ad aver inoltrato al Consiglio cittadino la proposta erano stati i consiglieri Tea Mičić Badurina, Petra Mandić e Vedran Vivoda.
Mičić Badurina ha esposto le loro ragioni, ovvero i motivi che sono più volte stati esposti negli ultimi mesi. Il Consiglio cittadino ha già espresso il proprio parere riguardo all’operato del sovrintendente Blažević, ma visto che la delibera del parlamento cittadino non è stata accettata dal ministro, la Città di Fiume intenterà una causa amministrativa al Ministero. La decisione è dovuta al fatto che la Città di Fiume ha fondato e finanzia lo “Zajc” per l’82 per cento con fondi del bilancio e le spetta, dunque, tutto il potere decisionale a riguardo.
Josip Ostrogović ha ricordato quali sono stati i motivi della destituzione di Blažević, ovvero le manipolazioni, i complotti e il danno alla reputazione del Teatro. Il Ministero ha decretato che le accuse sono infondate o non argomentate, ma l’HDZ fiumano continua a sostenere la decisione di destituzione di Blažević per aver leso l’etica lavorativa e aver accettato onorari da Fiume CEC 2020 senza l’approvazione del Consiglio teatrale.
Nebojša Zelič ha spiegato che la decisione del ministro ha annullato una decisione presa in maniera democratica e per questo motivo è necessario fare ricorso.
Filipović ha dichiarato che sarà interessante seguire lo svolgimento dei fatti e ha salutato ironicamente pure la decisione dell’HDZ locale, che è rimasto coerente anche a costo di andare contro il proprio ministro. Fatto sta che non si sa ancora quale sarà la situazione al TNC “Ivan de Zajc” tra qualche giorno, ovvero dal 1.mo novembre, quando Bojan Šober dovrebbe diventare sovrintendente facente funzione in base alla decisione presa dal Consiglio cittadino. Per quanto riguarda il ricorso, ovvero la causa amministrativa, il Consiglio cittadino l’ha approvata con 20 voti a favore e 10 contro.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display