
Dopo la tappa di Fiume lo scorso 12 aprile, il virtuoso del pianoforte Giovanni Bellucci – uno dei più acclamati pianisti del nostro tempo, più volte premio “Editor’s choice” della rivista britannica Gramophone – ha portato il suo concerto in omaggio al musicologo fiumano Sergio Sablich anche a Zagabria, dove mercoledì sera ha deliziato il pubblico presso l’Accademia di Musica con un programma ricco e variegato. La serata è stata realizzata grazie alla collaborazione di Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, Unione Italiana e Comunità degli Italiani di Fiume.
Scritti e ricerche che vanno onorati
“È un vero piacere portare a Zagabria, in questo tempio della musica, il concerto del famoso pianista Giovanni Bellucci dedicato alla figura di un musicologo di grande levatura come Sergio Sablich, a vent’anni dalla sua scomparsa – ha detto in apertura del concerto Andor Brakus, vicepresidente dell’AFIM –. La nostra associazione è impegnata da tempo in un ampio progetto di ritorno culturale della città di Fiume con convegni, studi, ricerche e lavoro con le scuole ma anche attraverso un processo di promozione dei nomi importanti di questa nostra realtà che l’esodo del dopoguerra ha sparso in tutto il mondo. Nel corso dei decenni successivi si è creata una mappa di eccellenze ovunque i fiumani hanno stabilito la loro nuova dimora, che rappresenta oggi il nostro orgoglio a livello locale ed internazionale. Sablich era figlio di fiumani, esuli a Bolzano – ha proseguito Brakus – è scomparso prematuramente all’età di 54 anni, lasciando un’incredibile mole di scritti e ricerche che intendiamo onorare. Tra le tante opere, anche due monografie straordinarie dedicate a Luigi Dallapiccola, nato a Pisino d’Istria, e a Ferruccio Busoni, cresciuto a Trieste. Ma Sablich è stato soprattutto un grande interprete del mondo musicale italiano, un faro per molti musicisti, un attento lettore dello sviluppo della musica e delle sue prospettive di crescita. Tra i tanti interventi sui libretti di sala in occasione di concerti importanti, il suo nome appare anche in occasione degli eventi in cui era protagonista Giovanni Bellucci, virtuoso del pianoforte e applaudito nei teatri del mondo, uno dei maggiori interpreti al mondo delle musiche di Liszt”, ha concluso.
Amicizia fra Italia e Croazia
Anche l’ambasciatore d’Italia in Croazia, Paolo Trichilo è intervenuto, portando i saluti istituzionali. “Giovanni Bellucci è uno dei pianisti più autorevoli del nostro tempo, che vanta riconoscimenti nei più prestigiosi concorsi internazionali – ha ricordato l’ambasciatore –. L’esibizione proposta questa sera celebra il musicologo fiumano Segio Sablich, scomparso venti anni fa dopo una lunga carriera caratterizzata da incarichi di rilievo, ad esempio come direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e come sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. La sua figura incarna un legame di amicizia e collaborazione fra l’Italia e la Croazia”.
Un susseguirsi di note
Il concerto ha visto ben tre brani estratti dal repertorio di Franz Liszt: “Fantasia e Fuga sul nome B-A-C-H” che, nelle parole di Sablich stesso, “raccoglie gli elementi più caratteristici del pianismo lisztiano, da quelli ornamentali-virtuosistici a quelli costruttivi ed espressivi, distribuiti in un’articolazione di vasto e inimitabile respiro”; il “Miserere du Trovatore”, basato sulla famosa opera di Giuseppe Verdi; e la “Rapsodia Ungherese n. 12”, caratterizzata da un’impronta musicale che evoca la musica gitana ungherese. Nel programma particolare risalto è stato dato anche a Ferruccio Busoni, proponendo la sua “Sonatina Seconda”, l’”Elegia n. 4 Turandots Frauengemach”, il preludio corale “Nun komm, der Heiden Heiland” (trascrizione pianistica dell’opera di Bach) e la “Polacca in La bemolle maggiore” (trascrizione per pianoforte della celebre composizione di Chopin, che ne esalta ulteriormente le caratteristiche virtuosistiche). È stata poi eseguita la “Toccata in Do maggiore, op.7” di Schumann, opera virtuosistica e tecnicamente impegnativa, nota per il suo carattere impetuoso e la sua complessità. “La Ballata di Mackie Messer” di Weill e Shearing da “L’Opera da Tre Soldi” ha creato un’atmosfera immersiva malinconica e nostalgica, catturando il pubblico nel susseguirsi di note. Bellucci ha inoltre proposto il suo studio pucciniano “Nessun dorma”.
Momenti introspettivi
“Il pianoforte è protagonista assoluto con le sue potenzialità timbriche e tecnico-virtuosistiche, grazie al sapiente tocco di Bellucci e alla sua capacità interpretativa – ha detto commentando per noi in esclusiva il concerto la musicologa Maria Paola Sevieri –. Il pianoforte attraversa repertori e stili diversi, all’insegna dell’espressività sonora coinvolgente e impetuosa che si alterna a momenti più lirici e introspettivi. Per esempio, la trascrizione di Listz del Miserere dal Trovatore verdiano nella forma di recital costituisce la prova tangibile della potenza pianistica in grado di evocare, con i suoi soli mezzi espressivi, la complessità e drammaticità del melodramma, così come anche proposta da Bellucci nel suo studio pucciniano ‘Nessun dorma’. Nella forma della canzone di autore, con Weill e Shearing, e nella commistione dei linguaggi, da quello classico a quello più popolare fino ad arrivare al jazz, il pianoforte plasma e caratterizza ambienti e atmosfere, in modo duttile e seducente, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio musicale inedito ed estroverso”, ha affermato l’esperta.
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