Bachrach&Krištofić: Creatori del volto New wave

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Bachrach&Krištofić: Creatori del volto New wave

FIUME | Il New wave come movimento musicale nato a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta portò alla ribalta non soltanto delle nuove sonorità, ma anche una particolare identità visiva che ebbe un impatto particolare sull’intera penultima decade del XX secolo. Questo movimento musicale diede pure l’opportunità ad artisti, designer e fotografi a trovare uno sbocco professionale nelle rispettive discipline, in molti casi da autodidatti, ovvero senza avere in precedenza conseguito un’istruzione formale nel loro campo. È stato così anche per la designer Sanja Bachrach e per il fotografo Mario Krištofić, che da appartenenti alla scena New wave negli anni Ottanta hanno avuto modo di creare la veste visiva dei dischi più emblematici del periodo.

Nella galleria Kortil è esposta una piccola parte del loro opus, una specie di breve retrospettiva che parte dalla fine degli anni Settanta e dal movimento punk a Zagabria, con una serie di fotografie e di copertine di dischi della band “Prljavo kazalište” e si conclude con una selezione di pubblicazioni di vario tipo per le quali hanno curato il design grafico.

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Lo spirito della musica

Come sostiene la critica d’arte Jasmina Fučkan, il loro opus scaturisce dallo spirito della musica, il che non sorprende in quanto i primi passi nel campo del design lo hanno fatto proprio realizzando sedute fotografiche e copertine di dischi per le band emergenti dell’epoca. Anche se i coniugi Bachrach&Krištofić appartengono, per così dire, alla “scena zagabrese”, nel corso della loro brillante carriera sono venuti a contatto pure con band provenienti da Fiume che, come noto, negli anni Settanta e Ottanta vantava una scena musicale innovativa, vibrante e piena di talenti.
Il percorso espositivo, dicevamo, si apre con una serie di fotografie dei “Prljavo kazalište” e con le copertine per il loro singolo “Televizori” (1978), ai quali segue una serie di soluzioni grafiche realizzate nel 1984 per la band zagabrese “Dorian Gray”, che si distinguono per la caratteristica estetica queer, e per la band fiumana “Denis&Denis” (1984/1985). I coniugi Bachrach&Krištofić hanno effettivamente creato l’identità visiva e la presentazione mediatica dei “Dorian Gray” e dei “Denis&Denis”, tanto che il design degli album “Sjaj u travi” della prima e “Čuvaj se” della seconda band si sono trovati in vetta alle classifiche delle migliori copertine del 1984 e del 1985 dalle riviste musicali jugoslave Rock e Džuboks.
Il duo ha finora realizzato più di 400 copertine di dischi per una vasta gamma d’interpreti appartenenti a diversi generi musicali, tra cui Josipa Lisac, Oliver Dragojević, Matija Dedić e altri. Il duo collabora da decenni con l’ex Jugoton, oggi Croatia Records, per cui non sorprende il fatto che questa collaborazione sia stata coronata nel 2014 con un progetto editoriale-espositivo intitolato “Jugoton – a est del paradiso (1947 – 1991)” (Jugoton – istočno od raja), con l’idea di valorizzare questa casa discografica dal punto di vista storico e metterne in risalto l’importanza in questi territori.

Uno dei tandem più longevi della Croazia

Ma la loro attività non si limita soltanto al design di copertine, come già osservato più sopra, bensì spazia in un campo molto più vasto. Infatti, come rileva la critica d’arte Jasmina Fučkan, una caratteristica particolare del lavoro di Bachrach&Krištofić è la sicurezza con la quale si muovono in tutti i campi dell’arte, della cultura istituzionale e alternativa e sulla scena musicale mainstream, in un perfetto equilibrio tra l’espressione artistica e i risultati commerciali. Oltre ai libri e ai dischi, il duo si dedica pure al design di manifesti teatrali, giungendo a soluzioni sorprendenti e sempre un po’ “alternative”, per così dire.
“Quale uno dei tandem più longevi nel nostro Paese, Bachrach&Krištofić hanno creato un opus variegato unendo la discografia, il teatro, l’editoria e l’attività museale, ritrovandosi nel ruolo di iniziatori, ideatori e organizzatori, utilizzando i mezzi e i metodi a disposizione nell’epoca di transizione tra l’era analogica e digitale – osserva la critica d’arte –. Attraverso una continua attività espositiva dall’inizio degli anni Ottanta fino ad oggi hanno elaborato diversi temi e contenuti che attiravano la loro attenzione, mentre attraverso iniziative e progetti autonomi hanno sottolineato i loro interessi e posizioni nei confronti dell’archiviazione e della conservazione del patrimonio fotografico e quello del design”, conclude Jasmina Fučkan.
La mostra si può visitare fino al 27 marzo.

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