La Comunità degli Italiani di Buie ha salutato l’anno con una serata musicale ricca di sentimento che ha visto protagonista il complesso bandistico del sodalizio. L’evento, che si è tenuto nel teatro cittadino e presentato da Rosanna Bubola e Daniele Kovačić, in un’atmosfera densa di significato, è stato sia un’occasione per celebrare la musica, ma anche per riflettere su un anno intenso delicato per il complesso bandistico, che nel 2024 ha attraversato momenti di grandi cambiamenti.
Il ruolo del Maestro Moratto
La presidente della CI di Buie, Lena Korenika, con parole sentite ha ripercorso il cammino dell’anno appena trascorso: “Come ogni anno in quest’occasione si fa un riepilogo del lavoro svolto dalla Banda d’ottoni della nostra CI. Il 2024 è stato un anno particolare per la nostra banda, un anno nel quale ha celebrato i suoi 35 anni in un modo non proprio allegro. È stato un anno di cambiamenti, un anno di delusioni, ma anche di esperienze nuove e nuovi stimoli. Nella prima metà dell’anno la banda è stata travolta da eventi molto spiacevoli che purtroppo hanno portato di conseguenza l’abbandono della banda da parte del maestro Corrado Moratto e di due membri che hanno fatto la storia di questa realtà. Dico purtroppo, perché è giusto avere dei cambiamenti, ma non abbiamo avuto l’opportunità di salutare con doveroso rispetto colui che ha creato dal nulla questo complesso bandistico, così come lo vedete oggi, ovvero il Maestro Moratto. Siamo riusciti ad arrivare almeno ad un compromesso e quindi a trattenerlo come maestro degli allievi della banda d’ottoni, in quanto loro sono il nostro futuro e su di loro bisogna lavorare. Grazie per tutto!”
Alle parole della presidente Korenika è seguito un lungo e caloroso applauso, rivolto al Maestro Corrado Moratto, presente sul palcoscenico e visibilmente commosso. Il tributo del pubblico ha reso omaggio alla sua dedizione e al suo lavoro, riconoscendo il ruolo fondamentale che ha avuto nella crescita della banda.
Auguri per un nuovo inizio
Korenika ha poi proseguito con un’analisi sincera delle difficoltà affrontate durante l’anno: “Mi dispiace per i due membri storici che non suonano più, in quanto forse una telefonata sia dei vertici della Città di Buie, come pure da ognuno di noi, avrebbe potuto fare la differenza e l’esito degli eventi sarebbe stato diverso. Spero comunque che il tempo faccia il suo corso e che l’amore per la musica e per questa banda li faccia ritornare, con il tempo. Dicono che è normale che sia così, che ogni attività abbia un inizio, un picco e una discesa, una crescita e una ricaduta. L’importante è che si rialzi e che continui la sua strada. Come vedete, oggi la Banda si sta rialzando, ha un nuovo maestro al quale vanno i miei più sentiti auguri per questa nuova strada intrapresa e spero in una lunga collaborazione. Da due mesi a questa parte, come avete visto, la Banda ha ricominciato con le uscite e questa è la cosa importante, che si vada avanti, e non abbiamo lasciato morire una banda che è la banda di tutti noi. È un discorso che dovevo fare, non per rattristarvi, ma perché siamo qui tutti insieme ed è giusto ricordare quello che è accaduto, perché questa è la nostra storia e la storia della Banda e di tutti noi”.
Nel suo discorso, la presidente ha voluto anche esprimere gratitudine verso chi ha lavorato dietro le quinte durante questo periodo di transizione. Un ringraziamento speciale è andato a Erica Trento, segretaria della CI di Buie, che ha ricoperto il difficile ruolo di capobanda nei primi mesi di attività.
“Erica si è impegnata con tutto il cuore, adeguandosi con altruismo alle esigenze degli altri e dando il meglio di sé. Questo concerto è stato il suo ultimo impegno in questo ruolo e non posso che ringraziarla pubblicamente per tutto ciò che ha fatto”.
A seguire, ha preso la parola anche il sindaco di Buie, Fabrizio Vižintin, che ha voluto ribadire il pieno supporto dell’amministrazione cittadina alla Banda d’ottoni, definendola come il pilastro del territorio, un simbolo di comunità e cultura per la città.
Un’esecuzione vivace
Quindi, diretto dal Maestro Stefano Pastorcich, a dare il via al concerto è stata l’esecuzione della marcetta “Buje”, scritta dal compianto Pino Vok, un brano divenuto ormai simbolo della comunità musicale locale. L’interpretazione di questa marcia ha visto sul palco un connubio speciale: il complesso bandistico e la “Minibanda”, ossia gli allievi della banda, che hanno suonato insieme, fondendo l’entusiasmo dei giovani con l’esperienza dei musicisti più esperti. L’energia dei ragazzi della “Minibanda” ha aggiunto freschezza e vivacità all’esecuzione, mentre la solidità del complesso bandistico ha garantito una performance impeccabile.
Il complesso bandistico ha proseguito il programma con una serie di brani che hanno saputo trasportare il pubblico in un viaggio musicale ricco di suggestioni ed emozioni. Il primo pezzo eseguito è stato “Apollo 11” di Otto M. Schwarz, una composizione intensa che celebra l’epico sbarco sulla Luna. I musicisti hanno reso alla perfezione la grandiosità dell’impresa, alternando momenti di tensione e solennità a esplosioni sonore che evocavano il decollo e il viaggio nello spazio. A seguire, la banda ha interpretato “Ammerland” di Jacob de Haan, un brano la cui melodia, delicata e avvolgente, ha creato un’atmosfera contemplativa.
“A Klezmer Karnival” di Philip Sparke, è stato invece un travolgente omaggio alla tradizione musicale ebraica e alla cultura klezmer dove la banda ha interpretato con grande virtuosismo le tre arie tradizionali: Choson Kale Mazel Tov, Freylekh e Sherele. Il gran finale ha visto l’esecuzione di “Večeras je naša fešta” di Tomislav Ivčić, un brano iconico che ha svegliato l’entusiasmo del pubblico, concludendo con un medley creato da Zlatko Runjić e arrangiato per banda da Branimir Šintić, che ha fuso quattro celebri canzoni: “Adio Bella” (Jasna Zlokić), “Golubice bijela” (Milo Hrnić), “Nadalina” (Oliver Dragojević) e “Diridonda” (Novi Fosili).
Sfumature giocose
Sul palcoscenico pure la “Minibanda” che ha illuminato la serata confermandosi come il futuro brillante del complesso bandistico. Guidati con dedizione e passione dal Maestro Corrado Moratto, questi giovani musicisti hanno dimostrato talento, impegno e un forte spirito di squadra. L’atmosfera festiva si è accesa con “Carol of the Bells”, celebre canto tradizionale ucraino trascritto per banda da Michele Mangani, nel quale i giovani musicisti hanno saputo mantenere una perfetta sincronia dove la direzione attenta del Maestro Moratto ha guidato ogni sezione con sensibilità, curando i dettagli dinamici e permettendo ai giovani strumentisti di esprimere il massimo potenziale. È seguita una ventata di allegria e ritmo con “Jingle Bell Rock”, il celebre brano reso famoso da Bobby Helms, originariamente scritto da Joe Beal e Jim Boothe. L’arrangiamento brillante di Michele Mangani ha permesso alla “Minibanda” di esplorare sfumature più vivaci e giocose.
Riconoscimenti ai meritevoli
Durante la serata non è mancata la consegna di riconoscimenti ai maestri che, con il loro impegno, formano e guidano i musicisti della banda. Corrado Moratto è stato omaggiato per il suo ruolo di maestro di teoria e solfeggio, direttore della minibanda e maestro per bombardini, tromboni e clarinetti. Un omaggio e un sentito ringraziamento è stato rivolto a Stefano Pastorcich, nuovo direttore del complesso bandistico. Alessandro Moratto, maestro di tromba, ha ricevuto un omaggio per il lavoro con i suoi allievi. La maestra di sax, Iva Uljenik, è stata omaggiata per il suo contributo prezioso mentre Marino Dussich, storico portabandiera e figura di riferimento, per il suo costante supporto. Sono stati inoltre ricordati con affetto Fabiana Pipitone (maestra di flauti) e Nikša Dragolin (maestro delle percussioni), la cui assenza fisica non ha impedito di riconoscere il loro valore.
Prima di lasciare il teatro, il complesso bandistico diretto da Stefano Pastorcich ha salutato il pubblico con una toccante interpretazione di “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey, avvolgendo la sala in un’atmosfera natalizia calda e gioiosa. Quindi, questo concerto di fine anno, accanto alle esibizioni musicali, è stato pure un momento di riflessione collettiva e di celebrazione dell’identità culturale della comunità.
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